09 Aprile 2007
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Volevo chiedere se è vero che l'acido folico contenuto nei vegetali e nei cereali viene assorbito solo al 50%, mentre per assurdo l'acido folico contenuto negli integratori di sintesi è biodisponibile al 100%.
Inoltre volevo sapere se è vero che gli ultimi studi consigliano di assumere da 800mcg a 1000mcg al giorno di acido folico, in sostituzione dei 400mcg della precedente RDA.
Infine potete indicarmi i vegetali/cereali che contengono più acido folico e il loro contenuto in mcg?
Risposta a cura della dott.ssa MICHELA DE PETRIS, Specialista in Scienza dell'Alimentazione
La biodisponibilità dell'acido folico (o vitamina B9) dipende grandemente dalla fonte (integratore o cibo) e dal metodo di preparazione degli alimenti che lo contengono.
Il calore e la luce ne riducono l'attività fino ad inattivarlo completamente (in media durante la cottura se ne perde il 50%).
L'assorbimento è del 100% se preso come integratore a digiuno, dell'85% se assunto come integratore ai pasti e scende al 50% se ingerito come folato naturalmente presente nei cibi.
Negli alimenti sono contenuti degli inibitori specifici delle folato-idrolasi (enzimi che rendono biodisponibile l'acido folico ingerito) che ne riducono l'assorbimento da un 20% (nei legumi) fino ad un 80% (nel succo di arancia).
L'Istituto Superiore della Sanità ed il Network Italiano sulla Promozione dell'Acido Folico suggeriscono un'assunzione giornaliera di acido folico compresa fra 0.2 mg (200 mcg) e 5 mg (5000 mcg).
In particolare: 0.2 mg/die (200 mcg/die) nell'adulto, 0.4 mg/die (400 mcg/die) nelle donne in gravidanza senza fattori di rischio per difetti del tubo neurale, 5 mg/die (5000 mcg/die) nelle donne in gravidanza ad alto rischio neonatale di spina bifida ed anencefalia e 0.3 mg/die (300 mcg/die) durante l'allattamento.
Non sono noti effetti tossici per dosi fino a 5 mg (5000 mcg/die).
Non eccedere nell'assunzione di folati se non necessario perchè possono mascherare i sintomi di anemia indotta da carenza di vitamina B12.
Non vi è evidenza in letteratura che sia utile aumentare a 0.8-1 mg/die (800-1000 mcg/die) l'integrazione farmacologia di acido folico se non in presenza di indicazioni particolari (elevato rischio di malformazioni del feto).
Qui sotto è indicato il contenuto di acido folico nei cibi di origine vegetale.
Alimento - mg di acido folico/100g di alimento
Fagioli azuki secchi - 622
Germe di riso - 430
Fagioli di soia secchi - 370
Lievito alimentare in fiocchi - 370
Germe di grano - 331
Origano - 274
Fiocchi di mais - 250
Semi di girasole - 227
Asparagi - 218
Alga wakame secca - 196
Broccoli - 194
Prezzemolo secco - 180
Ceci secchi - 180
Alga kombu secca - 180
Germogli di soia - 172
Scarola e indivia - 156
Spinaci - 150
Fave secche - 145
Cavoli di Bruxelles - 135
Carenza di acido folico in farmacia e non solo…
La recente temporanea irreperibilità nelle farmacie di medicinali a base di acido folico in capsule da 5 mg (indicati nella carenza di folati) e la conseguente prescrizione in alternativa, da parte di alcuni clinici, di prodotti in capsule da 400 microgrammi ci induce ad alcune considerazioni.
In primo luogo, l'impiego di farmaci contenenti 400 microgrammi di acido
folico si configura come off-label perché al di fuori delle indicazioni registrate (prevenzione primaria dei difetti del tubo neurale in gravidanza). Inoltre, è poco probabile che si possa raggiungere la dose efficace, dal momento che per arrivare a 5 mg è necessario assumere almeno 12 capsule da 400 microgrammi, posologia difficilmente gestibile nella pratica clinica.
In secondo luogo, oltre che nei casi di carenza per aumentata richiesta, insufficiente assorbimento, ridotta utilizzazione e
insufficiente apporto dietetico, l'acido folico viene spesso prescritto off label nei pazienti con iperomocisteinemia. Ciò deriva dal convincimento che riducendo i livelli ematici di omocisteina si possano ottenere dei vantaggi sul decadimento delle funzioni cerebrali cui l' iperomocisteinemia è correlata. I dati di letteratura sono, però, univoci nell'evidenziare una mancanza di evidenze che supportino tale utilizzo. Infatti, sia i numerosi studi randomizzati, controllati (RCT), realizzati in
varie condizioni sperimentali (in popolazioni sane, in pazienti con deficit cognitivi più o meno gravi, in pazienti con insufficienza renale, a diversi dosaggi, in somministrazioni singole o associate a vitamina B12 e/o B6), sia le metanalisi dimostrano concordemente che la somministrazione di folati è in grado di correggere il dato laboratoristico della iper-omocisteinemia, ma non comporta alcun beneficio sotto il profilo clinico.
Aprile 2010
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