Quanto tempo ci vuole per sfiammare il nervo sciatico

Sciatica e infiammazione del nervo sciatico: lo stesso problema

Quanto tempo ci vuole per sfiammare il nervo sciatico
Origine dello sciatico con distribuzione della sciatica

La “sciatica”, “nervo sciatico”, “dolore alla gamba”, “ernia del disco” sono termini che spesso si intrecciano e si confondono. Sono le  sfaccettature linguistiche di uno stesso problema: l’infiammazione del nervo sciatico. L’infiammazione deriva quasi sempre dal conflitto con un disco degenerato o, in alternativa con le strutture spinali (vertebrali) lombari.
Lo sciatico nasce dalle ultime radici lombari, prevalentemente L4, L5 ed S1, le cui fibre nervose si combinano (anastomizzano) nel plesso lombare, a formare il nervo sciatico. Esso per innervare gran parte della gamba.
Da un punto di vista pratico e quindi diagnostico si distinguono, nel nervo sciatico, due contingenti di fibre “sciatiche”.  Una parte delle fibre va verso il dorso del piede, proveniente da L5, ed una parte delle fibre verso la pianta del piede, proveniente da S1. L5 ed S1 indicano rispettivamente le radici che provengono dal midollo spinale. L5 esce in prossimità del disco L4 ed L5, attraversando il forame di coniugazione contiguo, S1 esce in prossimità del disco L5-S1. poi entrando entrambe a far parte del nervo sciatico, dando dolore verso il dorso del piede se si tratta di L5, e verso l’esterno e la pianta del piede se si tratta di S1. Entrambe viaggiano nel nervo sciatico. La figura mostra lo sciatico emergente dal bacino. La sciatica risulta dalla compressione delle radici del nervo, raramente dell’ intero nervo sciatico.

Le manifestazioni della sciatica (sintomi e segni)

Quanto tempo ci vuole per sfiammare il nervo sciatico
Sciatica – Manovra di Laségue

Bisogna partire dalle circostanze che hanno portato al dolore. Spesso si tratta di cause meccaniche, ossia il dolore si scatena dopo un movimento brusco o per la permanenza in una stessa posizione corporea.
Anche quando il dolore si sia manifestato senza causa apparente, per esempio dopo una notte tranquilla nell’alzarsi dal letto, esso si acuisce col movimento della colonna vertebrale. Gli sforzi, la tosse, un semplice starnuto o gli atti di igiene intima accentuano il dolore.
Al contrario, un dolore viscerale che non sia in relazione con una patologia della colonna vertebrale non si modifica coi movimenti e non migliora col riposo. Il dolore al suo acme è continuo ed è presente anche di notte. Col tempo tende a variare nel corso della giornata: talora sembra che passi, altre volte si accentua.

L’esame clinico si basa principalmente sulla manovra di Laségue, ossia l’elevazione della gamba tesa dal piano del letto, che determina dolore. Devono essere esaminate la forza, la sensibilità ed i riflessi. Essi ovviamente sono di competenza più tecnica e difficili da valutare da parte di un profano. Spesso la compressione sull’ultimo tratto della colonna vertebrale provoca dolore. Talora pressando col dito in corrispondenza  dell’emergenza sulla colonna della radice nervosa infiammata si provoca dolore lungo lo sciatico (segno del “campanello”). Molto più comune è il dolore sciatico provocato dalla pressione lungo il decorso del nervo.

Esami diagnostici

Quando la sintomatologia sciatica è solo di qualche giorno o settimana, può bastare l’esame clinico, altrimenti si richiedono una serie di esami. Il più semplice è la radiografia del rachide lombo sacrale.

La diagnosi precisa viene dalla TC o Risonanza magnetica del tratto lombo sacrale che dimostrano la causa della sofferenza sciatica. L’ elettromiografia e la neurografia documentano la sofferenza dello sciatico ed eventualmente il livello di sofferenza. Gli esami ematici sono in genere poco utili. Raramente la VES e la proteina C reattiva dimostrano la presenza di un processo infiammatorio in corso.

