Risorse sull’argomento Il sovraccarico secondario di ferro si verifica quando è presente un accumulo di ferro nell’organismo causato da un consumo eccessivo di integratori, troppe trasfusioni di sangue o dalla presenza di una malattia che non consente la formazione dei globuli rossi in modo efficiente. Spesso i soggetti avvertono stanchezza e debolezza. La diagnosi avviene mediante esami del sangue per la misurazione del livello di ferro. Il trattamento prevede di norma l’uso di farmaci che legano e rimuovono il ferro dall’organismo (chelazione).
Il sovraccarico secondario di ferro si verifica tipicamente nei soggetti affetti da malattie che compromettono la produzione di globuli rossi quali
In presenza di queste malattie, l’organismo talvolta aumenta l’assorbimento di ferro, ma non sempre riesce a utilizzarlo tutto a causa della difficoltà a produrre nuovi globuli rossi. In questi casi può insorgere sovraccarico di ferro.
Il ferro può accumularsi anche quando si assume troppo ferro da
Terapie a base di ferro somministrate in quantità eccessive o per periodi prolungati
Generalmente, gli uomini e le donne in postmenopausa non hanno la necessità di assumere integratori a base di ferro, in quanto possono accumularne troppo nell’organismo, anche se di norma non abbastanza da risultare pericoloso.
Cute bronzea
Dolori articolari
Esami del sangue
Il sovraccarico secondario di ferro viene diagnosticato mediante esami che misurano i livelli ematici di
Ferro
Ferritina, una proteina che immagazzina il ferro
Transferrina, la proteina che trasporta il ferro nel sangue quando i globuli rossi ne sono carenti
Rimozione di sangue o chelazione
L’obiettivo del trattamento è ridurre il contenuto di ferro dell’organismo. Per alcune persone, il trattamento consiste nella rimozione di sangue (flebotomia). In molti casi, tuttavia, il sovraccarico di ferro secondario comporta anche anemia Panoramica sull’anemia L’anemia è una condizione nella quale il numero dei globuli rossi è basso. I globuli rossi contengono emoglobina, una proteina che permette loro di trasportare ossigeno dai polmoni ai diversi... maggiori informazioni . Poiché la flebotomia peggiora l’anemia, in questi soggetti si preferisce la terapia ferrochelante Terapia chelante La chelazione, una pratica su base biologica, è una reazione chimica in cui alcune molecole si legano ad atomi di metallo (come calcio, rame, ferro o piombo). I farmaci chelanti, come l’acido... maggiori informazioni .
La terapia ferrochelante può essere somministrata per via orale usando deferasirox o deferiprone oppure mediante infusione di deferossamina sotto la cute (sottocutanea) o in vena (endovenosa). Talvolta deferasirox e deferiprone possono essere somministrati insieme.
I farmaci ferrochelanti per via orale sono molto efficaci nel ridurre il livello di ferro circolante. Gli effetti collaterali della chelazione di ferro includono dolore addominale, diarrea ed eruzione cutanea. Il trattamento causa talvolta danno epatico e renale, per cui vengono eseguiti periodicamente esami del sangue per monitorare la funzionalità di questi organi.
In genere, l’infusione endovenosa di deferossamina per la terapia ferrochelante viene somministrata durante la notte. Gli effetti collaterali includono disturbi gastrici, pressione arteriosa bassa e reazione allergica grave (anafilassi). Talvolta insorgono problemi di udito e vista in seguito a impiego a lungo termine.
Di seguito si riporta una risorsa in lingua inglese che può essere utile. Si prega di notare che il MANUALE non è responsabile del contenuto di questa risorsa.
Iron Disorders Institute: offre informazioni sui disturbi che causano squilibri del ferro, compresi esami e suggerimenti su come convivere con tali disturbi
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