Come si fa a capire se si è intolleranti

Gli alimenti possono causare diversi tipi di reazioni nel corpo umano, se si soffre di intolleranze alimentari o di allergie alimentari. Ma cosa succede esattamente? 

Le reazioni alle intolleranze e alle allergie alimentari

In questi casi, i cibi possono causare sintomi evidenti sulla pelle come l’orticaria, le eruzioni cutanee, il prurito, i rigonfiamenti, oppure nell’intestino, come il reflusso, il vomito, il mal di pancia, la flatulenza, la diarrea e la stipsi.

Sono molto frequenti anche i problemi di respirazione, o la sensazione di malessere generale. Alcune persone convivono con i sintomi delle allergie e delle intolleranze alimentari per anni, ma la salute e la qualità della vita dei pazienti potrebbe migliorare moltissimo semplicemente eliminando dalla propria dieta gli alimenti che causano questi sintomi.

La dottoressa Valentina Fanelli, medico chirurgo specializzata in allergologia, ci ricorda che “l’intolleranza a lattosio dà come sintomi disturbi gastroenterici, quali gonfiore addominale, diarrea, difficoltà digestive, nausea e simili, che insorgono dopo l’ingestione di alimenti contenenti questo zucchero”.

Scoprire quali sono gli alimenti che stanno causando determinati sintomi può essere semplice per alcune persone e incredibilmente difficile altre persone: molto dipende dai sintomi che si avvertono, dalla quantità di tempo trascorso tra il consumo di determinati alimenti e la comparsa dei sintomi, e dal tipo di cibo che sta causando i sintomi.

I test per le intolleranze alimentari sono affidabili?

Identificare il cibo a cui si è intolleranti e, di conseguenza, modificare il piano alimentare può migliorare notevolmente la qualità della vita dei pazienti che soffrono di intolleranze alimentari.

Anche se sono disponibili in commercio diversi test per individuare le intolleranze alimentari, non ci sono evidenze scientifiche e cliniche che dimostrino la validità e l’attendibilità del Vega test, del test IgG, e delle analisi dei capelli.

Bisogna individuare eventuali intolleranze e allergie alimentari insieme al proprio medico che può valutare il risultato dei test alla luce della storia clinica del paziente: i test per le intolleranze alimentari costituiscono, infatti, solo una parte del quadro clinico che consente al medico di effettuare una diagnosi vera e propria.

A seguito dei test, il medico curante potrà indirizzarvi verso la migliore terapia per allergie o intolleranze alimentari.

Come identificare i cibi ai quali si è intolleranti?

Il modo più affidabile per scoprire quali sono gli alimenti che stanno causando reazioni indesiderate in un paziente, è tenere un diario su cui devono essere registrati i sintomi avverti e i cibi consumati; bisogna poi affiancare al diario, un regime alimentare che può aiutare nella formulazione della diagnosi, in cui alcuni cibi vengono man mano eliminati. 

Dopo aver escluso alcuni alimenti, questi vengono poi reintrodotti nella dieta del paziente uno alla volta, in modo strutturato, avendo cura di continuare a redigere in modo scrupoloso il proprio diario alimentare con i sintomi che si avvertono. Questo è il sistema più affidabile per verificare se un determinato sintomo è causato dal consumo di un alimento particolare.

Registrando accuratamente il momento in cui si avverte il sintomo e la sua durata, eventuali patologie da cui si è affetti, lo stress a cui si è sottoposti, e tutto ciò che si mangia e si beve, si dovrebbe riuscire a identificare gli alimenti sospetti. Bisogna registrare con cura anche i farmaci e gli integratori che si assumono ed eventuali cibi consumati fuori dai pasti principali.

Un diario così preciso, compilato per almeno due settimane, può essere d’aiuto al medico che dovrà identificare il cibo o i cibi che causano i sintomi avvertiti dal paziente.

Come eliminare degli alimenti dalla propria dieta?

Se si decide di eliminare e di reintrodurre degli alimenti nella propria dieta, bisogna seguire alcune regole fondamentali.

