Il viaggio ha ispirato da sempre scrittori, poeti, pensatori e artisti, che hanno condiviso pensieri molto belli, e citazioni toccanti sul viaggiare. Ecco qui i migliori aforismi
di sempre dedicati al viaggio: Non c’è uomo più completo di colui che ha viaggiato, che ha cambiato venti volte la forma del suo pensiero e della sua vita. Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina. (Agostino
d’Ippona) La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte. Quando vivi in un luogo a lungo, diventi cieco perché non osservi più nulla. Io viaggio per non diventare cieco. L’unica regola del viaggio è: non tornare come sei partito. Torna diverso. Viaggiando alla scoperta dei paesi troverai il continente in te stesso. Le nostre valigie erano di nuovo ammucchiate sul marciapiede;
avevamo molta strada da fare. Ma non importava, la strada è la vita. Non dirmi quanti anni hai, o quanto sei educato e colto, dimmi dove hai viaggiato e che cosa sai. Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perchè. I loro desideri hanno le forme delle nuvole. Viaggiare è essere infedeli. Siatelo senza rimorsi. Dimenticate i vostri amici per degli sconosciuti. Desidero partire: non verso le Indie impossibili o verso le grandi isole a Sud di tutto, ma verso un luogo qualsiasi, villaggio o
eremo, che possegga la virtù di non essere questo luogo. Le radici sono importanti, nella vita di un uomo, ma noi uomini abbiamo le gambe, non le radici, e le gambe sono fatte per andare altrove. Diversivo, distrazione, fantasia, cambiamenti di moda, di cibo, amore e paesaggio. Ne abbiamo bisogno come dell’aria che respiriamo. Le città sono
sempre state come le persone, esse mostrano le loro diverse personalità al viaggiatore. A seconda della città e del viaggiatore, può scoccare un amore reciproco, o un’antipatia, un’amicizia o inimicizia. Solo attraverso i viaggi possiamo sapere dove c’è qualcosa che ci appartiene oppure no, dove siamo amati e dove siamo rifiutati. Non si considerava un turista bensì un viaggiatore, e spiegava che si tratta in parte di una differenza temporale. Dopo poche settimane, o
pochi mesi, il turista si affretta a tornare a casa; il viaggiatore, che non appartiene ad alcun luogo in particolare, si sposta lentamente da un punto all’altro della terra, per anni. Non andare dove il sentiero ti può portare; vai invece dove il sentiero non c’è ancora e lascia dietro di te una traccia. Il viaggio comincia laddove il ritmo del cuore s’espone al vento della paura. A chi mi domanda ragione dei
miei viaggi, solitamente rispondo che so bene quel che fuggo, ma non quello che cerco. È ben difficile, in geografia come in morale, capire il mondo senza uscire di casa propria. Viaggiare è come innamorarsi: il mondo si fa nuovo… Ogni cento metri il mondo cambia. E non c’è niente di più bello dell’istante che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue promesse. Oltre
l’est l’alba, oltre l’ovest il mare, e tra l’est e l’ovest la sete del viaggiatore che non mi dà pace. Di una città non apprezzi le sette o settantasette meraviglie, ma la risposta che dà ad una tua domanda. Nel grande viaggio si fanno dei viaggi, sono i nostri piccoli percorsi insignificanti sulla crosta di questo pianeta che a sua volta viaggia, ma verso dove? Il viaggio: un partire da me, un infinito di distanze infinite e un arrivare a me. Seguite
l’impulso del momento (senza programmare nulla, nel giro di otto ore) e salite su un aereo o fate il pieno alla macchina e partite. La meta non ha importanza. L’obiettivo è viaggiare con poco bagaglio, stendere le ali e mettere alla prova la vostra capacità di mollare tutto. Lanciarsi istintivamente in un’avventura e allontanarsi per un po’ dalla propria vita è una sensazione straordinaria di libertà. Il viaggio è una specie di porta attraverso la quale si esce dalla
realtà come per penetrare in una realtà inesplorata che sembra un sogno.
