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In questa guida imparerai come curare le orchidee Phalaenopsis in casa, il genere più amato e diffuso al mondo. Al termine della lettura saprai tutto su come coltivare orchidee in casa con successo, dall’annaffiatura al travaso; riuscirai a riconoscere i problemi comuni e saprai come risolverli prima che sia troppo tardi. Ho scritto questa guida dettagliata su come curare le orchidee in casa per aiutarti a capire le esigenze della pianta, farla crescere sana e vederla rifiorire anno dopo anno. Qui troverai la risposta ad ogni tua domanda … Iniziamo ! Come curare le orchidee in casa?Se ti stai facendo questa domanda probabilmente hai appena acquistato un’orchidea o forse ne hai già avuta qualcuna ma non sei mai riuscito a farle crescere con successo. Non ti preoccupare, l’orchidea è una pianta molto resistente, ti basterà trovare il giusto posto dove tenerla in casa e adottare alcuni accorgimenti per vederla rifiorire ogni anno. L’orchidea Phalaenopsis è una pianta spettacolare che può regalare soddisfazioni immense anche a chi è alle prime armi. Ecco i punti che andremo a trattare: Ecco di cosa parleremoCome crescono le orchidee in naturaLe orchidee falena (Phalaenopsis) sono piante tropicali dei climi caldi e umidi, provengono per lo più dall’asia, fatte eccezioni per alcune specie australiane e della Nuova Guinea. In natura si aggrappano ai rami e i tronchi degli alberi grazie alle loro radici, che si sono adattate a crescere fuori dalla terra. Le troviamo solitamente sui rami bassi o a mezza altezza, dove l’orchidea cresce all’ombra della foresta ma dove riceve comunque molta più luce rispetto al sottobosco. Il clima tropicale dove cresce la Phalaenopsis, è caratterizzato da due stagioni, quella delle piogge e quella secca. Nell’emisfero boreale le orchidee fioriscono solitamente all’inizio della stagione delle piogge, caratterizzate da giornate afose e notti più fresche. Orchidee epifiteLe Phalaenopsis sono orchidee epifite, questo significa che cresce aggrappata agli alberi. Per riuscire a ricevere più luce, l’evoluzione ha fatto sì che le radici dell’orchidea riuscissero a crescere fuori dal terreno. Per poterlo fare, le radici delle orchidee sono ricoperte da velamen, una membrana spugnosa capace di assorbire velocemente l’acqua della pioggia o dall’umidità dell’aria. Il velamen è ciò che conferisce il tipico colore argenteo alle radici delle Phalaenopsis quando sono asciutte. In natura le orchidee epifite trovano le sostanze nutritive dalla decomposizione di corteccia e foglie, dal guano degli uccelli e da particelle di terra soffiate dal vento. Orchidee a sviluppo monopodialeLa Phalaenopsis, insieme alla Vanda, sono tra le poche orchidee monopodiali coltivate. Cos’è lo sviluppo monopodiale? Le orchidee monopodiali crescono lungo un fusto centrale, sviluppandosi in altezza dall’apice della pianta. Anche le radici e gli steli crescono dal fusto centrale. Le foglie dell’orchidea falena (Phalaenopsis) crescono asimmetricamente, spuntando una per volta prima da un lato poi dall’altro. Questo pattern di crescita si distingue dallo sviluppo simpodiale, che è molto più diffuso nel mondo delle orchidee domestiche, tra cui il Dendrobium, l’Oncidium e la Cattleya. Nel post sullo sviluppo monopodiale e simpodiale delle orchidee puoi approfondire meglio l’argomento. Fasi di crescita dell’orchidea PhalaenopsisPrima di vedere come curare le orchidee è importante capire quali sono le fasi di crescita che attraversa, qual’é il suo ciclo insomma. La crescita di un’orchidea Phalaenopsis, dal momento dell’acquisto alla fioritura successiva, è caratterizzato da 3 fasi:
In giro si trovano un sacco di informazioni errate sull’orchidea Phalaenopsis, dove si dice che “le orchidee hanno un periodo di dormienza dopo la fioritura”. In realtà le Phalaenopsis non entrano in dormienza, a differenza di altre orchidee sono attive tutto l’anno. Quello che può capitare è di vedere un’orchidea crescere poco durante l’inverno o l’autunno, ma questo è dovuto alle scarse condizioni climatiche nel nostro emisfero, non alla fase di crescita dell’orchidea. Luce – IlluminazioneLe Phalaenopsis in natura crescono all’ombra degli alberi, nelle zone basse o intermedie del bosco. L’ombra della foresta equatoriale è comunque più luminosa rispetto all’ombra al nostro meridiano. La casa è un ambiente, di per sé ombroso, molto meno luminoso rispetto all’aperto o ad una serra. Durante l’inverno, quando l’intensità dei raggi solari è minima e le giornate sono corte, le orchidee vanno tenute davanti alla finestra più luminosa della casa. Durante la primavera e l’estate invece, vanno riparate dai raggi diretti nelle ore più calde del giorno. Quando il clima lo permette, le orchidee amano stare all’aperto in un luogo ombreggiato. Quanta luce serve alle orchideeLe orchidee Phalaenopsis richiedono un’ambiente ben illuminato, ma non così luminoso quanto altre orchidee. Queste piante amano la luce, ma vanno tenute al riparo dal pieno sole durante