Non si dovrebbe mai eliminare e reintrodurre dei cibi nella propria dieta senza la supervisione e l’aiuto di uno specialista, specie se si ha il sospetto che ci possa essere una reazione allergica ad un alimento: la reazione allergica potrebbe ripresentarsi quando si reintroduce un alimento nella propria dieta.

Se si decide di procedere, con l’aiuto di un medico, all’eliminazione di un cibo, bisognerà prevedere dei cibi alternativi che dovranno sostituire l’alimento escluso dalla dieta: è infatti importante seguire sempre un'alimentazione equilibrata, affinché non si verifichino deficit o squilibri dei componenti essenziali nell'organismo.

Bisogna inoltre provare a eliminare un alimento o un tipo di cibo alla volta. Latte e latticini, frumento, glutine, uova e caffè, sono probabilmente gli alimenti che causano più frequentemente dei problemi di intolleranze alimentari, ma bisogna partire dal presupposto che qualsiasi cibo può potenzialmente causare intolleranze alimentari.

Gli alimenti dovranno essere evitati rigorosamente per un primo periodo di due settimane. Se i sintomi migliorano in modo significativo durante questo lasso di tempo, allora si può concludere che il cibo in questione può essere la causa dei sintomi che si avvertono.

Come si reintroduce nella propria dieta un alimento che era stato eliminato?

La seconda parte del test consiste nella reintroduzione dell’alimento precedentemente eliminato per almeno due settimane. Per reintrodurre l’alimento si può mangiare una porzione normale del cibo che era stato precedentemente eliminato e verificare se nelle 24 ore successive si ripresentano i sintomi che si avvertivano prima di iniziare questo test. Se il sintomo non si ripresenta, si può mangiare una seconda porzione di cibo il giorno successivo e valutare nuovamente se i sintomi si ripresentano. Se si avvertono nuovamente i sintomi, sarà necessario eliminare quello specifico alimento dalla propria dieta.

Se il paziente è un bambino, è ancora più importante che ci sia la guida di un medico: la sua alimentazione non deve mai essere limitata senza la guida di uno specialista, perché si potrebbe sbilanciare la sua dieta, molto importante per una crescita corretta del bimbo.

Per assicurarsi che la propria alimentazione sia sempre bilanciata, bisogna essere supportati da uno specialista che può prescrivere un regime alimentare bilanciato, specie se si deve eliminare un determinato alimento dalla propria dieta.

Poiché sia le allergie che le intolleranze tendono a verificarsi con i cibi consumati molto frequentemente, bisogna seguire una dieta più varia possibile varia.

Come si fa l'esame per le intolleranze alimentari?

L'esofagogastroduodenoscopia viene effettuata attraverso l'inserimento di uno strumento (endoscopio) dotato di una videocamera attraverso la bocca; lo strumento viene fatto progredire attraverso l'esofago, lo stomaco e il duodeno dove vengono effettuate le biopsie per la conferma istologica della celiachia.

Qual è il miglior test per le intolleranze alimentari?

Non esiste un vero test che ci consenta di accertare un'intolleranza alimentare. Solo il gastroenterologo, con la sua esperienza e ascoltando i sintomi descritti dal paziente, può arrivare ad una diagnosi e suggerire una terapia adeguata.

Quali sono gli esami del sangue per le intolleranze alimentari?

Con una semplice analisi del sangue si può eseguire il Food Test: dosaggio di IgG specifiche (sottoclasse IgG 4) verso 109 alimenti. Nel momento in cui il dosaggio di tali anticorpi risulti elevato per un determinato alimento, si è di fronte ad una reattività alimentare specifica.

Come capire se si è allergici o intolleranti?

Si possono evidenziare ancora altri fattori che distinguono allergie ed intolleranze: le allergie si classificano in base agli anticorpi implicati nella reazione (IgE- mediate ed IgE-non mediate), mentre le intolleranze, non coinvolgendo il sistema anticorpale, si dividono in “enzimatiche” e “farmacologiche”.