Di confini non ne ho mai visto uno. Ma ho sentito che esistono nella mente di alcune persone. Viaggiare è come sognare: la differenza è che non tutti, al risveglio, ricordano qualcosa, mentre ognuno conserva calda la memoria della meta da cui è tornato. C’è tanta gente infelice che tuttavia non prende l’iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose
che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l’animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l’avventura. La gioia di vivere deriva dall’incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell’avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso… Una volta che hai viaggiato,
il viaggio non finisce mai, ma si ripete infinite volte negli angoli più silenziosi della mente. La mente non sa separarsi dal viaggio. Verso l’infinito e oltre! Chi viaggia ha scelto come mestiere quello del vento. Io viaggio non per andare da qualche parte, ma per andare. Viaggio per viaggiare. La gran cosa è muoversi, sentire più acutamente il prurito della nostra vita, scendere da questo letto di piume della civiltà e sentirsi sotto i piedi il granito del globo. Qual è il vero significato della parola viaggiare? Cambiare località? Assolutamente no!
Viaggiare è cambiare opinioni e pregiudizi. Perché chi si ferma ha più vita, ma chi va ha più strade. La via più breve per giungere a se stessi gira intorno al mondo. Non smetteremo di esplorare. E alla fine di tutto il nostro
andare ritorneremo al punto di partenza per conoscerlo per la prima volta Viaggiare ristabilisce l’armonia originale che un tempo esisteva tra l’uomo e l’universo. Nel viaggio c’è un certo sapore di libertà, di semplicità… un certo fascino dell’orizzonte senza limiti, del percorso senza ritorno, delle notte senza tetto, della vita senza superfluo. I turisti sono andati in vacanza mentre i viaggiatori hanno fatto
qualcos’altro. Hanno viaggiato. Chi ha bisogno di più di una valigia è un turista, non un viaggiatore. I turisti non sanno dove sono stati. Il viaggiatore non sa dove sta andando. I viaggiatori sono quelli che lasciano le loro convinzioni a casa, i turisti no. Un buon viaggiatore non dovrebbe esibirsi affermare, spiegare, ma tacere, ascoltare e comprendere. La vita è ciò che
facciamo di essa . I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo. Sembra esserci nell’uomo, come negli uccelli, un bisogno di migrazione, una vitale necessità di sentirsi altrove. Alcuni luoghi sono un enigma. Altri una spiegazione. Viaggi. Mi ricordo ancora quell’orizzonte ampio e senza punti di riferimento, in cui solo il sole faceva da limite all’infinito. In quel momento capii che ciò che
conta di fronte a tanta libertà del mare non è avere una nave, ma un posto dove andare, un porto, un sogno, che valga tutta quell’acqua da attraversare. Solo la direzione è reale, la meta è sempre fittizia, anche la meta raggiunta… anzi soprattutto questa. In verità, il viaggio attraverso i paesi del mondo è per l’uomo un viaggio simbolico. Ovunque vada è la propria anima che sta cercando. Per questo l’uomo deve poter viaggiare. Viaggiare è guardare il mondo con occhi nuovill vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. Un viaggiatore senza osservazione è un uccello senza ali. Ciò che non hai mai visto lo trovi dove
non sei mai stato. Il vero domicilio dell’uomo non è una casa ma la strada, e la vita stessa è un viaggio da fare a piedi. Solo lo stolto percorre correndo il cammino della vita senza soffermarsi ad osservare le bellezze del creato. Un viaggio di mille miglia comincia sempre con il primo passo. Il viaggio perfetto è circolare. La gioia della partenza, la gioia del ritorno. Viaggiare! Perdere paesi! Essere altro costantemente perché l’anima non abbia radici! Andare avanti, inseguire l’assenza di avere un fine e dell’ansia di raggiungerlo. Viaggiare, sognare, innamorarsi, tre inviti per la stessa cosa. Tre modi per andare in luoghi che non sempre riusciamo a capire. Dal momento in cui sa camminare, il bambino sa viaggiare. Viaggiare deve comportare il sacrificio di un
