"Luci a San Siro" è un brano di Roberto Vecchioni del 1971 ed inciso nel disco d'esordio del cantautore lombardo "Parabola". Le musiche di questa canzone sono state realizzate da Andrea Lo Vecchio e da Giorgio Antola mentre il testo è stato scritto dallo stesso Vecchioni. In realtà, il brano, non era totalmente un inedito poichè venne inciso qualche mese prima dal cantate Rossano, Rossano Attolico all'anagrafe, su di un 45 giri. In questo caso però la canzone presentava un testo diverso e portava come titolo "Ho perso il conto". Questa versione non ebbe successo ed è, quindi, chiaro che a fre la differenza è stato il testo di Vecchioni visto il fatto che la seconda pubblicazione ha reso questo brano una perla della discografia italiana ed uno dei maggiori successi del repertorio di Vecchioni. Il brano offre diverse letture poichè può essere visto come un'analisi della vita dello stesso Vecchioni che pur avendo ottenuto fama e soldi rimpiange gli anni della giovinezza, il primo amore e la sua prima automobile. Ma "Luci a San Siro" può essere visto anche come un discorso tra un artista ed il suo impresario: una riflessione inerente al mondo discografico che può essere letta tramite frasi come: "Mi han detto <E' vecchio tutto quello che lei fa...parli di donne da buoncostume...di questo han voglia se non l'ha capito già>". Qualunque sia la chiave di lettura che si vuole dare a questo testo, lo stesso Vecchioni ha sottolineato la varietà interpretativa del brano, è evidente il ricordo alla Milano vissuta da un ragazzino semplice, senza soldi in tasca al fianco della sua prima fidanzatina che risponde al nome di Adriana, sua vicina di casa e musa di Vecchioni anche per altre canzoni come "Mi manchi" ed "Archeologia". Un ricordo, nel testo, va anche alla sua prima auto regalatagli nel 1962 dal padre per il superamento a pieni voti dell'esame di maturità: per la cronaca era una Seicento grigio topo. Tra le altre cose, "Luci a San Siro" è stata anche una vittima della feroce censura di quegli anni, infatti, la parte iniziale "Hanno ragione, hanno ragione...mi han detto <E' vecchio tutto quello che lei fa,...parli di donne da buoncostume,...di questo han voglia se non l'ha capito già>" era in realtà "Hanno ragione, sono un coglione...mi han detto <E' vecchio tutto quello che lei fa,...parli di sesso, prostituzione,...di questo han voglia se non l'ha capito già>" mentre, più avanto nel testo, la frase "tra le sue gambe" è diventata "tra le sue braccia". Cambiamenti forzati che però non hanno scalfito il successo di questo capolavoro assoluto della nostra musica. Tra i tanti riconoscimenti avuti da questo brano anche quello di Francesco Guccini che ha più volte dichiarato che avrebbe voluto scrivere lui stesso questa canzone e, in segno di ciò, spesso la esegue nei suoi concerti. Altra curiosità legata a questo brano ed a tutto il disco "Parabola" è la presenza tra i musicisti di un altro grande nome della musica italiana e cioè quello di Tullio De Piscopo a cui è stata affidata, ovviamente, la batteria. Nel suo ultimo album "I colori del buio", inoltre, Vecchioni ha riproposto questo brano in una versione particolare in duetto con Mina.
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Chitarrista, hai le dita incriccate? Scopri il metodo per sbloccare le tue ditaRE RE4 RE Hanno ragione, hanno ragione MIm mi han detto:"È vecchio tutto quello che lei fa, LA parli di donne da buon costume, SOL LA RE di questo han voglia se non l'ha capito già" FA#m E che gli dico:"Guardi non posso, io quando ho SI7 MIm amato ho amato dentro gli occhi suoi, SOLm6+ RE FA#m magari anche fra le sue braccia SOL6/LA LA7 RE ma ho sempre pianto per la sua felicità RE Luci a San Siro, di quella sera MIm che c'è di strano, siamo stati tutti là LA MIm7 ricordi il gioco, dentro la nebbia tu ti nascondi LA RE e se ti trovo ti amo là FA#m ma stai barando, tu stai gridando SI7 MIm così non vale è troppo facile così SOLm RE FA#m trovarti e amarti, giocare il tempo, SOL6/LA LA RE SIb7 sull'erba morta e con il freddo che fa qui
MIb Ma il tempo emigra, m'han messo in mezzo, FAm non son capace più di dire un solo no SIb FAm7 ti vedo e a volte, ti vorrei dire ma questa gente SIb MIb intorno a noi che cosa fa? SOLm Fa la mia vita, fa la tua vita DO7 FAm tanto doveva prima o poi finire lì LAbm MIb LAb6/SIb ridevi e forse, avevi un fiore, non ti ho capita SIb MIb SI7 non mi hai capito mai
MI Scrivi Vecchioni, scrivi canzoni FA#m che più ne scrivi e più sei bravo e fai danè SI tanto che importa, a chi le ascolta FA#m7 SI7 MI se lei c'è stata o non c'è stata e lei chi è? SOL#m Fatti pagare, fatti valere DO#7 FA#m più abbassi il capo e più ti dicono di sì LAm MI e se hai le mani sporche, che importa LA6/SI SI7 MI DO7 tienile chiuse, nessuno lo saprà
FA Milano mia, portami via, fa tanto freddo, schifo SOLm non ne posso più DO7 facciamo un cambio, prenditi pure SOLm7 DO7 FA quel po' di soldi quel po' di celebrità LAm ma dammi indietro, la mia "Seicento", RE7 SOLm i miei vent'anni e una ragazza che tu sai SIbm FA Milano scusa, stavo scherzando DO7 FA luci a San Siro non ne accenderanno più
Chitarrista, hai le dita incriccate? Scopri il metodo per sbloccare le tue ditaCredits
Autori: LO VECCHIO ANDREA, VECCHIONI ROBERTO
Copyright: © UNIVERSAL MUSIC PUBLISHING RICORDI S.R.L
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Luci a San Siro è una canzone del 1971, incisa con l'album Parabola che è quello di debutto di Roberto Vecchioni. È la reinterpretazione di Ho Perso Il Conto, un 45 giri pubblicato pochi mesi prima dal cantante barese Rossano, dove Vecchioni al testo originale sostituisce quello autobiografico in cui racconta il suo amore per Adriana, colei che fu sua vicina di casa nonché fidanzata per quattro anni e vera musa ispiratrice.
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Alberto Moneti
35 anni, polistrumentista: pianoforte, chitarra, batteria, clarinetto. Ha conseguito la licenza in teoria musicale e solfeggio presso il Conservatorio Cherubini di Firenze. Dal 1997 è organista presso la Basilica di Santa Maria del Sasso, a Bibbiena (AR).