Mélissa da costa tutto il blu del cielo

Mélissa da costa tutto il blu del cielo
Rizzoli
624 pagine



«Ma è vero che con Tutto il blu del cielo di Mélissa Da Costa si piange?» è la domanda che mi è stata fatta più spesso durante la lettura di questo libro. La risposta è sì, si finisce di leggerlo con gli occhi lucidi.
tutto il blu del cielo mélissa da costa recensione
Émile è affetto da Alzheimer precoce e vuole vivere gli ultimi anni della sua vita in giro per la Francia a bordo di un camper. Così decide di pubblicare online un annuncio per cercare un compagno o una compagna di avventura e, a sorpresa, una ragazza gli risponde…

È un libro che tocca diverse corde nascoste della nostra anima, mentre impariamo a conoscere le vite dei due protagonisti in due direzioni differenti.
Man mano che si concretizza la vita dell’una, si sfoca quella dell’altro, in un viaggio con due diverse destinazioni.

Le oltre 600 pagine mi hanno spaventato, però sono tutte fondamentali e non credo si potesse sfoltire ulteriormente la storia. In pochi punti la trama si adagia, con un ritmo più lento, ma nel complesso si legge velocemente.

È un libro che al suo interno ha una luce particolare, ma sicuramente non lo si può definire leggero per via del grosso carico emotivo che porta.
Meglio tenere a portata di mano dei fazzolettini.

Voto: 8+

Ho ricevuto una copia di questo libro da parte di Rizzoli che ringrazio.


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Tutto il blu del cielo di Mélissa Da Costa, edito da Rizzoli (2022) con la traduzione di Elena Cappellini, ci accompagna nella Francia incontaminata dei Pirenei, in un particolare viaggio in camper che non è solo fisico ma anche spirituale.

I protagonisti sono Emile, ragazzo a cui viene diagnosticata una forma precoce di Alzheimer che decide di vivere gli ultimi due anni di vita che gli restano a seguito della diagnosi come se fossero settant’anni. Scrive un annuncio online in cui cerca un compagno di viaggio e a rispondere è quella che gli sembra la più improbabile delle compagnie: Joanna, una ragazza taciturna che si veste sempre di nero e che sembra
racchiudere un mondo complesso dentro di se a cui raramente lascia accedere.
I due intraprendono questo viaggio scrivendo entrambi un diario che raccoglierà le loro più profonde riflessioni e che li porterà, in modo differente, a fare i conti con il proprio passato e con il loro futuro.

“È sempre più facile accusare qualcuno di essere la causa della rottura. È molto più facile che ammettere di aver sbagliato.”

Mélissa Da Costa è già conosciuta in Italia per il libro I quaderni botanici di Madame Lucie, pubblicato da Rizzoli nel 2021. In Francia il libro Tutto il blu del cielo, suo romanzo d’esordio, è stato tra i dieci libri più venduti del 2020.
Tutto il blu del cielo affronta il tema del viaggio come metafora della vita e del cambiamento. Una storia che coinvolge e che riesce a lasciare il lettore con un forte senso di serenità e di speranza nel futuro.

La vita va vissuta, nonostante tutto. Nonostante la morte di coloro che più amiamo, come succede ad Amande Luzin, trent’anni, ne I quaderni botanici di Madame Lucie; nonostante la perdita della speranza e la certezza di avere poco tempo a disposizione su questa terra, come succede a Émile, 26 anni, malato di una forma di Alzheimer precoce e inesorabile che in Tutto il blu del cielo compie il suo ultimo viaggio senza ritorno.

Mélissa da costa tutto il blu del cielo

L’autrice dei due romanzi sopra citati è la francese Mélissa Da Costa ed è lei un vero e proprio caso letterario internazionale degli ultimi anni, prova ne sia il successo di critica e di pubblico in continua crescita. In Francia Tutto il blu del cielo è stato tra i dieci libri più venduti nel 2021, con oltre 600mila copie; è appena stato pubblicato in Italia da Rizzoli, che l’anno scorso ci aveva fatto conoscere Mélissa Da Costa portando in libreria I quaderni botanici di Madame Lucie, con il quale la scrittrice ci aveva narrato di Amande, trent’anni, che si rifugia in una vecchia casa nelle campagne francesi dell’Auvergne dove ha deciso di nascondersi, dopo la morte improvvisa del marito e della bambina che portava in grembo.

Amande tiene le imposte chiuse, non si lava, sta in pigiama per giorni, non risponde al telefono, esce solo per comprarsi da mangiare finché, un giorno apparentemente buio e cupo come tutti gli altri, non trova strani appunti su agende e calendari scritti dalla vecchia proprietaria di casa, Madame Lucie che, come un miracolo della natura, le daranno la luce e la forza per rinascere.

L’orto, come il lutto, richiede il suo tempo

Le classifiche dei romanzi più letti, in Francia così come in Italia e in altri Paesi, sulla scia di altri casi letterari mondiali indiscussi e clamorosi tra cui Cambiare l’acqua ai fiori di Valérie Perrin, già da alcuni anni raccontano dell’apprezzamento dei lettori per storie dal sapore familiare e doloroso, per personaggi che ricalcano la normalità delle nostre vite quotidiane ma l’eccezionalità di sentimenti come l’amore quando autentico, per trame puntellate dagli eventi della vita che noi tutti abbiamo vissuto, il miracolo dei nascituri, le cadute aspre e dure lungo il percorso, le riprese attraverso la cura di sé, della natura e dell’ambiente circostante, la morte.