programma ordinario a favore del caso, la rinuncia del quotidiano per lo straordinario, deve essere una ristrutturazione assolutamente personale alle nostre convinzioni. Come molti viaggiatori ho visto più di quanto ricordi e ricordo più di quanto ho visto. Io non sono più la stessa dopo aver visto la lucentezza luna dall’altra parte del mondo. Come sempre suole accadere in un lungo viaggio, alle prime due o
tre stazioni l’immaginazione resta ferma nel luogo di dove sei partito, e poi d’un tratto, col primo mattino incontrato per via, si volge verso la meta del viaggio e ormai costruisce là i castelli dell’avvenire. Partire è la più bella e coraggiosa di tutte le azioni. Una gioia egoistica forse, ma una gioia, per colui che sa dare valore alla libertà. Essere soli, senza bisogni, sconosciuti, stranieri e tuttavia sentirsi a casa ovunque, e partire alla conquista del
mondo. Cento motivi reclamano la partenza. Si parte per entrare in contatto con altre identità umane, per riempire una mappa vuota. Si parte perché si è ancora giovani e si desidera ardentemente essere pervasi dall’eccitazione, sentire lo scricchiolio degli stivali nella polvere; si va perché si è vecchi e si sente il bisogno di capire qualcosa prima che sia troppo tardi. Si parte per vedere quello che succederà. “La diritta via smarrita”…
Certo è così che comincia il viaggio. Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere: l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non posseduti. Sempre devi avere in mente Itaca Un Viaggio è sempre una scoperta, prima di luoghi nuovi è la scoperta di ciò che i luoghi nuovi fanno alla tua mente e al tuo cuore. Viaggiare è sempre, in qualche forma, esplorare se stessi. C’è gente che viaggia per
conoscere persone nuove; io per dimenticare quelle che già conosco. Di tutti i libri, quello che preferisco è il mio passaporto, l’unico in ottavo che apre le frontiere. Il più bel viaggio, è quello che non è stato ancora fatto. La maggior parte di noi si porta dentro, da sempre, un viaggio, che non è una semplice visita o una vacanza, ma un sogno. Uno dei piaceri del viaggio è immergersi dove gli altri sono destinati a risiedere, e uscirne intatti, riempiti dell’allegria maligna di abbandonarli alla loro sorte. Chi viaggia senza incontrare l’altro, non viaggia, si sposta. Vorrei sempre essere altrove, dove non sono, nel luogo dal quale sono or ora fuggito. Solo nel tragitto tra il luogo che ho appena lasciato e quello dove sto andando io sono felice. Viaggiare è una brutalità. Obbliga ad avere fiducia negli stranieri e a perdere di vista il comfort familiare della casa e degli amici. Ci si sente costantemente fuori equilibrio. Nulla è vostro, tranne le cose essenziali – l’aria, il sonno, i sogni, il mare,
il cielo – tutte le cose tendono verso l’eterno o ciò che possiamo immaginare di esso. Viaggiare è come tenere i rubinetti aperti e vedere il tempo che va via, sprecato, liquido, intrattenibile. Quale mondo giaccia al di là di questo mare non so, ma ogni mare ha un’altra riva, e arriverò. La carne è triste, ahimè, e ho letto tutti i libri. Fuggire! Fuggire laggiù… Partirò! Un luogo non e’ mai solo
‘quel’ luogo: quel luogo siamo un po’ anche noi. In qualche modo, senza saperlo, ce lo portavamo dentro e un giorno, per caso, ci siamo arrivati. Se vuoi viaggiare in “prima classe” devi viaggiare con il cuore! Nessuno comprende quanto sia stupendo viaggiare finché ritorna a casa ed appoggia la testa sul suo solito, vecchio e familiare cuscino Sono appena tornato da un viaggio di piacere: ho accompagnato mia suocera
