Con le diciture comunione dei beni e separazione dei beni si indicano due possibili regimi patrimoniali che si instaurano tra i coniugi e che riguardano gli acquisti effettuati dopo aver contratto il matrimonio. Show
La comunione dei beni è il regime patrimoniale convenzionale in italia, introdotto a seguito della Riforma del diritto di famiglia e sanzionato dall’art. 177 del Codice Civile. Si realizza quindi la comunione dei beni in automatico, salvo dove diversamente indicato dai coniugi, in tutti i matrimoni celebrati a partire dal 20 settembre 1975. Se è applicata la comunione dei beni, tutti gli acquisti effettuati in seguito al matrimonio, vanno a costituire patrimonio comune della coppia. </div> <p>Diversamente, se i coniugi preferiscono applicare la separazione dei beni, ciascuno dei due mantiene la titolarità esclusiva dei beni che acquista in seguito al matrimonio; conservano, quindi, il diritto di godimento e amministrazione.</p> <h2>Cos’è l’autocertificazione di comunione o separazione dei beni?</h2> <p>L’autocertificazione è un documento prodotto autonomamente dal cittadino che sostituisce a tutti gli effetti il relativo certificato la cui emissione andrebbe richiesta alla pubblica amministrazione. Con l’autocertificazione si semplifica notevolmente l’iter burocratico che il cittadino deve seguire nel rapportarsi con enti pubblici di vario tipo.</p> <p>Qualsiasi cittadino maggiorenne italiano o della comunità europea, ma anche straniero purché provvisto di permesso di soggiorno valido, può avvalersi della facoltà di autocertificazione. In caso di minori saranno i genitori o chi ne fa le veci ad occuparsi dell’autocertificazione necessaria o, per soggetti interdetti, questo spetterà al loro tutore legale.</p> <p>La procedura di autocertificazione è regolamentata dal <strong>D.P.R 445/2000.</strong></p> <p>Sono molti i documenti per i quali è possibile procedere con l’autocertificazione, e tra questi troviamo anche il certificato di comunione o separazione dei beni.</p> <div class="e3lan e3lan-in-post2"><p style="text-align:center"><script async> <ins class="adsbygoogle" style="display:inline-block;width:300px;height:250px" data-ad-client="ca-pub-7499736646087514" data-ad-slot="8179177421"></ins> <script> (adsbygoogle = window.adsbygoogle || []).push({}); Autocertificazione di comunione o separazione dei beni : come scrivere il documentoL’autocertificazione di comunione o separazione dei beni, al pari di tutte le autocertificazioni possibili, può essere scritta su fogli di carta semplice, o rispondendo alle chiamate di un modello di autocertificazione precompilato. Nella dichiarazione quindi verranno indicati, per entrambi i coniugi: nome e cognome, data e luogo di nascita e indirizzo di residenza. A questo punto si dichiarerà di essere nel regime patrimoniale desiderato, specificando quindi se si applica la comunione o la separazione dei beni. L’autocertificazione può essere poi completata specificando di essere a conoscenza delle sanzioni penali previste in caso di dichiarazioni mendaci e di utilizzo di atti falsi, in base all’art. 76 D.P.R n° 445/2000. Si termina la dichiarazione con la firma dei coniugi e luogo e data di produzione del documento. Ricordiamo che, qualora l’autocertificazione sia consegnata di persona dal dichiarante, la firma va posta in presenza dell’ufficiale amministrativo. Se il documento è invece inviato via posta o per altro mezzo telematico, bisogna allegare una fotocopia di un valido documento di identità Autocertificazione di comunione o separazione di beni: scarica gratis il modulo da compilare in formato .docAi link che seguono, troverete il modulo di autocertificazione di comunione dei beni ed il modulo di autocertificazione di separazione dei beni in formato .doc, già organizzati e pronti per essere completati compilando le chiamate.
