Esami del sangue per le intolleranze alimentari

Introduzione

Un’allergia alimentare è una reazione riproducibile del sistema immunitario verso uno specifico alimento; i sintomi possono avere intensità estremamente variabile, fino a causare manifestazioni potenzialmente fatali (shock anafilattico).

Anche le intolleranze alimentari sono reazioni al cibo, la differenza è che i sintomi manifestati dal paziente in questo caso non sono dovuti al sistema immunitario; ad esempio, in caso di intolleranza al lattosio, l’individuo non è in grado di produrre sufficienti quantità dell’enzima necessario alla digestione di uno zucchero presente nel latte (lattosio, appunto).

Un’anamnesi dettagliata è il primo passo e talvolta anche quello determinante per diagnosticare e differenziare allergie ed intolleranze alimentari; il medico rivolge al paziente numerose domande sugli episodi precedenti di reazioni a diversi cibi per capire se davvero ci siano gli estremi per ipotizzare un’allergia, fra cui:

  • Quando è iniziata la reazione?
  • Si è presentata velocemente, entro un’ora dopo aver assunto l’alimento?
  • I farmaci antiallergici hanno funzionato? Ad esempio gli antistaminici dovrebbero alleviare l’orticaria.
  • La reazione è sempre collegata a uno specifico alimento?
  • Anche qualcun altro che ha mangiato con voi è stato male? Ad esempio, se avete mangiato del pesce contaminato con l’istamina, tutti quelli che l’hanno mangiato avrebbero dovuto sentirsi male.
  • Quanto ha mangiato prima che iniziasse la reazione? La gravità della reazione a volte è proporzionale alla quantità di alimento assunta.
  • Com’è stato preparato quell’alimento? Alcune persone avranno una reazione allergica grave solo mangiando pesce crudo o poco cotto. La cottura completa del pesce potrebbe distruggere l’allergene, e quindi sarebbe possibile mangiarlo senza soffrire di reazioni allergiche.
  • Prima che iniziasse la reazione avete mangiato qualcos’altro? Alcuni alimenti sono in grado di rallentare la digestione, e quindi di posticipare la reazione allergica.

In alcune situazioni il medico non è in grado di arrivare alla diagnosi basandosi soltanto sull’anamnesi, in questo caso sarà richiesto di tenere nota di tutto ciò che si mangia e delle eventuali reazioni. Il diario alimentare fornirà ulteriori dettagli che permetteranno a voi e al medico di capire se le reazioni seguono una qualche regolarità.

Il passo successivo a cui ricorrono alcuni medici per la diagnosi di allergie alimentati è la dieta ad eliminazione: in questo passaggio, eseguito sotto la supervisione del medico, gli alimenti sospettati di provocare l’allergia, ad esempio le uova, vengono eliminati dalla dieta. Al loro posto vengono introdotti altri alimenti, per esempio le uova vengono sostituite da un’altra fonte di proteine.

Il medico può quasi sempre arrivare a una diagnosi certa se i sintomi scompaiono dopo aver eliminato l’alimento dalla dieta. La diagnosi viene confermata se, reintroducendo l’alimento, i sintomi dell’allergia si ripresentano. È consigliabile reintrodurre l’alimento incriminato solo se le reazioni non sono gravi e solo sotto la supervisione del medico.

Il medico, tuttavia, non può usare questa tecnica se le reazioni sono gravi o poco frequenti. Se soffrite di reazioni gravi, dovreste evitare completamente l’alimento che le provoca.

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Test per allergie alimentari

Un’allergia alimentare è il quadro clinico che deriva da un’errata reazione del sistema immunitario verso una o più molecole (allergeni) contenuti negli alimenti; quando una cellula immunitaria si lega ad un allergene alimentare si verifica una reazione che provoca i classici sintomi allergici.

La maggior parte degli allergeni alimentari causa reazioni anche dopo la cottura e la digestione, mentre in alcuni casi (tipicamente con frutta e verdura) l’allergia compare solo in caso di consumo a crudo (perché in questo caso la cottura distrugge/modifica le proteine responsabili).

Essere sensibilizzati verso uno specifico allergene alimentare significa che l’organismo produce anticorpi IgE specifici per quell’allergene, ma la loro eventuale presenza non presuppone la comparsa di sintomi.

Quando si riesce a tollerare sistematicamente un cibo che in passato ha causato allergie potrebbe significare che si l’allergia è stata superata (per esempio la maggior parte dei bambini supera le allergie a latte, uovo, soia e grano), ma purtroppo non è mai possibile prevedere la gravità di una reazione allergica in base alla severità delle precedenti.