all’aeroporto. Strana questa cosa dei viaggi, una volta che cominci, è difficile fermarsi. È come essere alcolizzati. Le persone viaggiano verso posti lontani per osservare, affascinati, persone che normalmente ignorano a casa. Se si rifiuta il cibo, si ignorano i costumi, si ha paura della religione, e si evita la gente, allora sarebbe stato meglio stare a casa. Non è vero. Il viaggio non
finisce mai. Solo i viaggiatori finiscono. E anche loro possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione. Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto:”Non c’è altro da vedere”, sapeva che non era vero. La fine di un viaggio è solo l’inizio di un altro. Bisogna vedere quel che non si è visto, vedere di nuovo quel che si è già visto, vedere in Primavera quel che si era visto in Estate, vedere di giorno quel che si è visto di notte, con il sole dove la prima
volta pioveva, vedere le messi verdi, il frutto maturo, la pietra che ha cambiato posto, l’ombra che non c’era. Bisogna ritornare sui passi già dati, per ripeterli, e per tracciarvi a fianco nuovi cammini. Bisogna ricominciare il viaggio. Sempre. I viaggi finiscono laddove s’incontrano gli amanti. I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua ci dev’essere niente
intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio. Viaggiando ci s’accorge che le differenze si perdono: ogni città va somigliando a tutte le città, i luoghi si scambiano forma ordine distanze, un pulviscolo informe invade i continenti. Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano
un’altra. In alcune parti del mondo il tuo arrivo o partenza si ampliano in modo misterioso per le emozioni di tutti quelli che sono arrivati o partiti prima di te. I sentieri si costruiscono viaggiando. Viaggiare è donare la vita ai propri sensiViaggiare, è dare un senso alla propria vita, viaggiare, è donare la vita ai propri sensi. La vita è un grande campo da
coltivare. Viaggiare, è seminarvi la diversità della Terra. Viaggiare, è abbellirlo dei colori del mondo. Quando si viaggia si sperimenta in maniera molto più concreta l’atto della Rinascita. Ci si trova dinanzi a situazioni del tutto nuove, il giorno trascorre più lentamente e, nella maggior parte dei casi, non si comprende la lingua che parlano gli altri. È proprio quello che accade a un bambino appena nato dal ventre materno. Viaggiare insegna lo
spaesamento, a sentirsi sempre stranieri nella vita, anche a casa propria, ma essere stranieri fra stranieri è forse l’unico modo di essere veramente fratelli. Per questo la meta del viaggio sono gli uomini. Non si fa un viaggio. Il viaggio ci fa e ci disfa, il viaggio ci inventa. Erfahrung, in tedesco “esperienza”, deriva dall’antico Irfaran, “viaggiare”. Viaggiare, è chiedere di colpo alla distanza ciò che il
tempo non potrebbe darci che a poco a poco. I viaggi sono la parte frivola nella vita delle persone serie, e la parte seria nella vita delle persone frivole. Ho sempre pensato: quando sarò libero, senza vincoli, viaggerò. Ma non ho ricette per viaggiare, inciampo spesso, dappertutto. Mi piace perdermi, faccio molte deviazioni. Spesso decido la destinazione strada facendo, oppure la cambio del tutto. Non si può fare esperienza di troppe
cose viaggiando; penso sia meglio concentrarsi su poco, o anche nulla, non fare attenzione ai monumenti. Ai musei, ma solo tenere gli occhi aperti e ascoltare. E non è così facile. Gli antichi resoconti di viaggio diventeranno preziosi come le più grandi opere d’arte; perché sacra era la terra sconosciuta, e non può mai più esserlo.
