Ogni quanto si annaffiano le piante grasse

Le succulente sono piante che hanno delle riserve di liquidi e che quindi sopportano meglio degli altri tipi di piante periodi di siccità. E' però sbagliato ritenere che debbano essere annaffiate pochissimo. Di norma, durante il periodo vegetativo, occorre annaffiare regolarmente, anche se in modo più diradato rispetto alle altre piante. Occorre poi tenere presente che devono essere bagnate  abbondantemente avendo l'accortezza di attendere, fra una annaffiatura e l'altra, che il terreno sia ben asciutto e che rimanga tale per almeno un giorno intero. Le annaffiature dovranno essere fatte preferibilmente la sera con acqua a temperatura ambiente per evitare degli shock  termici alle radici. Parimenti è preferibile somministrare concimi idrosolubili  nelle annafiature della sera.

Il coltivatore di piante succulente dovrà poi avere l'accortezza, quando le giornate si accorciano e il caldo comincia ad essere meno intenso, di preparare le piante al riposo invernale. A partire dalla metà settembre si deve cominciare a dare meno acqua per sospendere progressivamente le annaffiature a partire dalla seconda metà di ottobre, tenendo in ogni caso conto dell'andamento climatico. E' infatti opportuno che le piante arrivino già ben asciutte ed anche un po' "dimagrite" nel pieno inverno. Per tutto l'inverno non si deve annaffiare e non ci dovremo fare impietosire dal loro aspetto stentato. Se invece le piante sono conservate in casa, in ambiente riscaldato, un poco di acqua ogni mese andrà loro data, ma stando bene attenti a non esagerare in modo da non far loro riprendere la vegetazione. In caso di inverni particolarmente caldi e preferibilmente  verso la fine dello stesso potranno essere effettuate, anche in serra, piccole annaffiature avendo l'accortezza di effettuarle in una giornata calda e facendo sì che il terriccio asciughi possibilmente in giornata. Alla fine del periodo di riposo invernale occorrerà riprendere gradualmente le annaffiature in modo da evitare pericolosi marciumi.

Queste ovviamente sono indicazioni di massima e per ottenere buoni risultati occorrerà:

  • tenere presente che di norma le succulente necessitano di maggiore acqua delle cactaceae;
  • considerare le condizioni dell'habitat di origine per valutare la quantità di precipitazioni ed i periodi in cui le stesse avvengono;
  • considerare il periodo vegetativo: alcune succulente sono a vegetazione invernale!;
  • considerare il tipo di terriccio utilizzato: più o meno drenato. Il terriccio contenente torba, pomice e lapillo é caratterizzato da larghi vuoti tra le particelle che compongono il nostro substrato di coltivazione. Questi larghi vuoti esercitano una forza capillare relativamente debole e pertanto offrono poca resistenza al flusso gravitazionale dell'acqua verso il fondo del vaso con l'inconveniente che l'acqua non risale dal basso mentre scorre rapidamente verso il basso raggiungendo difficilmente tutto il substrato di cultura del vaso. Inoltre, se il substrato, è molto secco, come a fine dell'inverno, l'acqua scorrerà verso il basso ancora più velocemente. Sono questi i motivi per cui è anche consigliato annaffiare dal basso, operazione che rende anche molto più facile la concimazione delle piante. L'irrigazione per imbibimento è però da utilizzarsi per vasi che non superino il diametro di 15 centimetri in considerazione del fatto che la forza di capillarità è relativamente debole, in quanto la terra utilizzata presenta larghi vuoti tra le particelle, e quindi il contenitore in cui immergere il vaso dovrebbe essere molto altro perchè altrimenti l'acqua non riuscirebbe a raggiungere la sommità del vaso. Per vasi più grandi è ottimo il sistema dei gocciolatoi;
  • considerare il tipo di vaso: vasi di plastica trattengono ovviamente maggiore umidità rispetto ai vasi di coccio che asciugano più rapidamente.

Sembra impossibile, ma un errore banale come un’innaffiatura eccessiva è la causa più comune della morte di queste preziose piante. In questo articolo vogliamo darvi alcune informazioni che vi permetteranno di innaffiare le piante grasse nel giusto modo, affinché restino a lungo ad abbellire le vostre case e i vostri giardini.

Perché le piante grasse temono l’acqua eccessiva

La risposta è semplice e probabilmente conosciuta da tutti: queste piante hanno sviluppato nel corso dei secoli una grande capacità di adattamento ad habitat aridi e inospitali e sono strutturate per trattenere al loro interno ogni singola goccia d’acqua che riescono a carpire.
Le foglie, o in certi casi i fusti, altro non sono che dei veri e propri serbatoi fatti di un tessuto spugnoso – da qui la caratteristica forma rigonfia tipica di questa tipologia di piante.
Anche il rivestimento esterno di tronco e foglie, spesso e cerato, contribuisce a minimizzare la dispersione di umidità nell’ambiente.
Nel loro habitat naturale infatti il clima è secco e le piogge sono rare: la capacità di immagazzinare acqua è l’unica chance di sopravvivenza.