Test cutanei

Se l’anamnesi, il diario alimentare o la dieta di eliminazione suggeriscono la presenza di un’allergia specifica, il medico ricorrerà ai test cutanei (scratch test o prick test) per confermare la diagnosi.

Nel corso dello scratch test il medico posizionerà un estratto dell’alimento sulla pelle del vostro avambraccio. Poi graffierà la pelle con un ago e controllerà se la zona è gonfia o arrossata: gli eventuali gonfiori e rossori sono sintomo di una reazione allergica locale.

Il prick test viene eseguito inserendo un ago sottopelle nell’avambraccio e iniettando una piccolissima quantità di estratto.

La positività dello scratch test o del prick test indica che sui mastociti della pelle ci sono IgE (immunoglobuline) specifiche per l’alimento che è stato testato. I test cutanei sono veloci, semplici e relativamente sicuri. È possibile però che il test risulti positivo per un allergene alimentare senza che si verifichi una reazione allergica all’alimento corrispondente, il medico diagnosticherà un’allergia alimentare solo se il test cutaneo è positivo per un allergene specifico e se l’anamnesi delle reazioni suggerisce la presenza di un’allergia allo stesso alimento.

Esami del sangue

Il medico può arrivare alla diagnosi anche prescrivendovi un esame del sangue specifico; se i sintomi manifestati sono gravi e le reazioni anafilattiche frequenti, non sarà possibile ricorrere ai test cutanei, perché causare una reazione allergica sulla pelle potrebbe essere pericoloso. I test cutanei, inoltre, non possono essere eseguiti se soffrite di eczema che si estende su ampie zone di pelle.

Il medico potrebbe consigliarvi esami del sangue come il RAST (radioallergosorbent test) e quelli di ultima generazione, come il CAP-RAST. Un altro esame del sangue consigliato è l’ELISA (enzyme-linked immunosorbent assay, dosaggio immune assorbito legato a un enzima). Questi esami accertano la presenza nel sangue di anticorpi specifici per un determinato alimento; il CAP-RAST è in grado di misurare la quantità di IgE presenti nel sangue per un determinato alimento. Come nel caso dei test cutanei, un risultato positivo non significa automaticamente la  di un’allergia alimentare.

Test di provocazione orale

L’ultimo metodo usato dai medici per diagnosticare le allergie alimentari è il test di provocazione orale in doppio cieco.

Il medico vi somministrerà delle capsule contenenti dosi singole di diversi alimenti, tra cui alcuni sospettati di scatenare le reazioni allergiche, oppure maschererà l’alimento indiziato all’interno di altri alimenti che sicuramente non provocano reazioni allergiche. Assumerete le capsule una alla volta, oppure l’alimento mascherato, e il medico controllerà se si verifica una reazione allergica.

Nei test a doppio cieco, anche il medico è “cieco”, perché le capsule sono preparate da un suo collega, e quindi non sa qual è la capsula che contiene l’allergene.

Il vantaggio di una provocazione di questo genere è che, se reagite soltanto agli alimenti incriminati e non agli altri, la diagnosi sarà confermata. Lo svantaggio, invece, è che non è possibile effettuare questo test se in passato avete sofferto di reazioni allergiche gravi; in ogni caso si tratta di una metodologia applicabile solo in in ambiente ospedaliero protetto, per essere pronti a intervenire in caso di reazioni gravi.

Inoltre questo test è difficile da eseguire perché richiede molto tempo e molte allergie alimentari sono difficili da valutare con questa procedura: molti medici quindi preferiscono non eseguire test di provocazione orale in doppio cieco.

Questo tipo di test è usato frequentemente se il medico ritiene che la reazione descritta non sia dovuta a un alimento specifico e vuole ottenere una prova sperimentale in grado di suffragare la sua opinione. Se il medico scopre che la reazione non è imputabile a un alimento specifico, saranno necessari ulteriori sforzi per scoprire qual è la vera causa della reazione.

Test per intolleranze alimentari

Le intolleranze alimentari sono reazioni avverse a uno o più cibi non legate al sistema immunitario.

In questo caso i sintomi sono in genere soprattutto intestinali e spesso più o meno proporzionali alla quantità di alimento consumato.