Il viaggio non soltanto allarga la mente: le dà forma. Partire è vincere una lite contro l’abitudine C’è chi viaggia per perdersi, c’è chi viaggia per trovarsi. E poi, il treno, nel viaggiare, Se fai le vacanze in motocicletta le cose assumono un aspetto completamente diverso. In macchina sei sempre in un abitacolo; ci sei abituato e non ti rendi conto che tutto quello che vedi da quel finestrino non è che una dose supplementare di TV. Sei un osservatore passivo e il paesaggio ti scorre accanto noiosissimo dentro una cornice. In moto la cornice non c’è più. Hai un contatto completo con ogni cosa. Non sei più
uno spettatore, sei nella scena, e la sensazione di presenza è tangente. Viaggiare è tornare diversi da come si è partitiChi torna da un viaggio non è mai la stessa persona che è partita. Viaggia come Gandhi, con vestiti semplici, occhi aperti e mente sgombra. Si parte sempre con un trolley pieno di vestiti, si ritorna con la testa piena di ricordi. Dal mio quarto piano sopra
l’infinito, nella plausibile intimità della sera che scende, alle finestre verso lo spuntare delle stelle, i miei sogni viaggiano in sintonia con la distanza evidente per i viaggi verso paesi sconosciuti, o immaginati o soltanto impossibili. Partiamo all’alba, con il cervello ardente, La carta
geografica, insomma, anche se statica, presuppone un’idea narrativa, è concepita in funzione d’un itinerario, è un’Odissea. Un paese, è per me, un viso, un sorriso, un
accoglienza, un nome, molto più che delle città, delle montagne, delle foreste o delle rive. Al primo viaggio si scopre, al secondo ci si arricchisce. Il viaggiatore vede quello che vede, il turista vede quello che è venuto a vedere. In viaggio la cosa migliore è perdersiIn viaggio, la cosa migliore è perdersi. Quando ci si smarrisce, i progetti lasciano il posto alle sorprese, ed è allora, ma solamente
allora, che il viaggio comincia. Non si può capire una città senza utilizzare il suo sistema di trasporto pubblico. Chi non si muove, non può rendersi conto delle proprie catene. Quando ci si accorge che la propria vita è priva di senso ci si suicida o si viaggia. Sotto l’azzurro fitto Un viaggio non comincia nel momento in cui partiamo né finisce nel momento in cui raggiungiamo la meta. In realtà comincia molto prima e non finisce mai, dato che il nastro dei ricordi continua a scorrerci
dentro anche dopo che ci siamo fermati. È il virus del viaggio, malattia sostanzialmente incurabile. Viaggiare significa aggiungere vita alla vita. In tibetano la definizione di “essere umano” è a-Go ba, “Viandante”, “Chi fa migrazioni”. Tutto considerato, ci sono due specie di uomini nel mondo: quelli che restano a casa loro e gli altri. Vorrei vivere diverso in paesi lontani.
Vorrei morire altro fra bandiere sconosciute. Non si va così lontano che quando non si sa dove si va. Accade durante i viaggi: un solo mese sembra più lungo di quattro mesi trascorsi a casa. Il modo migliore per cercare di capire il mondo
è vederlo dal maggior numero di angolazioni possibili. Per il nomade il movimento è moralità. Senza movimento i suoi animali morirebbero. Gradiva le differenze: forse per questo viaggiò tanto. I viaggi? Si viaggia per cambiare ideaSi viaggia non per cambiare luogo, ma idea. I viaggi cominciano molto prima degli autobus, degli aerei, degli elicotteri, delle navi, dei piedi. I viaggi cominciano dentro la testa. È lì che ci si deve spostare, altrimenti, niente si muove. Perché ogni vero viaggio presuppone la disponibilità ad accettare l’imprevisto, qualunque esso sia, anche quello di non sapere più di preciso chi si era prima di partire. Nei miei viaggi non ho trovato risposte, solo
meraviglie. Non c’è niente come tornare in un luogo che non è cambiato, per rendersi conto di quanto sei cambiato. Il viaggio era… com’è tipico anche ai nostri giorni di ogni viaggio fatto con intelligenza, una scuola di resistenza, di stupefazione, quasi un’ascesi, un mezzo per perdere i propri pregiudizi, mettendoli in contatto con quelli dello straniero. Quelli che viaggiano “per fotografare”. E poi, a casa,
