Disattenzione, iperattività e impulsività sono le manifestazioni comportamentali alla base della diagnosi del disturbo di deficit di attenzione. Tuttavia, vanno distinte per gravità, intensità, persistenza rispetto ai normali e saltuari episodi di disattenzione, iperattività o impulsività. Show
Questi comportamenti interferiscono con molti aspetti della loro vita, inclusa la scuola, le relazioni familiari e la vita sociale. Generalmente questi comportamenti vengono mantenuti anche durante l'adolescenza e oltre, anche se con il passare del tempo possono modificarsi di intensità. In alcuni casi i sintomi si possono affievolire con l'adolescenza e molti pazienti con ADHD si stabilizzano, diventando persone "normalmente attive" e validi studenti. Altri invece iniziano a utilizzare sostanze o presentano comportamenti da delinquente. Nell'età adulta possono continuare a presentare problematiche interpersonali, abuso di alcol o di sostanze o disturbi di personalità. Gli adulti possono inoltre presentare difficoltà di concentrazione, disorganizzazione, impulsività, labilità emotiva, iperattività, frettolosità e scarsa tolleranza allo stress. Per porre la diagnosi di ADHD nessun singolo test è sufficiente. Solo un professionista sanitario (il pediatra e/o lo psichiatra infantile) può porre diagnosi di ADHD dopo aver:
ADHD si può associare a difficoltà di apprendimento, al disturbo oppositivo provocatorio, al disturbo della condotta, ad ansia e alla depressione, al disturbo bipolare, alla sindrome di Tourette. ai disturbi del sonno, all'enuresi notturna, all'abuso di sostanze. Negli adulti ADHD si può presentare con sintomi più vari, ma per porre la diagnosi è necessario individuare la presenza del disturbo nell'infanzia. Vuoi saperne di più sul trattamento del deficit di attenzione? IntroduzioneLa sindrome da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) è un disturbo cerebrale caratterizzato da un insieme di comportamenti che causano una costante disattenzione e/o un’iperattività-impulsività in grado di interferire con il funzionamento e lo sviluppo neurologico del soggetto colpito. I sintomi della ADHD tendono a fare la loro comparsa già in tenera età, per diventare poi più evidenti in presenza di specifici cambiamenti, come l’inizio della scuola; la maggior parte dei casi vengono infatti diagnosticati tra i 7 e 10 anni di età (la diagnosi è possibile solo a professionisti della salute mentale adeguatamente formati, tipicamente neuropsichiatra infantile, psichiatra o psicologo). I sintomi principali dell’ADHD sono
Più nel dettaglio definiamo come:
I bambini possono essere molto più attivi e/o impulsivi rispetto ai loro coetanei. Questi comportamenti causano problemi significativi nella vita di relazione, nell’apprendimento e nel comportamento. Per questo motivo i bambini che soffrono di ADHD in alcuni casi sono considerati “difficili” oppure si ritiene che abbiano problemi comportamentali. Non si conoscono ad oggi le cause alla base dello sviluppo della sindrome, ma l’orientamento attuale ipotizza che possa essere il risultato di una combinazione di fattori:
Un tempo si pensava che l’ADHD guarisse spontaneamente con la crescita, mentre ora si sa che, per la maggior parte dei bambini, questo non è vero. I sintomi spesso migliorano quando il bambino cresce e impara a gestirli e quindi si riducono effettivamente con l’età, ma molti adulti affetti dal disturbo possono continuare ad avere problemi, spesso anche associati a condizioni correlate (come disturbi del sonno e ansia). Sebbene non esista una cura per l’ADHD, questa può essere gestita in giovane età con un supporto educativo appropriato, l’affiancamento alla famiglia e quando necessario la psicoterapia (terapia cognitivo comportamentale) e/o farmaci. iStock.com/Enterline Design Services LLC CauseL’ipotesi attualmente più accreditata suggerisce che l’ADHD non abbia un’unica causa, ma sia invece il risultato della combinazione di una predisposizione genetica e uno o più fattori ambientali; studi su gemelli hanno infatti confermato che l’ADHD è associata a un alto fattore ereditario (circa il 75% dei casi). Il disturbo tende quindi a ricorrere in determinate famiglie e la ricerca suggerisce che sia i genitori che i fratelli di un bimbo a cui è stato diagnosticato il disturbo siano associati a un rischio 5 volte superiore rispetto alla popolazione generale di soffrire a loro volta dello stesso disturbo. Nelle ricerche condotte negli ultimi 40 anni sono poi emerse importanti differenze nel cervello di chi soffre del disordine, anche se in realtà l’esatto significato di queste diversità non è tuttora stato chiarito; cambiano i tempi di maturazione dell’organo, gli equilibri fra i diversi neurotrasmettitori e anche la dimensione di alcune strutture cerebrali. La letteratura oggi disponibile non conferma invece il punto di vista popolare secondo cui l’ADHD potrebbe essere causata da
anche se sicuramente alcune di queste condizioni possono essere causa di peggioramento nei sintomi e nella manifestazione della sindrome. Fattori di rischio
La sindrome da deficit di attenzione e iperattività colpisce con maggior frequenza i maschi e spesso si presenta insieme ad altri disturbi (comorbilità), tra cui ricordiamo:
SintomiDisattenzione, iperattività e impulsività sono i comportamenti chiave che caratterizzano il comportamento di soggetti colpiti da ADHD; i sintomi specifici sono più difficili da elencare, perché non è semplice distinguere con certezza una fisiologica disattenzione e iperattività rispetto alle situazioni in cui si renda necessario un intervento medico. La maggior parte dei bambini sani è disattenta, iperattiva o impulsiva di tanto in tanto ed è normale che i bambini in età prescolare si distraggano facilmente e non siano in grado di concentrarsi troppo a lungo su un’attività. Anche nei bambini più grandi e negli adolescenti la capacità di concentrarsi dipende spesso dall’interesse che si prova per l’attività. Lo stesso discorso vale per l’iperattività. I bambini piccoli normalmente sono pieni di energie e riuscirebbero a esaurire le energie di qualsiasi adulto prima di stancarsi. Inoltre possono diventare ancor più attivi quando sono stanchi, hanno fame, sono ansiosi o si trovano in un ambiente nuovo. Alcuni bambini, infine, sono più attivi dei loro coetanei. Affinché possa essere diagnosticato l’ADHD occorre quindi un’osservazione dei sintomi in due situazioni diverse per almeno sei mesi al fine di valutare se determinati tratti comportamentali siano diversi da quelli degli altri bambini della stessa età. I sintomi consentono una classificazione in base alla prevalenza di elementi di
DisattenzioneIl paziente che soffre della sindrome da deficit di attenzione e iperattività presenta almeno sei dei seguenti sintomi se la sua età e inferiore ai 17 anni, ne presenta cinque o più se di età pari o superiore. L’osservazione dei sintomi deve avvenire almeno in due situazioni diverse per almeno sei mesi.
Iperattività e impulsivitàIl paziente che soffre della sindrome da deficit di attenzione e iperattività presenta almeno sei dei seguenti sintomi se la sua età e inferiore ai 17 anni, ne presenta cinque o più se di età pari o superiore. L’osservazione dei sintomi deve avvenire almeno in due situazioni diverse per almeno sei mesi.
