Qual è il miglior pellet per la stufa

In questa guida definitiva capirai come poter scegliere il pellet migliore e quello più economico per la tua stufa senza canna fumaria o classica.

Non solo. Ti forniremo tanti consigli sulle tipologie di pellet, faggio, abete, austriaco, presenti sul mercato. E andremo anche a vedere le offerte di pellet economico per acquistarne magari un bancale e risparmiare.

Ricorda poi che a seconda della tipologia di pellet prescelto la pulizia della stufa a pellet sarà più o meno complicata.

Sommario

  • Quali sono le caratteristiche che deve avere il pellet
  • Quali sono le tipologie di pellet esistenti
    • Il pellet 100% di faggio
    • Il pellet 100% di abete
    • Il pellet misto abete e faggio
    • Il pellet di castagno
    • Il pellet di conifere
    • Il pellet misto
  • La provenienza geografica del pellet
  • La certificazione del pellet
  • Come viene fatto il pellet
  • Quali formati di pellett in commercio
  • La quantità di pellet per la stagione invernale
  • Come risparmiare sul pellet

Quali sono le caratteristiche che deve avere il pellet

Innanzitutto il pellet è un agglomerato di forma cilindrica o ovulare di piccole dimensioni, composto dagli scarti delle lavorazioni del legno di differenti essenze.

Il pellet in sacchi o bancali è il combustibile ideale per stufe o caldaie. È definito anche di biomassa compressa, naturale ed ecologico, ad alto rendimento ed economico.

Per poter però giovare di tutti questi vantaggi d’uso ed acquisto è necessario scegliere il pellet migliore, o almeno di buona qualità. In commercio sono disponibili infinite proposte e lo scopo di questa guida è proprio quello di aiutarti nell’acquisto ad hoc.

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Quali sono le tipologie di pellet esistenti

Fondamentalmente per tipologie di pellet si intende la loro essenza di legno principale. Troverai quindi pellet di faggio, di abete e così via ed è proprio il tipo di legno a fare la differenza in combustione, nella resa calorifica, ecc.

Non solo, anche la percentuale di legno usata rende un pellet più o meno pregiato. Sicuramente quelli mescolati hanno una resa minore ed altrettanto è per la qualità, ma vediamo nel dettaglio le tipologie di pellet esistenti in commercio.

Il pellet 100% di faggio

Questo tipo di pellet è di altissima qualità ed ha una resa anche maggiore di quello 100% in legno di abete.

La potenza calorifica è molto alta, ma si consuma velocemente e lascia un discreto residuo fisso, cioè cenere. Ad ogni modo è consigliato dagli esperti e produttori di stufe a pellet.

Il pellet 100% di abete

Questo tipo di pellet è il più richiesto e si può trovare sul mercato sia realizzato con abete rosso che bianco.

Garantisce un’ottima resa calorifica e produce poco residuo fisso, brucia lentamente e permette un risparmio sulla quantità di pellet ad acquistare.

Il pellet misto abete e faggio

Il pellet realizzato con una mistura di legno di faggio ed abete, combinati in quantità variabile a seconda del marchio e produttore, permette di adoperare un prodotto buono e di godere delle caratteristiche di entrambe le essenze.

Ovviamente dovrai verificare le percentuali dei due legni e, in generale, avrai un pellet che sfrutta la grande durata dell’abete e l’alta potenza calorifica del faggio.

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Il pellet di castagno

Il pellet di castagno è considerato molto buono: lascia pochissima cenere ma è più raro e decisamente più caro degli altri.

Il pellet di conifere

Sul mercato troverai anche il pellet realizzato con legni di conifere, come le sequoie, il pino, l’abete e il larice.

Ne trovi di diverse tipologie con una mescola dalle percentuali differenti e, in generale, si può definire una tipologia di pellet dalle medie prestazioni e un costo accessibile.