l’estate. Durante l’inverno le orchidee possono prendere luce diretta perché al nostro meridiano i raggi solari non sono così intensi da bruciare la pianta. In casa, il posto migliore in cui tenere le orchidee è davanti ad una finestra esposta a sud-est. Per essere più precisi, le Phalaenopsis richiedono tra i 10.000 e i 15000 lux per crescere al meglio delle loro possibilità. I lux possono essere misurati con un luxometro o ci si può fare un’idea indicatica utilizzando un’App luxometro anche se meno precisa. Ma non temere, se in casa non hai tutta questa luce, devi sapere che le piante hanno una certa tolleranza e possono crescere bene (ma più lentamente) anche in ambienti meno luminosi. Cerca semplicemente di tenere le orchidee nel posto più soleggiato di casa, riparandola solo dal pieno sole primaverile e estivo. Come capire se l’orchidea riceve poca luceSi può capire se la Phalaenopsis riceve poca luce guardando 3 segnali che la pianta ci manda:
Nel caso in cui la tua orchidea non riceva abbastanza luce, spostala in un luogo più luminoso oppure integra la luce con delle lampade artificiali. Nel caso delle Phalaenopsis delle lampade a led da 15W tenute a 20-30cm dalla pianta possono bastare. L’immagine qui sotto mostra come cambia il colore delle foglie al variare dell’intensità luminosa. All’ombra le foglie si scuriscono nel tentativo di attirare più raggi solari. Come capire se l’orchidea riceve troppa lucePer capire se le orchidee hanno troppa luce bisogna osservare il colore delle foglie. Le foglie delle orchidee dovrebbero essere di un verde acceso, nel caso in cui la luce fosse troppo forte, iniziano a schiarirsi tendendo sempre più al giallo. Il primo segnale di troppa luce sono le foglie gialle, con un ingiallimento che colpisce le parti più esposte al sole. Se trascurato, il problema può aggravarsi causando delle vere e proprie bruciature marroni sulle foglie. Durante l’estate possono bastare poche ore di luce diretta per provocare queste scottature, anche se il danno non è sempre subito visibile. Solitamente comunque, il sole del primo mattino o quello del tardo pomeriggio non è così intenso da bruciare le foglie. Nel caso in cui la tua orchidea riceva troppa luce, spostala in un luogo un pochino più ombroso o assicurati che non riceva luce diretta in estate. TemperaturaL’orchidea Phalaenopsis è una pianta tropicale che ama il caldo e l’umidità. Nonostante questo è molto tollerante al clima e si adatta benissimo agli ambienti domestici. La temperatura ideale per le orchidee è di 17-18°C durante la notte e 24-30°C durante il giorno, ma tollerano temperature minime di 13°C e massime superiori a 35°C (purché si tenga l’orchidea all’ombra). La temperatura va misurata vicino alle piante, con un termometro. In commercio ne trovi diversi che registrano anche le temperature minime e massime. In casa le temperature si aggirano tra in 17-18°C d’inverno e 25-30°C d’estate e sono praticamente perfette per le orchidee. Durante l’inverno, quando le temperature sono miti e la luce scarseggia, le orchidee crescono meno. In questo periodo, che va da dicembre ad aprile, le orchidee tendono a fiorire naturalmente perché l’escursione termica tra il giorno e la notte crea le condizioni ideali per la sua fioritura. Una differenza di 5-7°C tra il giorno e la notte, protratto per alcune settimane, crea uno stimolo per la pianta, al quale lei risponde gettando nuovi steli floreali. Problemi causati dal freddoTemperature troppo basse, inferiori ai 13-15°C, possono causare macchie scure (necrosi) sulle foglie e sui fiori. Più il freddo è intenso o prolungato, più i danni saranno evidenti, arrivando a ricoprire buona parte del fogliame. A temperature sotto zero, le cellule della pianta rischiano di esplodere per via della pressione, arrivando anche ad uccidere la pianta. Le macchie nere diventano visibili solamente alcuni giorni dopo che l’orchidea è stata al freddo. Se l’orchidea è stata esposta al freddo, puoi ridurre i danni facendola ambientare gradualmente al clima di casa. Per esempio puoi tenerla per alcuni giorni in un luogo fresco a 15-18°C prima di portarla in casa. Spostare un’orchidea, da un luogo troppo freddo ad uno caldo velocizza la necrosi. Meglio fare le cose gradualmente. Per via delle basse temperature, i boccioli delle orchidee possono ingiallire e asciugare, prima ancora di aprirsi. Inoltre, le temperature troppo basse, in combinazione con un tasso di umidità alto creano il clima perfetto per il proliferare di funghi. A questo si aggiunge il fatto che la pianta assorbe meno acqua, è più soggetta al ristagno idrico e aumentando così il rischio di marciume radicale. Problemi causati dal caldoI problemi causati da temperature troppo alte sono rari nella Phalaenopsis, questa orchidea tollera molto bene il caldo, anche molti gradi in più rispetto alla sua temperatura ottimale. È difficile che una temperatura eccessiva da sola causi danni all’orchidea. In combinazione con una bassa umidità o tanta luce, può portare l’orchidea a disidratarsi perché traspira ed evapora più acqua di quanta ne riesca ad assorbire. Le foglie di un’orchidea disidratata sono opache, rugose e raggrinzite. Se la causa delle foglie rugose è causata (in parte) dalla temperatura, puoi fare una di queste tre cose:
Umidità ambientale – U/RLe orchidee sono piante tropicali e amano climi umidi con un tasso di umidità del 70%. In casa, è difficile mantenere un tasso di umidità così alto, specialmente durante i mesi invernali quando è acceso il riscaldamento. Per fortuna, le Phalaenopsis si adattano bene anche ad ambienti più asciutti, con una U/R di 40-50% più vicina a quella di casa nostra. L’umidità influisce sull’apertura degli stomi della pianta, l’orchidea può sopravvivere anche in un clima secco, ma chiuderà gli stomi per ridurre la traspirazione e di conseguenza farà meno fotosintesi e rallenterà la crescita. Un clima troppo secco (<40%) può far avvizzire i fiori e i boccioli delle orchidee. 3 rimedi per alzare l’umidità in casaPer alzare l’U/R nell’ambiente in cui teniamo le orchidee ci sono diverse soluzioni, alcune più laboriose di altre. Qui sotto ti elenco i 3 metodi casalinghi per aumentare l’umidità ambientale in casa, più precisamente nell’area che circonda le tue piante:
VentilazioneL’aria della stanza in cui teniamo le orchidee dovrebbe sempre restare in movimento. Non intendo dire che casa nostra debba diventare una galleria del vento, basta che l’aria umida non rimanga stagnante intorno alle piante e che ci sia ricambio d’aria. Quando l’umidità ambientale è molto alta (>70%) sarebbe ideale ventilare la stanza con un ventilatore, in modo da prevenire l’insorgere di funghi e muffe. Terriccio per orchidee – SubstratoIl terriccio per orchidee, o meglio substrato per orchidee è il medium in cui le piante crescono le loro radici; questo può essere composto da materiale organico o roccioso purché abbia determinate caratteristiche fisiche. Il miglior terriccio per orchidee deve essere ben drenante e arioso per consentire alle radici di crescere in un ambiente ben ossigenato. Non dimentichiamo che le orchidee sono epifite e crescono sugli alberi. Utilizzare un terriccio troppo fine può rendere impossibile una cosa facile come curare le orchidee. In passato le orchidee venivano coltivate in osmunda, questa felce è ora protetta in molte zone e ad oggi è molto difficile da reperire; Il terriccio per orchidee più utilizzato è la corteccia di pino o di abete, chiamata nel gergo bark. Il bark per orchidee è economico, facile da reperire e ha le caratteristiche fisiche ideali per queste piante. Proprio per questo coltivatori di orchidee di tutto il mondo utilizzando il bark come substrato di coltivazione, ottenendo risultati eccezionali. Spesso questo terriccio viene mischiato a del muschio di sfagno per aumentare la sua capacità di trattenere acqua, solitamente 80-90% bark e 10-20% muschio di sfagno. In commercio si trovano molti mix per orchidee già pronti, alcuni buoni altri discutibili. Personalmente preferisco preparare da solo il terriccio per le mie orchidee, ma se scegli un mix già pronto fai attenzione che non contenga torba. Nell’arco degli anni, molti hobbisti sono passati dall’utilizzo del bark a substrati inerti, come l’argilla espansa o la pomice, nell’intento di ridurre la frequenza dei travasi o semplicemente per sperimentare nuove tecniche culturali (come la coltivazione semi-idroponica). Qualunque sia il terriccio per orchidee che intendi utilizzare, l’importante è che sia in grado di ricreare un ambiente umido ma ben ossigenato per le radici, senza restare bagnato troppo a lungo. Il substrato deve avere un’abbondante macroporosità per permettere all’aria di circolare tra le radici, ma anche una buona microporosità per riuscire ad assorbire e trattenere una buona quantità di acqua. Quando scegli un terriccio ricordati che ti accompagnerà per almeno 2 anni, anche in condizioni climatiche molto diverse, come l’estate e l’inverno. Scegli un substrato che ti permetta di annaffiare ogni 2-3 giorni d’estate e che asciughi in circa una settimana durante l’inverno. Corteccia per orchidee – BarkLa corteccia di pino o di abete è la componente principale di quasi tutti i substrati per orchidee. Oltre che essere il substrato che più si avvicina a quello su cui crescono le orchidee in natura, il bark garantisce un ottimo drenaggio dell’acqua e lascia libero accesso all’aria. Le dimensioni della corteccia possono variare sensibilmente. Più i pezzi di corteccia sono piccoli più acqua sono in grado di trattenere tra le particelle; viceversa più i pezzi sono grandi e minore sarà la ritenzione idrica (a vantaggio dell’ossigenazione). Il migliore bark per orchidee Phalaenopsis ha una pezzatura grossa, maggiore di 12mm. Una corteccia troppo fine potrebbe trattenere troppa acqua e causare problemi nei mesi invernali in cui l’orchidea diminuisce il suo fabbisogno idrico. Non utilizzare la corteccia per pacciamatura perché ha una pezzatura mista e contiene un sacco di spore di funghi al suo interno; Online è facile