AltroSi può sospettare che il comportamento del bambino sia causato dall’ADHD se si notano disattenzione, iperattività o comportamenti impulsivi ripetuti che:
I comportamenti connessi all’ADHD possono essere diversi a seconda del sesso del bambino:
AdultiGli studi suggeriscono che circa il 4% degli adulti potrebbe soffrire in qualche modo di ADHD, con sintomi che si manifestano ovviamente in modo leggermente diverso, per esempio attraverso una scarsa capacità nella gestione del tempo e delle attività di organizzazione e pianificazione, oltre che con più o meno gravi difficoltà di concentrazione e attenzione. È importante notare come per alcuni adulti una diagnosi di ADHD possa portare addirittura un senso di sollievo, in quanto rappresenta la chiave di comprensione di difficoltà apparentemente senza causa, ma soprattutto perché in grado di permettere di intraprendere un trattamento in grado di aiutarli ad affrontare le sfide quotidiane in modo più efficace. Quando rivolgersi al medicoSe sospettate che vostro figlio manifesti uno o più sintomi dell’ADHD, ad esempio
parlatene con fiducia al pediatra o al medico di famiglia che, valutata la situazione, potranno indirizzarvi verso uno specialista, che in prima battuta si occuperà di escludere eventuali patologie organiche che potrebbero essere la causa delle difficoltà del bambino. Se vostro figlio è già in terapia per l’ADHD, dovrebbe essere accompagnato regolarmente dallo specialista, almeno due volte all’anno anche se i sintomi rimangono stabili. Ricordate di chiedere al medico quale dovrebbe essere la frequenza delle visite. Chiamate il medico se il bambino presenta effetti collaterali dovuti ai farmaci, ad esempio ha poco appetito, ha problemi a dormire o è più irritabile del solito. Alcuni bambini in terapia con gli stimolanti possono perdere l’appetito e avere problemi a mantenere il tasso di crescita (di peso e altezza) che avevano prima dell’inizio della terapia. Tuttavia molto probabilmente riusciranno a raggiungere il potenziale di crescita entro l’età adulta. PericoliL’ADHD può essere causa di difficoltà sociali, per esempio i bambini:
mentre gli adulti
Si possono poi individuare diverse condizioni e patologie che possono andare a sovrapporsi:
DiagnosiMolte persone tentano l’autodiagnosi usando i test o gli elenchi di sintomi visti sui giornali, alla TV o su Internet. Gli elenchi di sintomi possono essere utili ma, se pensate di soffrire di ADHD, è opportuno rivolgersi ad uno specialista per un approccio razionale e ragionato. Il medico di base probabilmente vi visiterà e vi farà gli esami per scoprire se soffrite di problemi di salute con sintomi simili a quelli dell’ADHD, in caso di dubbi verrà consigliato di rivolgersi a uno specialista per una diagnosi certa.
La diagnosi di ADHD è un processo che comprende diversi passi e non esiste un unico esame per diagnosticare la sindrome (molti altri disturbi come l’ansia, la depressione e alcuni tipi di disturbi dell’apprendimento possono peraltro causare sintomi simili). Se negli Stati Uniti si fa generalmente riferimento al Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM), in Europa si tende a preferire l’ICD-10 (si è osservato che la probabilità di diagnosi del disturbo è da 3 a 4 volte maggiore se vengono utilizzati i criteri del DSM-IV rispetto ai criteri ICD-10, tanto che negli USA a ricevere diagnosi di malattia sono il 9.4% dei bambini di età compresa tra i 2 e i 17 anni).
L’Istituto Superiore di Sanità italiano riporta entrambi gli approcci. È stata infine recentemente pubblicata dall’American Academy of Pediatrics una versione aggiornata delle linee guida per la diagnosi, la valutazione ed il trattamento della condizione, che va modificare alcuni aspetti dell’approccio proposto dal DSM attraverso lo sviluppo di uno specifico algoritmo diagnostico. Un aspetto importante su cui queste linee guida pongono l’accento è la necessità di procedere ad un’attenta valutazione delle eventuali comorbidità presenti in quasi due pazienti su tre, ossia altre condizioni patologiche come
Criteri DSMBambiniPer porre la diagnosi di ADHD il bambino deve mostrare
oppure
Il bambino deve inoltre rispettare i seguenti ulteriori vincoli:
AdultiLa diagnosi nell’adulto presenta maggiori difficoltà, in quanto la comunità scientifica non ha ancora trovato accordo sull’elenco dei sintomi cui fare riferimento; in alcuni casi ad un adulto può essere diagnosticato l’ADHD se presenta 5 o più sintomi di disattenzione, oppure 5 o più di iperattività e impulsività, elencati nei criteri diagnostici per i bambini con ADHD, ma secondo le attuali linee guida diagnostiche la diagnosi di ADHD negli adulti non può essere confermata senza la prova che i sintomi siano presenti sin dall’infanzia. Nei casi in cui sia impossibile trovare questa conferma dal paziente potrebbe essere necessario fare riferimento ai genitori o agli insegnanti del paziente.
