Quanto prende di pensione un infermiere professionale

Allo stato attuale, le vie di fuga dal lavoro a fine pensionistico, sono 5:

  • pensione di vecchiaia: 67 anni d’età e almeno 20 anni di contribuzione effettiva; nei prossimi anni il limite d’età dovrebbe essere adeguato alla speranza di vita con cadenza biennale.
  • pensione anticipata, senza limiti di età, si acquisisce con un’anzianità di:

- 41 anni e 10 mesi per le donne;

- 42 anni e 10 mesi per gli uomini.

La pensione di vecchiaia e la pensione anticipata si possono ottenere anche mediante il cumulo dei periodi contributivi presenti in due o più gestioni previdenziali dell’INPS; ai fini del diritto, i periodi che si sovrappongono sono valutati una sola volta.

  • quota 100: interessa i lavoratori dipendenti che compiono 62 anni di età e maturano almeno 38 anni di contributi entro il 31/12/2021. I 38 anni di contributi si possono ottenere anche mediante il cumulo.

La “Quota 100” non è stata prorogata per gli anni successivi al 2021, ma il personale che possiede i requisiti e decide di restare in servizio mantiene il diritto di andare in pensione anche negli anni successivi.

  • opzione donna: Le lavoratrici dipendenti possono andare in pensione a 58 anni d’età e 35 anni di contributi entrambi raggiunti alla data del 31/12/2020. Non è ammesso il cumulo: i 35 anni di contributi richiesti devono essere presenti nell’ultima gestione previdenziale. (cioè nella Gestione Dipendenti Pubblici). La decisione di optare per questo tipo di pensione deve essere valutata attentamente, perché il calcolo interamente contributivo (esteso ai periodi ante 1996) causa una apprezzabile riduzione dell’assegno pensionistico.
  • APE sociale è una misura previdenziale in vigore fino al 31/12/2021 che si può ottenere all’età di 63 anni e riguarda:

- coloro che si trovano in condizioni di disagio e hanno almeno 30 anni di contributi;

- coloro che svolgono un’attività particolarmente gravosa e possiedono almeno 36 anni di contributi.

Non è ammesso il cumulo dei contributi. Per le lavoratrici madri, il requisito contributivo può essere abbassato di un anno per ogni figlio fino a un massimo di due anni.

Lavoro gravoso

La vigente normativa pensionistica, stabilisce il pensionamento anticipato, secondo precise regole, per chi rientra tra le categorie di lavoro “gravoso. Sono lavori gravosi quelle attività che richiedono un “impegno tale da rendere particolarmente difficoltoso e rischioso il loro svolgimento in modo continuativo”, ovvero:

  • lavoratori dipendenti con almeno 30 di anzianità contributiva e che svolgono da almeno sette anni nei dieci precedenti il pensionamento le professioni gravose;
  • lavoratori in possesso di un’anzianità contributiva pari ad almeno 30 anni, addetti a lavorazioni particolarmente faticose e pesanti.

Ad eccezion fatta degli infermieri e delle ostetriche che devono aver svolto negli ultimi 6 anni lavoro notturno, ed aver maturato 36 anni di contributi. 

Cosa ci riserva il futuro

In attesa del varo definitivo, dovrebbe essere Quota 102 la mediazione del governo Draghi presentata durante la Cabina di Regia per finire nella legge di bilancio. Sarà in vigore solo per 1 anno.

Il meccanismo di Quota 102 sarebbe lo stesso di Quota 100, e prevedrebbe il requisito dei 64 anni di età e 38 anni di contributi.

Attualmente la misura che scade alla fine di quest’anno e iniziata nel 2019 consente l’uscita anticipata per coloro che hanno 38 anni di contributi e 62 di età.

Nell’importo della pensione non ci sono penalizzazioni se non quelle dovute al montante contributivo (e quindi all’anticipo di uscita).

Con Quota 102 la platea di lavoratori che potrebbe andare in pensione è di circa 50mila persone.

Secondo diverse simulazioni, coloro che hanno una retribuzione lorda di 30mila euro con 1650 euro di netto mensile perdono tra i 40 e i 160 euro rispetto all’assegno pensionistico pieno che avrebbero incassato a seconda della lunghezza dell’anticipo.

Chi incassa 50mila euro annui perde invece tra i 100 e i 210 euro a seconda dell’anticipo.

In aggiunta alla quota 102, transitoria di un solo anno, viene istituito un fondo da 500 milioni per traghettare i lavoratori penalizzati dai nuovi requisiti.

  • Opzione donna verrebbe inoltre prorogata al 2022, ma con delle differenze: con 60 anni di età se dipendenti e 61 anni se lavoratrici autonome. Fino al 2021 il criterio era di 58 anni di età e 35 anni di contributi, con oltre un anno di finestra mobile se dipendente (59 anni e 18 mesi di finestra se autonome); restano previste anche le finestre: le lavoratrici avranno la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 61 anni se dipendenti e 62 e mezzo se autonome.

Come fare domanda di Cessazione Servizio

Il dipendente che vuole pensionarsi deve presentare domanda:

- di cessazione dal servizio alla propria amministrazione,

secondo le modalità previste;

- di pensione all’INPS (tramite sito web, contact center o patronato) con almeno 6 mesi di anticipo rispetto alla data di decorrenza della pensione.

Si tratta dunque di due domande diverse: l’una rivolta all’amministrazione, l’altra all’Istituto previdenziale.5L’amministrazione comunque è tenuta a fornire al lavoratore ogni supporto e chiarimento per agevolare la procedura.

Inoltre, verifica la regolarità delle denunce contributive e nel caso in cui emergano dati mancanti o incompleti, deve effettuare le correzioni e comunicarle all’INPS che accerta il diritto e determina la misura del trattamento pensionistico. (tratto da La previdenza e le pensioni- Rosario Cutrupia)

Quando prende di pensione un infermiere professionale?

La pensione di vecchiaia si ottiene con le seguenti due alternative: età di 65 anni sia per gli uomini sia per le donne con almeno 5 anni di contribuzione effettiva; età di 57 anni con almeno 40 anni di contribuzione.

Quanto prende di pensione un infermiere con 35 anni di contributi?

Quindi, se prendiamo ad esempio una lavoratrice con 35 anni di contributi e una quota di 30.000 euro, questa maturerà un montante contributivo di 346.500 euro che, trasformati con il coefficiente di trasformazione del 4,289%, dà come risultato 14.860 euro circa di assegno annuo.

Quanto è lo stipendio di un infermiere?

Lo stipendio medio per infermiere in Italia è € 26 500 all'anno o € 13.59 all'ora. Le posizioni “entry level” percepiscono uno stipendio di € 22 800 all'anno, mentre i lavoratori con più esperienza guadagnano fino a € 41 940 all'anno.

Quanto ammonta la pensione con 40 anni di contributi?

Di conseguenza, se prendiamo in esame l'età anagrafica (64 anni), la retribuzione media annua (35.000) e gli anni di contributi maturati (40), il nostro lavoratore percepirà una pensione di circa 1.500 euro netti al mese, rispetto a uno stipendio mensile di poco più di 1800 euro.