I principali test con validità scientifica per intolleranze sono i seguenti:

  • breath test per l’intolleranza al lattosio,
  • breath test per l’intolleranza al fruttosio,
  • test di funzionalità enzimatica e test genetici per il favismo,
  • test genetico per l’intolleranza all’alcol (particolarmente comune nelle popolazioni asiatiche).

Metodi diagnostici controversi o di efficacia dubbia

Il dosaggio delle IgG4, come la maggior parte dei test che vengono proposti in ambienti diversi dagli studi medico-allergologici, è del tutto privo di fondamento scientifico e non dovrebbe essere sostenuto, perché significa esporre il paziente a restrizioni dietetiche immotivate.

Test di citotossicità

Una tecnica diagnostica controversa è il test di citotossicità, durante il quale un allergene alimentare viene aggiunto a un campione di sangue. Il campione poi viene esaminato al microscopio da un tecnico per scoprire se i globuli bianchi presenti nel sangue “muoiono”. Gli scienziati hanno compiuto diverse ricerche per dimostrare l’efficacia di questa tecnica e hanno scoperto che non è efficace per la diagnosi delle allergie alimentari.

Test di scatenamento

Un altro approccio controverso sono i test di scatenamento sublinguali (in cui l’allergene è collocato sotto la lingua) o sottocutanei (allergene iniettato sottopelle). Durante questo test, vi viene somministrato sotto la lingua l’allergene diluito, se ad esempio ritenete che l’artrite di cui soffrite sia collegata in qualche modo all’alimentazione. Il medico poi vi chiederà se l’allergene ha fatto peggiorare i sintomi dell’artrite. Gli studi clinici non hanno ancora dimostrato che questo procedimento sia efficace per la diagnosi delle allergie alimentari.

Il test di scatenamento sublinguale non ha nulla a che vedere con l’immunoterapia (vaccino per le allergie).

Dosaggio degli immunocomplessi circolanti

Il dosaggio degli immunocomplessi circolanti viene eseguito a volte sui pazienti sospettati di soffrire di allergie alimentari per capire se gruppi, o complessi, di determinati anticorpi si attaccano all’allergene presente nel sangue. Alcuni ritengono che gli immunocomplessi siano collegati alle allergie alimentari. La formazione degli immunocomplessi tuttavia è una conseguenza normale della digestione e tutti, se esaminati con strumenti abbastanza sensibili, li abbiamo nel nostro sangue. Finora nessuno è stato in grado di dimostrare che i risultati di quest’esame siano in qualche modo correlati alle allergie alimentari.

Dosaggio delle immunoglobuline G

Un altro test è il dosaggio delle immunoglobuline G (IgG) che ricerca nello specifico alcuni tipi di anticorpi IgG. Come nel caso precedente, ad oggi gli esperimenti non hanno dimostrato che questo esame efficace per la diagnosi delle allergie alimentari.

Si noti oltretutto che in pazienti effettivamente allergici, per esempio alle proteine dell’uovo o del latte, la presenza di anticorpi IgG4 è in genere indicativa della comparsa di una tolleranza verso quello specifico alimento, con conseguente miglioramento dei sintomi a seguito del consumo.

Fonti principali

  • Guidelines for Clinicians and Patients for Diagnosis and Management of Food Allergy in the United States
  • Il Fatto Alimentare

Come si chiama l'esame del sangue per le intolleranze alimentari?

FOX (Food Explorer) è un test che misura, mediante metodica ELISA- MICROARRAY, gli anticorpi IgG specifici contro 287 alimenti, che sono responsabili dell'insorgenza delle reazioni che caratterizzano le intolleranze alimentari. Il test si effettua su prelievo di sangue.

Quali sono gli esami da fare per le intolleranze alimentari?

Per individuare possibili intolleranze alimentari esistono specifici esami sierologici (esami del sangue), cutanei (prick test), del respiro (breath test, per l'intolleranza al lattosio).

Come si fa a capire se si è intolleranti?

I sintomi delle intolleranze alimentari Mal di testa, amenorrea, mal di stomaco, diarrea, insonnia, nausea, asma , rinite, ritenzione idrica, sottopeso, gonfiore addominale, eccessiva magrezza, dermatite, sono soltanto alcuni dei disturbi che una intolleranza alimentare può provocare.

Qual è il test più efficace per la diagnosi di allergia ad alimenti?

I più comuni sono il prick test cutaneo e il patch test, che si effettuano mettendo a contatto con la pelle una piccola quantità di uno o più allergeni allo scopo di verificare eventuali reazioni cutanee in seguito al contatto con la sostanza.

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