Il pellet misto

Infine ecco le caratteristiche del pellet misto, composto appunto da una mistura di diversi legni in proporzioni variabili a seconda del produttore.

È importante però verificare che nella composizione siano presenti solo le tipologie di legname trattate sopra come il faggio, il larice, l’abete, il pino e anche il rovere.

La provenienza geografica del pellet

Se il primo indicatore di qualità del pellet è l’essenza legnosa con il quale è realizzato, è necessario anche valutarne la sua provenienza.

Sicuramente il pellet italiano, prodotto nella nostra penisola e utilizzando legname nostrano è tra i migliori sul mercato, ma potrai anche ripiegare su quello internazionale.

Sul mercato non mancano le proposte di pellet austriaco o derivanti dal Canada e dall’America, dalla Germania  e Francia, ma anche dalle aree balcaniche come la Serbia, la Bosnia e la Croazia.

La provenienza del pellet influisce sulla qualità del legname a causa del clima della paese, per i trattamenti, di lavorazione e il tipo di coltivazione, per la conformazione stessa del territorio, ecc.

Ma soprattutto valuta bene il paese di provenienza riguardo alle normative vigenti: ci sono paesi che hanno rigide procedure e altri che non ne hanno. Secondo test e ricerche noi ti consigliamo senza dubbio il pellet Made in Italy, ma anche quello tedesco ed austriaco.

La certificazione del pellet

Stiamo valutando diverse variabili per comprendere come scegliere il pellet migliore e, tra le tante, è fondamentale verificare le sue certificazioni.

Qual è il miglior pellet per la stufa

Il prodotto infatti deve rispondere a specifiche attestazioni nazionali ed internazionali che ne certificano appunto la qualità.

In Italia la certificazione riconosciuta è la Pellet Gold, mentre in Austria è la ÖNORM e in Germania la Din Plus.

A livello europeo invece fa fede il marchio EN Plus che garantisce la conformità di tutte le caratteristiche chimiche e fisiche del pellet in questione e si suddivide in tre sottocategorie: A1, A2 e B.

Il pellet migliore fa parte della categoria A1, quello di seconda scelta è A2 ed infine quello B è il meno performante, ideale per usi industriali.

Grazie alla certificazione avrai la certezza che il tuo pallet non solo sia di buona qualità, ma che rispetti i criteri di realizzazione e sia privo di agenti chimici potenzialmente pericolosi come la formaldeide o le vernici.

Come viene fatto il pellet

Ma come viene fatto il pellet? Industrialmente si realizza sfruttando i residui agricoli o provenienti da altre lavorazioni del legname o legna vergine.

Il pellet si può anche produrre in maniera più artigianale sfruttando la segatura e il cippato di scarto.

In sostanza questo prodotto è il frutto di una compressione meccanica della materia prima, che ne conferirà la caratteristica forma a cilindretti o ovaloidi.

La superficie è liscia e lucida ed è dovuta all’azione meccanica operata ad alte temperature sul legno o sugli scarti utilizzati. La produzione è molto semplice ma dà origine ad un prodotto unico e che ha rivoluzionato il modo di riscaldare gli ambienti, soprattutto domestici consentendo anche un risparmio e un impatto controllato sull’ambiente.

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Quali formati di pellett in commercio

Per poter scegliere il pellet migliore è indispensabile soffermarsi anche sulla sua forma.

Questa dovrà essere cilindrica, o ovoidale, ma sempre regolare per tutti i componenti della confezione.

Anche la lunghezza di ogni particella è da valutare con cura e non deve superare i 30 mm : al contrario la corretta combustione ne risulterebbe compromessa.

In via generale troverai pellet lunghi circa 21 mm, che è la misura standard soprattutto di quelli Made in Italy e che permettono anche un facile caricamento delle stufe in commercio.

Il diametro medio invece dei cilindretti è di circa 6 mm.