reperire del bark selezionato apposta per le orchidee. La corteccia ha un pH acido (intorno al 4) che tende ad acidificare l’acqua d’irrigazione. Per un neofita questo può sembrare allarmante ma in realtà questo ci aiuta molto nel compensare l’alcalinità dell’acqua del rubinetto. Il bark va cambiato ogni 2-3 anni, quando diventa di colore scuro e puoi spezzarlo facilmente con due dita. Come tutti i substrati naturali tende ad invecchiare col tempo, si spezzetta e si decompone. I pezzetti di corteccia si rompono e si compattano, aumentando la ritenzione idrica, mentre il pH aumenta per via della decomposizione. L’invecchiamento del terriccio è il motivo principale per cui si travasa una Phalaenopsis. Muschio per orchidee – SfagnoIl muschio per orchidee è un substrato molto spugnoso capace di assorbire molta acqua. Lo sfagno viene spesso aggiunto alla corteccia per aumentare la ritenzione idrica del mix quando si vive in ambienti caldi o asciutti. Puoi usare il muschio puro “non in mix” per aiutare a radicare piccole orchidee o piante con poche radici; questo metodo può stimolare la crescita delle radici creando un ambiente più umido. Non pressare lo sfagno, cerca piuttosto di lasciarlo bello arioso e annaffialo con cautela per non inzupparlo troppo. Il pH dello sfagno è acido (3 – 4,5 in base alla provenienza). Altri substrati per orchideeOltre al più comune bark e allo sfagno, molti altri materiali possono essere utilizzati come substrati per orchidee, sia naturali che inerti. Tra le alternative naturali al bark troviamo l’orchiata e la fibra di cocco a cubetti. I substrati rocciosi più utilizzati invece sono l’argilla espansa, la pomice e la perlite. Materiali inerti, come quelli rocciosi, non rilasciano sostanze nutritive e non si degradano nel tempo; sono molto duraturi e possono essere sterilizzati e riutilizzati più volte. Le Phalaenopsis, possono essere coltivate anche con le radici legate su delle zattere, senza vaso, mentre alcuni hobbisti si dilettano nel crescerle in vasi di vetro per fiori e radici libere (senza terriccio). Ovviamente questo tipo di coltivazione richiede un po’ più di attenzioni e vole innaffiature giornaliere. Qualunque sia il terriccio che userai, l’importante è che si adatti bene alle tue condizioni climatiche e al tempo che puoi dedicare alle orchidee. Annaffiare le orchidee – IrrigazioneComprendere quando e come annaffiare un’orchidea è un’abilità importante che bisogna imparare per capire come prendersi cura delle orchidee con successo. In questo paragrafo trovi un riassunto sull’innaffiatura dell’orchidea, se vuoi approfondire meglio l’argomento ho scritto una guida completa all’irrigazione delle orchidee. Le orchidee Phalaenopsis come sappiamo sono piante epifite, che crescono con le radici aggrappate agli alberi e libere nell’aria. Le radici di queste piante sono in grado di assorbire molto rapidamente l’acqua, grazie alla membrana spugnosa, chiamata velamen, che le ricopre. Il velamen assorbe acqua come una spugna, questa sua caratteristica è fondamentale per la sopravvivenza della pianta in natura, dove l’orchidea deve approfittare delle piogge e dell’umidità per assorbire l’acqua di cui ha bisogno. In vaso invece, bisogna fare molta attenzione a non innaffiare troppo, altrimenti questa membrana si inzupperebbe d’acqua e non lascerebbe passare l’ossigeno alle radici. Se l’apparato radicale dell’orchidea non riceve ossigeno tende a soffocare rapidamente causando la morte delle radici per asfissia. La Phalaenopsis sopporta meglio 2 di giorni senza acqua piuttosto che un paio di giorni con le radici zuppe. Per fortuna il vasetto trasparente in cui vengono coltivate le orchidee viene in nostro aiuto e ci permette di controllare con facilità se le radici sono asciutte o bagnate. Quando annaffiare le orchideeLe orchidee vanno annaffiate a radici asciutte, questo vale specialmente per l’Orchidea Falena. Se ti stavi chiedendo “ogni quanto devo innaffiare l’orchidea?” la risposta è “dipende”. Sono troppi i fattori che influiscono sulla frequenza dell’annaffiatura, come:
Per capire quando bisogna annaffiare le orchidee (più precisamente la Phalaenopsis) bisogna aspettare che il substrato e le radici siano asciutte; Questo può variare enormemente tra estate e inverno. Durante l’inverno, quando le temperature sono basse e la luce è scarsa, bisogna bagnare meno (molto meno) rispetto al periodo estivo. Per esempio, io annaffio le orchidee ogni 3 giorni d’estate, mentre in inverno le bagno ogni 7-10 giorni. Per capire quando annaffiare le orchidee ci sono 2 metodi molto semplici con cui non puoi sbagliare:
Come annaffiare le orchideeLe orchidee possono essere annaffiate in due modi, per immersione oppure dal bordo del vaso. L’innaffiatura per immersione consiste nell’immergere il vasetto dell’orchidea fino all’orlo in una bacinella d’acqua. Lascia il vaso immerso per 5-10 minuti per dare tempo al terriccio di idratarsi. Finito, prima di rimettere l’orchidea al suo posto assicurati di lasciar gocciolare via l’acqua in eccesso. Con questo metodo il substrato assorbe tutta l’acqua che riesce a trattenere ed è perfetto per annaffiare le orchidee nei mesi caldi (quando la pianta richiede più acqua). L’annaffiatura dal bordo è molto intuitiva, consiste nel versare l’acqua sul terriccio, come si farebbe con qualunque altra pianta. Annaffia abbondantemente perché il substrato per orchidee drena l’acqua molto velocemente. Se bagnato in questo modo il terriccio diventa umido in superficie ma rimane piuttosto asciutto all’interno. Questo tipo di annaffiatura è migliore d’inverno quando la pianta necessita di poca acqua ed è a rischio ristagno. Problemi dovuti ad una scorretta annaffiaturaI problemi più comuni dovuti ad una scorretta annaffiatura sono molto spesso dovuti al terriccio troppo bagnato. Ci si può dimenticare di innaffiare un’orchidea Phalaenopsis per giorni senza grossi danni ma bisogna evitare che il terriccio rimanga bagnato troppo a lungo. Un’annaffiatura troppo frequente soffoca le radici delle orchidee. Il primo segnale dell’asfissia radicale sono le foglie gialle; Se il problema viene trascurato le radici marciscono e muoiono. Un’orchidea senza radici non riesce ad assorbire acqua e si riconosce dalle foglie flosce e avvizzite. Concimare le orchidee – FertilizzanteLa concimazione per le orchidee è importante tanto quanto per le altre piante. Oltre all’acqua, la luce e l’anidride carbonica, l’orchidea necessita anche si sostanze nutritive per potersi sviluppare e svolgere le sue funzioni fisiologiche. In natura le orchidee epifite vengono “concimate” da materiale vegetale decomposto, scarti di animali e particelle di terra; In casa puoi tranquillamente concimare le orchidee con del fertilizzante liquido o solubile. Diffida dalle ricette per autoprodurre un concime naturale fatto in casa. Creano più problemi che altro. Le orchidee non hanno bisogno di molto concime per sopravvivere, ma quel poco è fondamentale. Per questo bisognerebbe concimare le orchidee con del fertilizzante ben diluito. Quando concimare le orchideeLe Phalaenopsis sono orchidee a crescita continua e possono essere concimate tutto l’anno. Le orchidee sono piante che richiedono poco fertilizzante ma amano riceverlo frequentemente. Quanto frequentemente ? Beh questo sta a te, puoi concimare le orchidee ogni 4 bagnature, ogni 2 oppure ad ogni annaffiatura. Ovviamente le dosi di fertilizzante cambiano in base alla frequenza con cui concimi, nel prossimo paragrafo ti spiego meglio. Quando la pianta è in fioritura bisogna stare particolarmente attenti a non esagerare con il fertilizzante, specialmente se contiene molto Azoto (N). Troppo fertilizzante durante il periodo di fioritura può far avvizzire i fiori, mentre troppo Azoto nella soluzione nutritiva può far cadere i boccioli prima ancora che si aprano. Da qui nasce il mito che le orchidee non devono essere concimate in fioritura. In realtà le piante possono essere fertilizzate anche in questo periodo, anzi, se fatto correttamente rende la fioritura ancora più maestosa. Come concimare le orchideeIn molti si chiedono come concimare le orchidee e la verità è che esistono molti modi per farlo, alcuni più semplici di altri. Un metodo semplice con cui puoi iniziare consiste nel somministrare del fertilizzante completo contenente anche micronutrienti (liquido o solubile) durante tutta la fase di crescita e di fioritura. Questo metodo è il più facile ed è quello che ti consiglio se non hai dimestichezza con il fertilizzante. In base alla frequenza con cui concimi le orchidee, il dosaggio del fertilizzante cambia. Per esempio, se concimi una volta ogni 2-3 innaffiature puoi utilizzare il dosaggio consigliato dal produttore di fertilizzante, se invece lo fai ad ogni bagnatura dovrai diluire solo metà della dose raccomandata. Ho scritto un articolo molto interessante sulla concimazione, se ti interessa lo trovi qui. Se l’utilizzo del fertilizzante non ti spaventa e vuoi risultati migliori, puoi concimare tenendo in considerazione la fase di sviluppo della pianta. Ecco come concimare le orchidee in modo professionale:
Il dosaggio del fertilizzante va corretto in base alla frequenza dell’innaffiatura, come spiegato poco fa. Se anche a te piace misurare la salinità dell’acqua d’irrigazione, la soluzione nutritiva per le orchidee dovrebbe avere una EC compresa tra 0,75 e 1,25 ms/cm. Travasare l’orchidea Phalaenopsis – RinvasoIl rinvaso dell’orchidea va fatto ogni 2-3 anni per sostituire il terriccio vecchio con uno nuovo e per dare alla pianta più spazio per crescere. La procedura è un po’ diversa rispetto a quella con cui si travasano altre piante, soprattutto per il fatto che le orchidee non vengono coltivate nel terriccio tradizionale a base di torba. Ci sono delle accortezze particolari di cui bisogna tenere conto, tra cui:
Vediamole insieme… Quando travasare l’orchideaIl momento migliore per travasare le orchidee è al termine della fioritura, quando la pianta riprende a sviluppare nuove radici. Il nuovo apparato radicale può così crescere direttamente nel nuovo substrato e si limita al minimo lo stress da travaso. Capire quando travasare l’orchidea è molto semplice e (per fortuna) non va fatto dopo ogni fioritura. Il rinvaso dell’orchidea falena (Phalaenopsis) va fatto in 3 circostanze:
Come travasare l’orchideaIl rinvaso delle orchidee monopodiali come la Phalenopsis è molto semplice e facile da imparare. La cosa che rende il travaso di queste piante diverso da quelle tradizionali è il terriccio. A differenza del Ficus o della Begonia, le Orchidee non vengono coltivate in torba ma nella corteccia (o altri materiali molto drenanti). Questo è un’enorme punto a favore per le orchidee perché ci permette di ispezionare bene le radici e rimuovere quelle marce. Vediamo insieme come travasare l’orchidea passo per passo :
Finito ! Come vedi è veramente molto facile rinvasare un’orchidea di questo tipo. Fioritura della PhalaenospisLa Phalaenopsis è probabilmente l’orchidea con la fioritura più spettacolare tra tutte e anche una di quelle che fiorisce più a lungo. Non è difficile capire perché questa pianta ha trovato posto nelle case di milioni di Italiani, grazie anche alle centinaia di diverse colorazioni e conformazioni sul mercato. Di orchidee Phalaenopsis ce ne sono letteralmente per tutti i gusti, con fiori grandi, piccoli, con un solo stelo o con 7-8, dal portamento eretto o cascante. Oltre alla sua bellezza, il motivo per cui queste orchidee hanno preso così tanto piede è per il fatto che le troviamo fiorite durante tutto l’arco dell’anno, dal natale alla festa della mamma. Perché ? Semplice, perché la fioritura della Phalaenopsis può essere indotta in qualsiasi momento dell’anno, non solamente a febbraio/marzo quando siamo soliti vederle fiorire al nostro meridiano. Come si induce a fiorire questa orchidea ? Lo vediamo tra poco, nel frattempo cerchiamo di capire qualcosa di più sulla fioritura. Quanto dura la fioritura dell’orchidea ?La fioritura dell’orchidea Phalaenopsis dura circa 2-4 mesi da quando il primo bocciolo inizia ad aprirsi a quando cade l’ultimo fiore. Incredibile vero? Una sola orchidea può fiorire per quasi un terzo dell’anno. Ma è sempre così ? Non proprio, anche se la fioritura dell’orchidea falena è normalmente lunga, bisogna evitare di stressare la pianta per evitare che perda prematuramente i fiori. Per fortuna ci sono degli accorgimenti che si possono adottare per allungare la fioritura dell’orchidea, tra cui:
Mettendo i pratica questi accorgimenti (quando possibile) l’orchidea può arrivare a raddoppiare la durata della fioritura. Ricorda di non mettere mai le orchidee vicino alla frutta, come potrebbe succedere se tieni la pianta sul tavolo della cucina. Molti frutti maturando rilasciano un gas chiamato etilene, che può far perdere i fiori alla tua pianta in men che non si dica. Perché l’orchidea non rifiorisce ?Qui in Italia, le orchidee fioriscono normalmente tra gennaio e marzo, senza bisogno di far nulla se non dare acqua e luce a sufficienza. Quindi, se le condizioni sono giuste la Phalaenopsis fiorisce tutti gli anni. Se la tua orchidea non rifiorisce da più di 12 mesi (nonostante sia sana) molto probabilmente la causa sarà:
Come indurre la fioritura dell’orchideaPrima di vedere come forzare un’orchidea a fiorire bisogna capire cosa si intende per induzione alla fioritura. Molte piante, hanno bisogno di un “innesco” per capire che è arrivata la loro stagione per fiorire; questo può essere la temperatura oppure il fotoperiodo (numero di ore di luce/buio giornaliere). Nel caso della Phalaenopsis l’innesco che le induce a fiorire è la temperatura, per l’esattezza l’escursione termica tra il giorno e la notte. Non è l’unica della sua famiglia ad adottare questo comportamento, anche Dendrobium, Cymbidium e tante altre orchidee necessitano di freddo per fiorire. A un’orchidea falena serve uno sbalzo termico giorno/notte di circa 5-8°C per iniziare a fiorire; In natura questo avviene nella stagione delle piogge. E come si induce la fioritura dell’orchidea in casa? Sposta l’orchidea in un luogo fresco la notte, se necessario anche all’aperto, facendo attenzione che le temperature non scendano mai sotto i 13-15°C . Durante il giorno invece tieni la pianta in casa a una temperatura maggiore. Continua questo processo finché lo stelo (o gli steli) floreale non inizia a crescere, solitamente ci vogliono 2-3 settimane. Più è accentuato lo sbalzo termico e più veloce sarà il processo. Una volta che lo stelo floreale inizia a crescere la fioritura è ufficialmente iniziata e l’induzione è avvenuta con successo. Ora puoi lasciare la Phalaenopsis al suo posto senza doverla più spostare, dovrai solo attendere che lo stelo cresca e fiorisca. Potare lo stelo dell’orchideaLa tematica sulla potatura dello stelo apre sempre un dibattito tra chi dice che lo stelo non va mai potato e chi invece afferma che deve sempre essere tagliato. La verità è che dipende dalla salute della pianta, da preferenze estetiche e da ciò che ci si aspetta dalla fioritura successiva. Ricorda che in natura nessuno