Criteri ICDL’approccio stilato nell’International Statistical Classification of Diseases and Related Health Problems (ICD-10) dell’Organizzazione Mondiale della Sanità è più restrittivo e richiede che siano presenti simultaneamente
Ai fini della diagnosi è inoltre richiesto che vengano soddisfatti i seguenti criteri:
Cura e terapiaAnche se non esiste una cura risolutiva per l’ADHD, i trattamenti attualmente disponibili possono contribuire a ridurre i sintomi; l’approccio è tipicamente multidisciplinare. FarmaciNella maggior parte dei pazienti i farmaci sono in grado di ridurre efficacemente i sintomi legati all’iperattività e all’impulsività, migliorando così la capacità di concentrarsi, lavorare e imparare. I medicinali di prima scelta sono gli stimolanti.
Siamo tutti diversi, quindi la durata della terapia contro l’ADHD dipende dal paziente. Alcune persone dovranno assumere il farmaco per un anno o due, mentre altre dovranno ricorrere alla terapia per molti più anni. In alcune persone, l’ADHD continua anche durante l’adolescenza e l’età adulta e questo richiederà un trattamento a lungo termine. DietaIl paziente affetto da ADHD non richiede alcuna dieta specifica, mentre è consigliato lo stesso regime alimentare sano adatto alla popolazione generale (ad esempio sul modello mediterraneo). PsicoterapiaNegli anni sono stati provati diversi approcci psicoterapici per aiutare bambini e adulti affetti dalla sindrome di iperattività, ma i risultati possono variare a seconda dei pazienti. Tra le più efficaci ricordiamo la terapia cognitivo comportamentale, un approccio che si propone di aiutare una persona a modificare il proprio comportamento, per esempio per:
La terapia comportamentale insegna anche come:
Anche genitori, insegnanti e membri della famiglia possono essere coinvolti per aiutare a fornire un feedback (riscontro) positivo o negativo per specifici comportamenti e aiutare a stabilire regole chiare, elenchi di compiti da svolgere quotidianamente e altre routine strutturate per aiutare una persona a controllare il proprio comportamento. I terapeuti possono anche insegnare ai bambini importanti abilità sociali, come la capacità di aspettare il proprio turno, condividere giocattoli, chiedere aiuto e anche rispondere alle prese in giro. Imparare a leggere le espressioni facciali e il tono della voce negli altri e rispondere in modo appropriato può essere parte integrante della formazione di competenze sociali. Che cosa posso fare per aiutare mio figlio?
Adulti
PrevenzioneNon esiste un modo sicuro per prevenire l’ADHD, tuttavia si possono prendere alcuni provvedimenti per prevenire i problemi causati dall’ADHD e garantire che il bambino sia il più sano possibile, sia dal punto di vista fisico, sia da quello mentale ed emotivo:
Fonti e bibliografia
Quali dei seguenti sintomi sono specifici del disturbo da deficit dell'attenzione iperattività?Segni del disturbo da deficit dell'attenzione/iperattività. Mancanza di precisa attenzione ai dettagli.. Difficoltà di attenzione prolungata durante le attività e il gioco.. Mancanza di ascolto in caso di comunicazione diretta.. Mancato rispetto delle istruzioni e mancata conclusione delle attività. Come faccio a capire se soffro di sindrome da deficit di attenzione?Sintomi e diagnosi. hanno difficoltà a completare qualsiasi attività che richieda concentrazione.. sembrano non ascoltare nulla di quanto gli viene detto.. sono eccessivamente vivaci, corrono o si arrampicano, saltano sulle sedie.. si distraggono molto facilmente.. Qual è la causa del disturbo di attenzione e iperattività?Le cause di natura neurobiologica che possono causare la comparsa dell'ADHD sono difetti nella struttura e nel funzionamento della parte frontale del cervello, responsabile di processi cognitivi primari come la pianificazione e l'organizzazione dei comportamenti, l'attenzione e il controllo inibitorio.
Quali sono i sintomi di un bambino iperattivo?Un bambino iperattivo di sicuro manifesterà:. Mancanza di attenzione e difficoltà nella concentrazione per più di qualche minuto;. Comportamenti impulsivi e/o aggressivi;. Fragilità emotiva;. Difficoltà ad obbedire a casa e a scuola;. Frustrazione.. Impossibilità nel restare fermo;. Difficoltà nell'organizzare le attività;. |