guardano ciò che non hanno mai visto… Invece di riportare 1.600 piante, potremmo tornare dai nostri viaggi con una collezione di piccoli pensieri, che migliorano la vita. Quando si è in viaggio, ricordate che un paese straniero non è progettato per farvi stare comodo. È stato progettato per rendere comodo il proprio popolo. Io resto qui e certo ci resterò. È così dolce restare. Forse che la natura va
all’estero? La gente viaggia per le stesse ragioni per cui colleziona opere d’arte: perché così fa la buona società. Essere stati in certi punti della superficie terrestre è socialmente appropriato; dà un senso di superiorità su coloro che non ci sono mai stati. Viaggiare è fuggire il proprio demone familiare, distanziare la propria ombra, seminare il proprio doppio. Credo che in futuro, ovunque mi trovi al mondo, mi
chiederò se a Ngong piove. In verità io sento di più come casa mia le lande antartiche che Milano, per cui il vero trauma non è la partenza ma il ritorno. Dopo essere vissuto in un mondo dove tutto è autentico, importante, dove ogni giorno ha l’intensità di un anno, trovarmi di botto fra gente che rincorre cose senza valore, succube del consumismo, eccetera, beh… mi sembra di capitare tra matti! Dopo un po’ rientro anch’io nei binari, altrimenti mi sentirei un
disadattato, ma lo faccio con il naso tappato, come in apnea, perché non accetto quello che la società mi propone. Lo sopporto perché so che è il prezzo che devo pagare per avere in cambio il resto. La cosa più importante da mettere in valigia è un libro: probabilmente nessun compagno di viaggio sarà più generoso, originale, vivace e socievole. Penne e taccuini, naturalmente. Quella notte, a letto, mi chiedevo se mi sarei addormentato oppure
esploso, invece mi arrivò un’idea. Se non si riesce a far funzionare la propria vita si può per lo meno andare via. Si può cambiare il modo di vivere, disfarsi della routine, vivere rischi veri. Era una questione di dignità. Ho attraversato mari, ho lasciato dietro di me città, ho seguito le sorgenti dei fiumi e mi sono immerso nelle foreste. Non ho mai potuto tornare indietro, esattamente come un disco non può girare al contrario. E tutto ciò a cosa mi stava
conducendo? A questo preciso istante. Ho imparato che chi viaggia Non dovremmo negare che l’essere nomadi ci ha sempre riempiti di gioia. Nella nostra mente viene associato alla fuga da storia, oppressione, legge e noiose coercizioni, alla liberà assoluta, e la strada porta sempre a Ovest. I nomadi non hanno storia, hanno solo geografia Voglio attraversare la terra, Più i viaggi sono lontani, più si entra nel mondo. Chissà che cosa avrebbe scoperto Colombo se l’America non gli avesse sbarrato la strada. Solo i pesci morti nuotano seguendo la corrente. Si esce dal labirinto allontanandosi dal suo centro, andando verso
la periferia. Passa così una giornata di viaggio, e non c’è bisogno d’altro per riempirla da cima a fondo: un fiume, dei cespugli, una bella testa infantile, delle tombe. Partire per lasciare una parte di noi nel mondoPartire, è un po’ morire, è morire rispetto a ciò che si ama: si lascia un frammento di se stessi in ogni ora e in ogni luogo. Scrivere è viaggiare senza la seccatura dei bagagli. C’è un solo viaggio possibile: quello che facciamo
nel nostro mondo interiore. Non credo che si possa viaggiare di più nel nostro pianeta. Così come non credo che si viaggi per tornare. L’uomo non può tornare mai allo stesso punto da cui è partito, perché, nel frattempo, lui stesso è cambiato. Da se stessi non si può fuggire. Dove stai andando? Butta via la cartina! Perché vuoi sapere a tutti i costi dove ti trovi in questo momento? D’accordo: in tutte le città, nei centri commerciali, alle fermate degli autobus o
