Differenza tra amare e voler bene psicologia

Differenza tra amare e voler bene psicologia

«Vorrei penetrare il suo segreto, vorrei che lei venisse da me e mi dicesse: “Io ti amo”, e se non è così, se questa follia non è pensabile, allora… allora che cosa desiderare? Forse so io stesso quel che desidero? Sono anch’io come sperduto: vorrei soltanto starle accanto, essere nella sua aura, nella sua luce, eternamente, per tutta la vita. Altro non so! Potrei forse allontanarmi da lei?» — Fëdor Michajlovic Dostoevskij, Il giocatore

Oggi parliamo della differenza tra amare e voler bene, una distinzione in cui capita a tutti di imbattersi più volte nella vita, nei modi più svariati.

C’è un elemento, in particolare, una caratteristica che distingue queste due situazioni, questi due sentimenti.

Questo elemento è il desiderio di prossimità, di vicinanza, di contiguità – o spaziale e fisica, o anche solo mentale – che c’è nel primo caso, quello dell’amore, ma manca nel secondo.

Quando amiamo una persona, vogliamo stare nello stesso posto in cui c’è lei, anche se magari non sappiamo nemmeno bene perché, e se lei non c’è la pensiamo, in modo da averla e tenerla dentro di noi anche quando è lontana.

Alla fine, vogliamo sempre essere, in qualche modo, con la persona che amiamo, vogliamo esserle vicini, se non con il corpo, almeno con la mente, con lo spirito, con l’anima.

Sentiamo che questa vicinanza ci fa bene, ci soddisfa, ci illumina, ci nutre in profondità. Non esiste più un posto preferito, ma vanno tutti bene purché ci sia anche lei, anzi il posto prediletto è proprio quello in cui c’è lei.

Viceversa, se vogliamo bene ad una persona, ma non la amiamo, non abbiamo il desiderio di starle sempre vicino o in un modo o in un altro.

Certo, le vogliamo bene, se le succede qualcosa di brutto ci dispiace, e ci dispiace sinceramente, ma non ci interessa che la nostra vita e la sua vita, i tempi e gli spazi delle nostre vite, scorrano distanti tra loro, e in due posti diversi.

È proprio per questo che il “voler bene” ha sempre dentro di sé qualcosa di insoddisfacente, viene sempre percepito, almeno in parte, come qualcosa di insincero, di ipocrita, di limitato. In realtà non c’è nulla di male o di ipocrita nel voler semplicemente bene, è solo sentito come un sentimento limitato, circoscritto, confinato e noi, per nostra natura, siamo portati a diffidare da sentimenti di questo genere, perché per noi un sentimento ha senso se uno è tendenzialmente disposto a portarlo avanti nonostante tutto, a dispetto di tutto, accada quel che accada.

Il “voler bene”, specialmente se interviene quando c’era precedentemente l’amore, è perlopiù percepito come un premio di consolazione, se non come una vera e propria loser medal, la medaglia del perdente, quella che viene assegnata alla squadra che arriva seconda, un trofeo che in realtà non significa nulla: anzi nessuno lo vorrebbe mai guadagnare e sarebbe sicuramente meglio che non venisse nemmeno assegnato.

Quando amiamo una persona, vorremmo semplicemente che questa persona ci ricambiasse e sapremmo che lo fa nel momento in cui essa desiderasse stare con noi, o comunque pensasse sempre o quasi a noi.

Se non sta con noi, se non nutre questo desiderio di prossimità, non c’interessa che ci voglia bene, non c’interessa se anche le dispiace sinceramente quando ci succede qualcosa di brutto, perché questo semplicemente non è vivere insieme come invece vorremmo noi.

La differenza tra l’amore e il “voler bene” è tutta qui: il desiderio di prossimità, di vicinanza, di contiguità, di camminare insieme, di ridere insieme, di pensare all’altro quando ci succede qualcosa di bello o di brutto, di arrivare a sera e condividere una giornata, di pensare già, quando ti succede qualcosa, a quando la racconteremo a lei, di pensare «Che cosa ne penserà lei?» ancora prima di capire che cosa ne pensi tu, di rispecchiarti nei suoi occhi e nei suoi occhi intravedere la sua anima, fino a non sapere più bene dove finisci tu e dove comincia lei.

Chi ha provato questo, e lo hanno fatto tutte le persone che sono state innamorate almeno una volta nella loro vita, non sa che farsene di qualsiasi altro sentimento di grado inferiore.

Per chi è davvero innamorato, vale la realtà per cui ogni cosa gli parla della persona amata, come se tutto il mondo avesse realizzato il suo desiderio di vicinanza, di prossimità, di stringersi forte, sempre più forte, anche quando la persona amata non c’è.

È sicuramente meglio arrivare secondo che terzo, o quarto, o quinto?

Forse nello sport, non in amore, dove chi ama davvero vuole tutto, perché sa che se non ottiene tutto si ritrova semplicemente con niente.

Un’altra importante differenza è che vogliamo bene per altruismo, amiamo invece per puro egoismo.

Vogliamo bene solo perché ci va, ma potremmo benissimo farne a meno, mentre amiamo perché ne abbiamo bisogno, come di bere e di mangiare.

Per questo il voler bene è sempre un po’ falso, non ci identifica, mentre amare è sincero e vero, grandioso e pezzente, come la nostra vita.

Il modo in cui vogliamo bene non dice quasi nulla di noi, mentre quello con cui amiamo è il nostro vero nome, con cui siamo conosciuti nel mondo.

Voler bene è solo un lusso, un piccolo vizio, invece amare, e farlo con tutta la miseria che ci portiamo addosso, con tutti noi stessi, sopratutto le parti meno nobili, è un vero e puro bisogno.

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Differenza tra amare e voler bene psicologia

Quando una persona ti dice ti voglio bene cosa significa?

Che cosa significa “ti voglio bene”? Sul dizionario Treccani leggo: “volere bene a qualcuno, essergli affezionato, avere affetto, amore per lui, propriamente augurare il suo bene”. Nel leggere questa definizione provo emozioni positive: mi piace l'idea di volere bene e di essere voluto bene in questo modo.

Che differenza c'è tra amore e affetto?

Il vero amore ha in mente intimità, passione e impegno. D'altra parte, nell'affetto, c'è una tendenza più evidente verso la passione, l'intenso desiderio di stare insieme all'altra persona, con un impegno breve o nel mezzo del processo.

Che cosa vuol dire amare una persona?

– 1. Sentire e dimostrare amore per qualcuno, nelle varie accezioni che può avere la parola amore; come sentimento puramente religioso e spirituale: a. Dio; come affetto tra congiunti, come amicizia: a. la famiglia, i figli, i genitori, gli amici; come carità cristiana: ama il prossimo tuo come te stesso; a.

Qual è la differenza tra voler bene e amare?

Voler bene significa sperare, attaccarsi alle cose e alle persone a seconda delle nostre necessità. E se non siamo ricambiati, soffriamo. Quando la persona a cui vogliamo bene non ci corrisponde, ci sentiamo frustrati e delusi. Amare significa desiderare il meglio dell'altro, anche quando le motivazioni sono diverse.