passa a dare una “spuntatina” agli steli delle orchidee quando sfioriscono, le piante non ne hanno bisogno. Personalmente preferisco potare lo stelo alla base per una questione estetica, in modo che la pianta rifiorisca su uno stelo nuovo che cresce regolare e con fiori belli grossi. Ma questo è un mio gusto personale, la potatura dell’orchidea può avvenire anche al 1-3° internodo non fiorito o può non essere proprio fatta. Anzi, in alcuni casi lasciando lo stelo si da modo alla pianta di produrre dei keiki, piccole piantine identiche a loro. Se l’apice dello stelo rimane verde e vivo, l’orchidea può rifiorire sullo stesso stelo quando le condizioni climatiche glie lo permettono. Quando potare lo stelo dell’orchideaLo stelo dell’orchidea falena può essere potato a fine fioritura, quando i fiori si sono seccati o sono caduti. Se lo stelo è ramificato ed una ramificazione ha ancora dei fiori o dei boccioli puoi tranquillamente tagliare via la porzione di ramo secca. Come potare lo stelo dell’orchideaLa potatura dello stelo della Phalaenopsis può essere fatta in 3 modi:
Se l’apice dello stelo è ancora vivo si può scegliere di non potarlo affatto perché, se indotto a fiorire, potrebbe riprendere la fioritura in poche settimane. La forma del ramo purtroppo sarà un po’ “spettinata” e tenderà a crescere verso il basso. Personalmente preferisco tagliare lo stelo alla base o sopra il primo nodo, ma quando mi chiedono come potare le orchidee non posso non fare cenno anche agli altri metodi. Malattie e parassiti delle orchideeLe orchidee sono piante molto resistenti, ma come tutti gli esseri viventi sono soggette a malattie e parassiti. In questo paragrafo cercheremo di capire rapidamente quali sono i mali che affliggono più comunemente le orchidee, in modo da sapere come agire per combatterli. I problemi parassitari e le malattie non sono di certo gli argomenti più divertenti da leggere, per questo ho cercato di sintetizzare il più possibile in modo da toccare solo i concetti fondamentali. Se a fine lettura ti interessa approfondire di più sull’argomento ti rimando a questi due post “Parassiti e malattie delle orchidee” e “Orchidee malattie delle foglie“. Bene, vediamo ora quali sono le malattie e i parassiti che più spesso infestano le orchidee. Insetti che infestano le orchidee
Funghi dannosi per le orchidee
Malattie batteriche delle orchideeLe infezioni batteriche sono abbastanza comuni nelle orchidee e sono caratterizzate da macchie marroni acquose e puzzolenti. I batteri possono infiltrarsi nei tessuti dell’orchidea da ferite aperte o attraversando le pareti cellulari per mezzo dell’acqua stagnante. Se la tua orchidea ha una malattia batterica rimuovi immediatamente le parti colpite tagliando con forbici sterilizzate dove il tessuto è ancora sano; poi disinfetta le ferite con cannella o prodotti a base di zolfo. Virus delle ochideeTra i mali che possono affliggere le orchidee abbiamo anche i virus che possono provocare mutazioni nella forma di foglie e fiori o cambiamenti di colore nelle varie parti della pianta. È impossibile identificare con certezza la presenza di un virus nell’orchidea, se non con test scientifici in laboratorio. Purtroppo non esiste una cura per questi virus, si può solamente limitare il problema isolando la pianta o scartarla. Problemi comuni delle orchideeL’ orchidea Phalaenopsis è una pianta molto resistente che si adattano senza problemi alla vita in casa e ci perdona molti errori di coltivazione. Può capitare però, che per causa nostra o di un ambiente non idoneo le orchidee abbiano dei problemi nella crescita. Alcuni problemi comuni sono le foglie gialle, foglie flosce, la perdita dell’apparato radicale, la caduta prematura dei boccioli e via dicendo. In questo paragrafo vediamo quali sono i problemi comuni delle orchidee, impariamo a riconoscerli e come risolverli. Orchidea Foglie GialleSono diversi i motivi per cui le foglie dell’orchidea diventano gialle, per riuscire a capire qual’è la causa bisogna tenere conto delle circostanze in cui si trova, come luce, acqua ed età della pianta. In questo post ne cito alcune, se vuoi saperne di più puoi leggere il mio articolo sulle “9 cause principali delle foglie gialle“. Se la foglia gialla è quella più vecchia (la più vicina al colletto) è normale, ogni anno le Phalaenopsis producono 1-2 foglie nuove e perdono 1-2 foglie vecchie. In questo caso puoi lasciare la foglia attaccata fino a quando non è secca e poi rimuoverla. Le foglie delle orchidee diventano gialle per altri 2 motivi:
Orchidea Foglie FlosceLe foglie flosce delle orchidee sono sintomo che la pianta è disidratata e non riesce ad assorbire abbastanza acqua. Le foglie flosce possono essere dovute ad annaffiature sporadiche o a problemi radicali. Se la tua orchidea ha foglie flosce controlla per prima cosa le radici, per capire se la pianta è in grado di assorbire acqua. Le radici dovrebbero essere sane e dal colore argenteo, se è così allora annaffia l’orchidea per immersione e spostala per un paio di giorni in un luogo umido e ombroso. Nel caso in cui le radici sono secche o marce significa che sono morte per asfissia. Annaffiare ora sarebbe come gettare benzina sul fuoco. Rinvasa la pianta, rimuovendo tutte le radici morte prima che il problema si aggravi. Se le foglie sono molto asciutte puoi aiutarle ad idratarsi passando della carta da cucina bagnata sopra e sotto la pagina fogliare. Orchidea macchie nere sulle foglieTra i motivi per cui si creano macchie scure sulle foglie delle orchidee ci sono danni fisici, troppa luce, parassiti e malattie o carenze nutrizionali. I danni fisici sono provocati durante il trasporto o perchè l’orchidea è caduta accidentalmente, nel punto la foglia viene danneggiata si crea una cicatrice di colore marrone. La luce diretta del sole nei mesi caldi può provocare gravi bruciature marroni sulle foglie, specialmente nelle ore centrali del giorno. Un altra causa frequente per le macchie nere sulle foglie sono i parassiti che si nutrono di linfa, la muffa fuligginosa che cresce sulla melata o infezioni batteriche; quest’ultime si riconoscono dall’aspetto acquoso e dal cattivo odore. Orchidea boccioli gialli o che cadonoPuò capitare che i boccioli delle orchidee non si aprano o cadano prematuramente, questo può causare un grosso dispiacere, specialmente se si aspetta la fioritura da tempo. Le cause sono diverse, partiamo col dire che quando si acquista un’orchidea le servono alcuni giorni per ambientarsi al clima di casa e nel frattempo può perdere qualche bocciolo e qualche fiore si può ammosciare, è normale. In inverno bisogna fare attenzione agli spifferi d’aria fredda, perché possono far ingiallire e seccare i boccioli in poco tempo. Purtroppo i danni da freddo diventano visibili solo qualche giorno dopo, quando spesso è troppo tardi. Anche l’aria troppo secca può compromettere l’apertura dei boccioli, che potrebbero cadere prima di aprirsi. Per evitare che l’orchidea perda tutti i boccioli, spostala al riparo da spifferi d’aria fredda o dall’aria troppo asciutta. ConclusioniHo scritto questa guida come curare le orchidee per aiutarti a capire meglio le esigenze della Phalaenopsis e quali cure dobbiamo darle per farla crescere sana e rigogliosa. Dal momento in cui l’acquisti al resto della sua vita. L’articolo è piuttosto lungo e dettagliato, qui sotto cerco di riassumerlo spolpandolo all’osso. L’orchidea falena è una pianta molto resistente che si adatta bene agli ambienti domestici, sopporta bene il caldo e richiede poche attenzioni e cure. Per cresce bene questa pianta ha bisogno di un davanzale luminoso e di un’ambiente umido. Le annaffiature vanno fatte quando le radici sono asciutte e hanno un colore argenteo; possono essere fatte per immersione oppure versando l’acqua dal bordo del vaso. Ogni 2-3 anni bisogna rinvasare l’orchidea per cambiare il terriccio ormai vecchio e darle più spazio per crescere. Il terriccio deve drenare bene in modo da prevenire ristagni d’acqua intorno alle radici; La corteccia svolge egregiamente questa funzione. Le Phalaenopsis fioriscono spontaneamente tra gennaio e marzo (in Italia) ma la fioritura può essere indotta in qualunque momento dell’anno ricreando un’escursione termica di 5°C o più tra il giorno e la notte. Alla fine della fioritura si può potare lo stelo, a seconda del tuo gusto personale puoi effettuare la potatura alla base oppure sotto al primo internodo vuoto (dove è nato il primo fiorellino). Spero che la guida ti sia piaciuta e ti torni utile, la coltivazione delle orchidee è un tema molto vasto e le tecniche colturali sono tante, tutto sta nel trovare il giusto equilibrio tra luce, temperatura, umidità e nutrienti. Il modo migliore per farlo? Osservando le piante e dandole le attenzioni che meritano, loro in cambio ti daranno fioriture meravigliose. Come si mantiene l'orchidea in casa?È preferibile annaffiare all'inizio della giornata e anzi, la cosa migliore sarebbe immergere il vaso per 5-10 minuti in un secchio pieno d'acqua. In questo modo la sua orchidea sta bene per sette giorni senza acqua. Nel suo ambiente naturale la Phalaenopsis gode di un alto grado di umidità.
Come si fa a non far morire l'orchidea?Per evitare di far marcire la pianta, il metodo migliore per annaffiare le orchidee e quello di immergere il vaso in una bacinella per qualche minuto (il bordo del vaso deve essere a livello dell'acqua), oppure dall'alto evitando di fare entrare acqua nel fusto, tra le foglie.
Come capire se l'orchidea ha bisogno di acqua?La migliore indicazione per capire se la sua orchidea ha abbastanza acqua è il colore delle radici: se sono verdi la pianta è abbastanza umida. Come le radici diventano grigie la sua orchidea ha bisogno di acqua.
Quanta acqua si deve dare alle orchidee?Se proprio vogliamo dare dei numeri, possiamo dire che, indicativamente, nei periodi più caldi, seconda dei casi possono servire dalle due alle quattro irrigazioni settimanali, mentre nei periodi freddi, un'annaffiatura può essere sufficiente.
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