Il faro delle orche storia vera finale

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Peto, guardiano di un remoto faro a sud della Patagonia tranquillo nella solitudine insieme alle sue amate orche è costretto a confrontarsi con Lola, una mamma proveniente dalla Spagna, e con il figlio autistico Tristan. Certo che quello non sia il posto adatto per gente di città e tantomeno per un bambino affetto da disabilità, Peto è inizialmente infastidito dalla loro presenza: successivamente si accorgerà di quando sia profondo e meraviglioso il rapporto che riesce ad instaurare con i due, condividendo l’immensa passione per la natura che li circonda.

Il faro delle orche è disponibile su Netflix anche in lingua italiana.

21 Gennaio 2022/

Anna : Papà voglio salutare ciuchino, ma è troppo lontano.

Io : chiamalo e verrà ! 

Anna : Ciuchinoooo… Ciuchinoooo

E così è stato. L’asinello dal lato opposto del campo si è avvicinato lentamente per prendersi le carezze dei miei figli e un po’ di erbetta fresca da mangiare.

I bambini sono immersi nelle dinamiche di “creazione” molto più di quanto non lo siano gli adulti. Per loro è una condizione naturale che non devono sforzarsi di etichettare o descrivere. Come un pesce immerso nell’acqua di cui non si accorge, anche i bambini sono inconsapevoli delle forze che governano il loro mondo.

Le ragioni le conosciamo bene. Non hanno sovrastrutture, rispetto agli adulti usano più sensi e questi sono più sviluppati. Vedono e percepiscono cose che noi non riusciamo più a vedere ormai da tempo.

Possiamo seguire il loro esempio ? Possiamo chiedere e ricevere come se fosse la cosa più normale del mondo ? Forse possiamo farlo seguendo il consiglio di Nikola Tesla:

Se vuoi scoprire i segreti dell’Universo,pensa in termini di energia, frequenza e vibrazioni”

L’asinello ha sentito il richiamo di un bimbo innocuo, ma soprattutto una vibrazione  innocente di gioia e partecipazione in perfetta risonanza emotiva si è avvicinato naturalmente.

Quando consideriamo tutta la materia che ci circonda come onde di energia possiamo decidere di entrare in risonanza per avere un’esperienza migliore. Tutto è energia in movimento, una pietra , un’animale, i nostri corpi, un’esperienza.  Come trattiamo ciò che abbiamo davanti determina il risultato che sperimentiamo in ogni momento e ciò vale anche per il nostro rapporto con gli oggetti (incluso il denaro).

Ad esempio capita ogni tanto che il mio pc si blocchi e fin quando lo considero una macchina senza anima, imprecando e minacciando nulla accade. Poi si alza Enza, la mia super collaboratrice dall’anima tecnologica, basta che si avvicini senza toccare nulla per dissolvere il problema. Puf! Non esiste più, funziona tutto alla perfezione. Ti è mai capitata una cosa del genere ? Con l’auto, con il telefono, il pc o qualsiasi cosa ti venga in mente ? A me accade regolarmente.

A volte mi basta pensare “ ..visto? questo problema all’auto non si è più presentato!” e all’istante si accende la spia. Scoppio in una risata sarcastica perché vorrei tirare un pugno lo ammetto, ma la dinamica è chiara. Quel mio modo di dare attenzione al “problema” ne richiama la vibrazione.  Per scongiurare l’accaduto avrei dovuto pensare “la macchina sta andando bene” , a quel punto:  nessun cambio di vibrazione=nessuna spia.

Tutto è energia e noi interagiamo con il tutto.

Nell’esempio tratto dal film “Le ricette della Signora Toku” , quella che per  Sentaro  appare una semplice “marmellata di fagioli” per la signora Toku è una poesia. Una relazione viscerale che si sviluppa proprio da questo principio secondo il quale  uomo-materia – essere viventi interagiscono continuamente tra di loro ed è possibile farlo seguendo solo due strade: l’amore o la paura.

Puoi ottenere migliori risultati se ti sforzi di considerare “tutto” come qualcosa di vivo , animato, con uno spirito che reagisce al tuo “amore” o alla tua “paura” di conseguenza.