La terapia della sciatica

La sciatica all’esordio va curata soprattutto con una terapia medica “mirata”.  Si dice genericamente antinfiammatoria ma i farmaci, per quanto simili tra loro, devono essere “mirati” ed opportunamente associati. Potrebbe essere infatti superficiale decretare il fallimento della terapia farmacologica e conservativa se la terapia farmacologica non è stata ben calibrata. Il paziente talora dà credito alle cosiddette terapie alternative. Esse possono avere un loro ruolo se effettuate con rigore ed onestà professionale. Ciò vale per esempio per la ionoforesi, la laser terapia, le manipolazioni vertebrali.

Riabilitazione

La riabilitazione va in genere evitata durante la fase acuta e dolente. All’ozono viene riconosciuto un effetto antinfiammatorio, ma è più costoso dei comuni antinfiammatori, non è esente da rischi ed è impossibile paragonare la terapia con ozono alla terapia farmacologica. La letteratura scientifica al riguardo non contiene studi comparativi seri, cioè prospettici. Le infiltrazioni “mirate” sulla radice con anestetici locali ed antinfiammatori sono invece molto efficaci per una sedazione almeno temporanea del dolore.

La chirurgia

è indicato quando il dolore si protragga a lungo oltre le 4-5 settimane. Lo scopo è quello di rimuovere la causa dell’infiammazione, spesso è un disco intervertebrale degenerato o prolassato. Al di là delle definizioni tecniche, vuol dire che il disco “sporge” in modo più o meno marcato dalla sua sede abituale e comprime le fibre nervose che vanno nel nervo sciatico causando la sciatica. Ciò che irrita il nervo va rimosso.

E’ prudente che il giudizio di operabilità venga dato da chi effettivamente fa chirurgia, sia esso neurochirurgo o ortopedico. C’è da sottolineare che l’approccio neurochirurgico è più attento alle strutture nervose. La chirurgia dell’ernia del disco causa della sciatica può essere percutanea o classica, con o senza microscopio. La maggioranza dei chirurghi preferisce la tecnica classica, col taglio della cute e dei piani sottostanti fino ad arrivare al disco in contatto con la radice nervosa.

Le tecniche percutanee

Si rimanda ad altre pagine. In sintesi  esse hanno conquistato un loro ruolo, specie la coblazione. Benché simile al laser chirurgico nella tecnica di esecuzione, ha il vantaggio di “bruciare” il disco ad una temperatura di 42°. È quindi meno irritante rispetto al laser, che usa temperature di gran lunga superiori.

Per i risultati della terapia ed approfondimento del rapporto tra sciatica ed ernia discale lombare, clicca.

Cosa fare se il dolore al nervo sciatico non passa?

La sciatalgia acuta è una condizione dolorosa che ha durata variabile. In alcune persone può durare qualche giorno mentre in altre può persistere per qualche settimana. Quando il dolore sciatico non passa e persiste per più di 3 mesi la condizione dolorosa diventa cronica e viene definita sciatalgia cronica.

Come stare seduti con la sciatica?

Siediti con le gambe dritto davanti a te e piega il ginocchio sinistro. Successivamente piega e alza la gamba opposta e posiziona il piede sulla parte esterna dell'altro ginocchio. Puoi scegliere di mantenere la gamba diritta o rannicchiarti, l'importante è che la posizione sia confortevole per te.

Che farmaco prendere per il nervo sciatico?

Indometacina (es. Difmetre, Indom, Liometacen): farmaco utilizzato in terapia anche per la cura del dolore al nervo sciatico. Si raccomanda di assumere il farmaco alla dose iniziale di 25 mg per os, ogni 8-12 ore, fino ad un massimo di 150-200 mg (per le compresse a rilascio immediato), a stomaco pieno, dopo il pasto.

Quanto dura la fase acuta della lombosciatalgia?

Sintomi della Lombosciatalgia I sintomi hanno una durata variabile a seconda del caso, ma in generale il dolore è generalmente acuto in fase iniziale e tende generalmente a scemare lentamente nei giorni successivi. In media, la quasi totalità dei casi si risolve tra i 30 e i 60 giorni.