della metropolitana, sei abituata a farti prendere per mano dalla segnaletica; c’è quasi sempre un cartello con un punto colorato, una freccia sulla mappa che ti informa chiassosamente: “Voi siete qui”. Anche a Venezia, basta che alzi gli occhi e vedrai molti cartelli gialli, con le frecce che ti dicono: devi andare per di là, non confonderti, Alla ferrovia, Per san Marco, All’Accademia. Lasciali perdere, snobbali pure. Perché vuoi combattere contro il labirinto? Assecondalo, per una volta. Non
preoccuparti, lascia che sia la strada a decidere da sola il tuo percorso, e non il percorso a farti scegliere le strade. Impara a vagare, a vagabondare. Disorientati. Bighellona. Obliato nel suo paese, sconosciuto altrove. Tale è il destino del viaggiatore. Ah! Il viaggio è un bagno di umiltà: ti rendi conto di quanto è piccolo il luogo che occupi nel mondo. La nostra natura consiste nel movimento, la calma completa è la morte. Un viaggio è una nuova vita con una nascita, uno sviluppo e una morte, che ci è offerta all’interno dell’altra. Approfittiamone. Ogni posto è una miniera. Basta lasciarcisi andare, darsi tempo, stare seduti in una casa da tè ad osservare la gente che passa, mettersi in un angolo del mercato, andare a farsi i capelli e poi seguire il bandolo di una matassa che può cominciare con una parola, con un incontro, con l’amico di un amico di una persona che si è
appena incontrata e il posto più scialbo, più insignificante della terra diventa uno specchio del mondo, una finestra sulla vita, un teatro di umanità dinanzi al quale ci si potrebbe fermare senza più il bisogno di andare altrove. La miniera è esattamente là dove si è: basta scavare. Non si parte per andare da nessuna parte senza aver prima di tutto sognato un posto. E vice versa, senza viaggiare prima o poi finiscono tutti i sogni, o si resta bloccati sempre nello
stesso sogno. Quando viaggio sogno veramente molto. Forse questa è per me una delle ragioni principali per viaggiare. Ha qualcosa a che fare con strane stanze, rumori e odori inusuali, con le vibrazioni, col cibo, con le ansie legate al viaggio. La presunzione di onniscienza sorta con internet ha generato l’errata e arrogante convinzione secondo cui lo sforzo fisico del viaggio è diventato superfluo. Difficile diventare
adulti se non si fa un viaggio da soli. È un modo per superare la paura dell’altro e anche di sé stessi, in cui ci si trova a fronteggiare la nostalgia, si arriva alla riscoperta delle radici. Finché non fai un viaggio da solo non impari a rapportarti con gli altri. Il mondo esiste ancora nella sua diversità. Ma questo ha poco a che vedere con il caleidoscopio illusorio del turismo. Forse uno dei nostri compiti più urgenti consiste nell’imparare di nuovo a viaggiare,
eventualmente nelle nostre vicinanze, per imparare di nuovo a vedere. Il fatto di essere andato il più lontano possibile mette in qualche modo fine al viaggio. La sola tappa successiva sarebbe il non ritorno. Ma forse mancano i viaggi più straordinari. Sono quelli che non ho mai fatto,quelli che non potrò mai fare. Restano non scritti, o chiusi in un loro segreto alfabeto sotto le palpebre, la sera. Poi arriva il sonno, e si salpa. I viaggi sono legati al superamento delle frontiere, ma che per frontiere si devono intendere anche le frontiere della mente. Il bagaglio più pesante, è una borsa vuota Lentamente muore chi non viaggia, Tra vent’anni sarai più deluso dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. E allora molla gli ormeggi.
Lascia che gli alisei riempiano le tue vele. Esplora. Sogna. Vai via Il cambiamento è l’unica cosa che rende la vita degna di essere vissuta. Non parcheggiare
mai la tua vita a una scrivania. Quello che segue sono ulcere e problemi cardiaci. Se non trovi niente nel viaggio, troverai qualcosa nel ritorno. Qual’è la tua citazione di viaggio preferita? Se leggendo queste citazioni ti è venuta voglia di viaggiare, regalati un’esperienza di viaggio indimenticabile, ed organizza la tua prossima avventura green con ecobnb! Foto di copertina: Photo by Mesut Kaya via Unsplash |