Quando la Signora Toku dice “dobbiamo accoglierli nel modo giusto”   Sentaro pensa che si stia riferendo ai clienti. Ma lei si riferisce ai fagioli  “ si sono disturbati ad arrivare da noi dalla terra in cui erano […] farli cuocere così presto è una mancanza di rispetto prima devono familiarizzare bene con lo zucchero, fare conoscenza. E’ come un primo appuntamento. Ora siete lì, uno di fronte all’altro, imparate a conoscervi”

https://www.filmatrix.it/wp-content/uploads/2017/06/le-ricette-di-toku.mp4

Questa relazione con  qualcosa di apparentemente “inanimato”  (abbiamo già detto  che tutto è energia in movimento) rende la marmellata di  Toku  unica, straordinaria, al punto da attirare la folla di avventori in negozio.

L’anziana signora può apparire pazza proprio come un adulto che chiama “ciuchinooo”, ma se a farlo è un bambino, se a parlare con i fagioli fosse stata mia figlia la capiremmo. Scuoteremmo con dolcezza il capo e farfuglieremmo qualcosa del tipo  “ che belli i bambini!! come sono dolci”

E noi invece ? Come siamo noi?
Arrabbiati, frustrati, incazzati, delusi, cinici e stressati . Con i pensieri che derivano da questi stati d’animo emettendo le corrispondenti vibrazioni pretendiamo che l’Universo ci restituisca “una dolce marmellata”. La verità la conosciamo entrambi. Se non si cambiano le vibrazioni la marmellata sarà amara.

Per fortuna i film sono pieni di questa magia e ci ricordano continuamente di andare oltre le apparenze. Animali magici, macchine parlanti, mondi paralleli e di tanto in tanto una storia vera che si confonde con la fantasia, tanto per ricordarci che i confini tra il possibile e l’impossibile non sono mai chiari. 

Come la storia di Beto, un uomo che studia il comportamento delle orche assassine fino a sviluppare con loro un rapporto di amore: ci parla,ci gioca  e comunica con loro continuamente. Le orche sono tutta la sua vita. Un giorno  arriva un bambino autistico che sembra avere dei grossi benefici dal contatto con le orche, le vibrazioni emanate dal loro verso hanno un effetto immediato sulla salute del piccolo. La “delfinoterapia” è una pratica riconosciuta e praticata.

Il bambino lo ha capito, ma lo hanno capito anche le orche che rispondono ai suoi richiami. In questa scena, pur non essendoci un messaggio descrittivo assistiamo a qualche minuto di pura bellezza, vibrazioni che risuonano e si incontrano per dar vita all’energia guaritrice.

Il fatto straordinario che ci fa comprendere ancora una volta la nostra relazione con il tutto  è l’epilogo di questa storia vera. Beto fu allontanato da quei luoghi per aver favorito l’incontro tra le orche assassine e un bambino esponendolo alla possibile ferocia degli animali.

Fu  trasferito in una zona, El Doradillo, in cui non erano mai state avvistate orche assassine.  Dopo qualche anno dalla venuta di Beto però, gli avvistamenti  divennero sempre più frequenti. A chilometri di distanza senza conoscere i luoghi, quegli esseri che noi chiamiamo “animali” hanno sentito le vibrazioni dell’amore e le hanno seguite. Si narra che per parecchio tempo, Beto e le orche si siano incontrati di nascosto perché ancora oggi non è permesso dalla legge.

https://www.filmatrix.it/wp-content/uploads/2017/06/le-orche-di-beto.mp4

Mi piacerebbe  che questo film “ Il faro delle orche” arrivasse lontano per far conoscere la storia di Beto e comprendere chi siamo, quanto siamo interconnessi con tutto ciò che ci circonda e qual è la nostra vera natura.

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Virginio

p.s. segui gli aggiornamenti del gruppo pubblico per conoscere le prossime date delle meditazioni collettive e guidate (sempre lasciandoci ispirare da scene di film) https://www.facebook.com/groups/filmatrixcambialatuavita/

Come finisce il film Il faro delle orche?

La grande conquista si trova nel finale dove il piccolo, ormai conscio del suo rapporto con le orche, in particolare con una di esse, si avvia autonomamente verso riva e qui, per mezzo della musica di una armonica, richiama l'animale e, manifestando totale padronanza della situazione, si tuffa in acqua e inizia a ...

Dove si trova il faro delle orche?

Il campo d'azione si sviluppa, infatti, interamente in Patagonia, nei pressi di due grandi fari, dove vive Peto isolato dal mondo, con il suo amato cavallo bianco e la sua macchina fotografica.