Come succede quasi sempre, per capire le ragioni di un successo tanto premiato quanto meritato quale è quello rappresentato da Mélissa Da Costa, basta semplicemente leggere i suoi romanzi (tradotti in Italia da Elena Cappellini). I personaggi che disegna e che dota magistralmente di vita propria non si dimenticano tanto facilmente. Sono portatori sani di una riflessione che la scrittrice propone a chi la legge sulle nostre esistenze disorientate, turbate, spiazzate dall’imprevedibilità del destino e dalla complessità dell’esistenza e su ciò che, nonostante tutto, conta davvero, su ciò per cui val davvero la pena soffrire, combattere (combattere anche contro se stessi), tentare, cambiare, sperimentare, vivere.

«Per esempio, adesso mi trovo sulla riva di un magnifico lago di montagna, a 2153 metri di altezza, e mi sento solo al mondo. Ho la pancia piena. Probabilmente farò un riposino non appeno avrò finito di scriverti. Erano anni che non mi sentivo così sereno. Quando ripenso a tutte le ore perse in quel piccolo ufficio a fissare il computer, a rispondere a delle mail prive di senso… Alla fine sono molto contento di essermi ammalato. Senza la malattia, non sarei qui, sul massiccio di Néouvielle. Non avrei mai avuto la forza di lasciare quel lavoro. Laura aveva ragione. Ero passivo. Mi accontentavo della routine. Mi mancava un po’ di coraggio. Ma adesso sono qui, completamente a mio agio. Vivo seguendo i ritmi della natura ed è assurdo pensare che ci siamo persi tutto questo…»

Émile, protagonista di Tutto il blu del cielo, è partito per il suo viaggio senza ritorno lungo i Pirenei a bordo di un camper che ospita anche Joanne, la ragazza col cappello a tesa larga, i sandali dorati ai piedi e lo zaino rosso in spalla che ha risposto all’annuncio:

«Ragazzo di 26 anni, affetto da Alzheimer precoce, desidera parti- re per un ultimo viaggio. Cerca un/una compagno/a d’avventura per condividere quest’ultima esperienza.
Itinerario da definire insieme: Alpi, Alte Alpi, Pirenei? Viaggio in camper con tratti a piedi (zaino e tenda in spalla). Si richiedono condizioni fisiche adeguate.
Partenza: il prima possibile. Durata del viaggio: 2 anni al massimo (in base alle previsioni dei medici). Possibilità di rientro anticipato.
Profilo del/della compagno/a di viaggio:
Non sono richieste competenze mediche particolari: non seguo cure o terapie e sono in pieno possesso delle mie capacità fisiche. Buona tenuta mentale (rischio di avere vuoti di memoria sempre più rilevanti).
Amore per la natura.
Non farsi spaventare da uno stile di vita un po’ spartano.
Voglia di condividere un’avventura umana.»

A proposito del romanzo, Andrea Marcolongo ha scritto su “Tuttolibri”: «Con Tutto il blu del cielo, un racconto di viaggio nella natura e insieme nella coscienza, Mélissa Da Costa regala al lettore un romanzo delicato eppure potente, una riflessione sul senso dell’esistere nella scoperta dell’altro e nella meraviglia di essere semplicemente umani, imperfetti e per questo vivi».

Un’altra scrittrice, Cristina De Stefano, dice di lei dalle pagine di “Elle”: «Non temete, Mélissa Da Costa è troppo intelligente per cercare un facile lieto fine. Farà di meglio, vi sorprenderà. Ma per saperne di più dovrete leggere il suo libro, 600 pagine di poesia».

La storia sì poetica narrata in Tutto il blu del cielo – l’esordio letterario dell’autrice francese, che quando non scrive libri si occupa di comunicazione in ambito energetico e climatico – è, in buona sostanza, quella di una scelta. Una scelta carica di traumi, di dubbi, di incognite. Dopo la diagnosi irrevocabile, dopo il tentativo da parte dei medici, dei genitori, della sorella e dell’amico fraterno di sottoporsi a una cura sperimentale, Émile (la sua ex, Laura, l’ha lasciato tempo addietro) decide di realizzare un sogno coltivato sin da ragazzo ma messo da parte da adulto: un’avventura on the road sui Pirenei (e se pensate di andarci in vacanza quest’estate, è un altro buon motivo per leggere il libro, che vi farà da guida turistica custodendo tra le pagine tappe imperdibili, quanti sono gli scenari naturalistici, i borghi e i paeselli sperduti, i laghi alpini, le valli deserte, i giganti di calcare descritti dalla Da Costa). Émile parte di nascosto, all’insaputa di tutti, con la sofferenza nel cuore per quello che è di fatto un addio per sempre, ma con la consapevolezza che sia l’unico modo per vivere appieno gli ultimi mesi che gli rimangono, senza rimpianti, senza la prospettiva di un letto d’ospedale in cui morire di malattia e di rassegnazione, senza aver provato a essere felice anche solo per poco.

Lo accompagnerà Joanne, ragazza misteriosa che si svelerà piano piano, con la stessa lentezza benefica con cui Émile riscopre la vita proprio ora che la sta perdendo, con quel cappello troppo grande e quel silenzio di poche misurate parole, segno tra i segni di un passato dalle ferite assai profonde e sanguinanti che, però, val la pena rimarginare in qualche modo, seppur impossibili da guarire e da nascondere, come succede in fin dei conti nella vita vera. Il viaggio senza ritorno servirà anche a questo.