Per questa stessa struttura, le piante grasse non sono in grado di disfarsi dell’acqua in eccesso. Sottoposte ad un’innaffiatura eccessiva o semplicemente ad un terreno troppo umido rischiano di marcire molto rapidamente.
Dovremo mettere in campo, perciò, tutti gli accorgimenti utili a far sì che il terreno non resti mai bagnato a lungo – ad esempio, predisponendo uno strato drenante sul fondo dei vasi.

L’importanza delle stagioni

Se troppa acqua può uccidere la pianta, un’innaffiatura troppo leggera può inibirne la crescita e bloccare la fioritura. Per garantire perciò sia la salute della pianta che un suo rapido sviluppo è utile capire che la stessa pianta andrà annaffiata in modo diverso a seconda di fattori quali la stagione e l’esposizione al sole.

I mesi primaverili ed estivi corrispondono al periodo di crescita: in questi mesi si possono innaffiare le piante grasse con maggiore regolarità, soprattutto se sono esposte al sole. Per non rischiare di esagerare provate a toccare il terreno: se è secco, potete procedere senza rischi – in caso contrario evitate di versare ulteriore acqua.

Autunno ed inverno corrispondono invece alla fase di riposo della pianta. È in questa fase che vi renderete conto della loro straordinaria resistenza: la necessità di acqua è infatti quasi azzerata e le innaffiature dovranno essere rare e leggere. Anche in questo caso, sentire direttamente lo stato del terreno resta il consiglio più semplice e immediato.

Trucchi per innaffiare le piante grasse

Quando arriva il momento di innaffiare le piante grasse, può essere utile mettere in campo un paio di accorgimenti che renderanno l’operazione più semplice e sicura.

  • Bagnare uniformemente tutta la terra del vaso
    Far scorrere l’acqua attraverso tutto il substrato del terreno favorirà infatti il ricambio di aria, così da smaltire anche i sali minerali in eccesso. È un consiglio da seguire soprattutto durante la bella stagione, quando le innaffiature sono più frequenti.
  • Limitare il calcare nell’acqua
    Il calcare eccessivo danneggia le piante grasse in vario modo. Alcuni trucchi, semplici, per limitarne la presenza sono l’utilizzo di acqua piovana o di acqua demineralizzata (per quanto possibile), oppure la scelta di un’acqua comunque non ricca di calcare.
  • Spruzzare anziché innaffiare
    Utilizzare ogni tanto un apposito spruzzino o un vaporizzatore sulla pianta grassa permette sia di innaffiare sia di ripulire la stessa dalla polvere o da eventuali parassiti.
  • L’innaffiatura attraverso immersione
    Nel caso di piante in vaso, un metodo semplice per innaffiare con delicatezza consiste nell’immergere direttamente il vaso all’interno di una bacinella con acqua e lasciarlo per qualche ora.
    Così facendo il terreno tornerà umido e la pianta assorbirà una quantità di acqua controllata, senza smuovere la superficie del terreno.
    Poiché l’acqua viene assorbita in profondità, è un metodo utile soprattutto quando si vogliono diluire in acqua concimi, insetticidi e fungicidi.

Riassumendo

Ricordatevi di controllare sempre lo stato del terreno prima di innaffiare le vostre piante grasse, non eccedete mai con l’acqua (di certo sono piante che non muoiono di sete!) e ricordatevi di utilizzare per quanto possibile acqua che contenga poco calcare.
Ogni tanto per l’innaffiatura utilizzate uno spruzzino così da ripulire le foglie – o il metodo della bacinella quando volete utilizzare fertilizzanti o fungicidi.

Aggiungetevi tutta la vostra attenzione e il vostro amore e i risultati vi ripagheranno di ogni sforzo.

Al prossimo articolo!

Come bagnare le piante grasse in vaso?

Trucchi per innaffiare le piante grasse.
Bagnare uniformemente tutta la terra del vaso. ... .
Limitare il calcare nell'acqua. ... .
Spruzzare anziché innaffiare. ... .
L'innaffiatura attraverso immersione..

Quante volte vanno innaffiate le piante grasse?

In linea di massima le piante grasse vanno innaffiate ogni 10 giorni. Ma questo non è sempre vero, bisogna prendere in considerazione vari fattori e in base a questi le piante vanno bagnate da una volta a settimana sino ad una volta al mese.

Quanto possono stare le piante grasse senza acqua?

In quest'ultimo caso, evidentemente, le piante resistono più a lungo senza acqua. Si tratta, ad esempio, di piante grasse, succulente e cactus che possono stare senza acqua per lunghi periodi, anche per 2-3 settimane e più in base alla tipologia.

Come si fa a capire se una pianta ha sete?

Mettete una mano sopra la foglia e una sotto: se la pianta emana una sorta di lieve freschezza, significa che non ha sete. Al contrario, se la foglia è calda è necessario bagnare la pianta. Questo è dovuto a un fenomeno di evaporazione dei liquidi nei vegetali, simile alla sudorazione umana.