Inoltre, sul mercato troverai diverse confezioni di pellet a seconda del peso: i più venduti per il mercato residenziale sono da 15 Kg, mentre il bancale di pellet, da circa 70 sacchi è quello più conveniente e scelto in ambito commerciale ed industriale.

La quantità di pellet per la stagione invernale

Innanzitutto ti consigliamo sempre di acquistare una buona stufa o caldaia a pellet.

Scegli un modello che ti permetta un notevole risparmio energetico e che scaldi in maniera ottimale. Inoltre bada sempre alle sue caratteristiche e certificazioni e non tralasciare la sua manutenzione ordinaria e straordinaria.

Per capire quanto pellet ti servirà per un’intero inverno è bene calcolare il consumo della stufa stessa.

Cioè dovrai verificare in quanto tempo consumi un sacchetto di pellet da 15 Kg.

Tieni però conto che il risultato cambierà a seconda del tipo di pellet scelto e, come detto nei capitoli precedenti, quelli di alta qualità bruciano meno velocemente ed hanno una resa migliore.

In media è stato calcolato che, un pellet di media qualità, consuma un sacco da 15 Kg in circa 12 ore.

Per fare un calcolo molto preciso dovrai valutare sul campo il tuo utilizzo medio e regolarti di conseguenza, magari provando diversi tipi di pellet soprattutto all’inizio.

Possiamo però affermare con certezza che l’uso della biomassa compressa ti permette di risparmiare notevolmente rispetto ai classici combustibili fossili domestici.

Come risparmiare sul pellet

Risparmiare sull’acquisto del pellet è facile, innanzitutto ti consigliamo di comprarlo fuori stagione, cioè in quelle calde quando il prezzo cala drasticamente.

Non solo, scegliendo gli e-commerce come Amazon o altri siti specializzati, godrai di scontistiche molto vantaggiose tutto l’anno.

In alternativa, se però hai abbastanza spazio, o puoi dividere l’acquisto con parenti ed amici, prediligi il pellet in bancali. Il risparmio in questo caso è notevole e vi assicurerete la copertura per l’intero inverno: si tratta di un acquisto paragonabile a quello all’ingrosso.

Inoltre, è possibile pagare anche un pellet di alta qualità al prezzo di quelli di medio bassa resa.

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Come si fa a capire se il pellet e buono?

Immergi una manciata di pellet in un bicchiere d'acqua e se il pellet va a fondo e l'acqua non intorbidisce significa che hai acquistato un buon prodotto: è compatto, non si sbriciola e non ha residui di polvere.

Qual è il pellet con più potere calorifico?

Il pellet di faggio e quello di abete hanno caratteristiche leggermente differenti: in genere, il pellet di faggio ha un potere calorifico più elevato, ma in alcuni casi è maggiore la quantità di cenere. Quello di abete, invece, rilascia meno cenere, ma ha una resa di poco più bassa.

Qual è il pellet che sporca di meno?

Il pellet forse più adatto alla stufa a pellet secondo il nostro modesto parere è comunque quello di faggio chiaro, un pellet che si presta ottimamente alle stufe a pellet proprio perché dalla sua ha davvero residui di cenere molto contenuti. Per ultimo, da non sottovalutare l'altra variante, il rovere.

Quale pellet è meglio A1 o A2?

Il pellet in classe A1 è quello di qualità migliore perché ha un potere calorifico uguale o superiore a 4,6 kWh per Kg. Inoltre ha un contenuto di ceneri massimo di 0,7%. Il pellet di classe A2 è leggermente peggiore perché presenta un contenuto di ceneri non superiore al 1,2%.

Quanto costa un sacco di pellet da 15 Kg 2022?

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Quanto dura un sacco di pellet da 15 Kg?

Mediamente, se consideriamo (a titolo esemplificativo) un appartamento di circa 80/90 mq e una stufa di 8 kWh accesa per circa 12 ore al giorno su un monte annuo di circa 120/130 giornate fredde, serviranno circa 150 sacchi da 15 kg l'uno.