Che cos'è l'autocertificazione Consiste nella facoltà riconosciuta ai cittadini di presentare, in sostituzione delle tradizionali certificazioni richieste sui propri stati e requisiti personali, apposite DICHIARAZIONI FIRMATE DALL'INTERESSATO. La firma non deve essere autenticata. L'autocertificazione sostituisce i certificati senza che ci sia necessità di presentare successivamente il certificato vero e proprio. La Pubblica Amministrazione ha l'obbligo di accettarla, riservandosi la passibilità di controllo e di verifica in caso di sussistenza di ragionevoli dubbi sulla veridicità del loro contenuto. Vi sono pochi casi, nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, in cui devono essere esibiti i tradizionali certificati: pratiche per contrarre matrimonio, rapporti con l'Autorità Giudiziaria, atti da trasmettere all'estero. Chi deve accettare l'autocertificazione Le Amministrazioni Pubbliche. I Servizi pubblici e cioè le aziende che hanno in concessione servizi come trasporti, erogazione di energia, servizio postale, reti telefoniche (Enel, Poste, Rai, Ferrovie dello Stato, Telecom, Autostrade sono tenuti ad accettare l'autocertificazione) Privati: è possibile presentare autocertificazione a privati che decideranno in tutta libertà se accettarla o meno, cioè è una loro facoltà. I Tribunali non sono obbligati ad accettare l'autocertificazione. Chi può fare l'autocertificazione Cittadini italiani, Cittadini dell'Unione Europea, Cittadini di paesi extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, limitatamente ai dati attestabili dalle pubbliche amministrazioni italiane. Come funziona È possibile avvalersi dell'autocertificazione direttamente agli sportelli degli Uffici Pubblici che metteranno a disposizione il relativo modulo. Per quanto riguarda la dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, occorre l'autentica della sottoscrizione (firma) solo quando non sia contestuale ad una istanza. L'autentica della sottoscrizione avviene previa identificazione del dichiarante da parte del Pubblico ufficiale autenticante. L'accertamento dell'identità del dichiarante può avvenire in uno dei seguenti modi:
Cosa fare se non viene accettata Il pubblico ufficiale o il funzionario dell'ufficio pubblico che non accetta l'autocertificazione o la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà, nonostante ci siano tutti i requisiti per accoglierla, incorre nelle sanzioni previste dall'art. 328 del Codice penale e rischiano di essere puniti per omissioni o rifiuto di atti d'ufficio. Il cittadino dovrà in primo luogo,accertare: chi e' il responsabile della pratica inoltrata, richiedendo nome, cognome e qualifica, il numero di protocollo della stessa ed il tipo di procedimento attribuito, le ragioni del mancato accoglimento dell'autocertificazione o della dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà. Così come la Pubblica Amministrazione conosce chi è il proprio interlocutore, IL CITTADINO HA altrettanto il DIRITTO DI SAPERE chi segue il procedimento che lo riguarda e come risalire agli atti relativi. Ottenuti i dati il cittadino dovrà richiedere per iscritto, le ragioni del mancato accoglimento dell'autocertificazione o della dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà segnalando anche per conoscenza, gli estremi dalla pratica alla Prefettura del luogo in cui e' stata rifiutata l'autocertificazione ed alla Presidenza del Consiglio dei Ministri-Dipartimento Funzione Pubblica - ROMA. La richiesta deve essere redatta in forma scritta. Se entro trenta giorni dalla data della richiesta, il pubblico ufficiale o l'incaricato non compie l'atto e non risponde per esporre le ragioni del ritardo o rifiuto, scattano i presupposti per le sanzioni dalla reclusione fino ad un anno o della sanzione. Il termine di trenta giorni decorre dalla data di ricezione della richiesta. La procedibilità è d'ufficio, pertanto non sono necessarie querele, istanze o quant'altro. Quindi colui che si vedrà rifiutata la propria autocertificazione o la dichiarazione sostitutiva, si troverà nelle condizioni di denunciare semplicemente l'omissione di atti d'ufficio. Sottoscrizione, autentica e bollo Con l'emanazione del D.P.R. 28.12.2000 n. 445, l'obbligo dell'autenticazione della firma rimane solo per la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà quando la stessa non è contenuta in un'istanza. Per le dichiarazioni sostitutive di certificazione (autocertificazione) è sufficiente la sottoscrizione dell'interessato. L'autenticità della firma delle dichiarazione sostitutive dell'atto di notorietà può essere eseguita dai seguenti pubblici ufficiali: notai, cancellieri, segretari comunali, funzionari incaricati dai sindaci, anche in un comune diverso da quello di residenza; nonché dal funzionario competente a ricevere la documentazione e dal funzionario incaricato dal gestore di pubblici servizi. Nessuna imposta di bollo deve essere peraltro corrisposta dal cittadino quando comprova che l'uso dell'atto è esente per legge dall'imposta. Dichiarazioni non veritiere Attenzione a non effettuare dichiarazioni non veritiere! L'amministrazione pubblica può provvedere d'ufficio ad accertare la veridicità di quanto dichiarato dal cittadino. É evidente che le norme, semplificando l'azione amministrativa, vogliano anche creare fra Pubblica Amministrazione ed cittadino rapporti di fiduciosa collaborazione. Il rilascio di dichiarazioni non veritiere è d'altra parte punito ai sensi del Codice Penale e delle Leggi Speciali in materia. Si possono autocertificare Con dichiarazioni sostitutive di certificazioni
Detto elenco è esaustivo, chiuso, per cui non appare corretto aggiungere altre dichiarazioni non ricomprese nella lista. Certo, si potrà aggiungere una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà, una dichiarazione di conoscenza aggiuntiva, come previsto dal successivo art. 47. Peraltro non risulta nessun divieto e produrre un documento contestuale, che comprenda tanto un'autocertificazione quanto una dichiarazione sostitutiva in un unico documento. Il fatto che il Legislatore specifichi che dette dichiarazioni possono essere contestuali all'istanza, può essere inteso tanto nel senso che può essere preparata sul momento, quanto, soprattutto, che un'istanza del tipo ''il sottoscritto, nato a.., residente in... chiede …'' già costituisce implicita autocertificazione di nascita e residenza. Le dichiarazioni di cui sopra non richiedono alcuna autenticazione di firma.
Tutti gli stati, fatti e qualità personali non autocertificabili (non compresi nella precedente lettera A) possono essere comprovati dall'interessato, a titolo definitivo, mediante dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà. Si possono ad esempio dichiarare: chi sono gli eredi, la situazione di famiglia originaria, la proprietà di un immobile, ecc. In questo caso l'interessato deve presentare la dichiarazione sostitutiva dell'atto di notorietà: a) unitamente alla copia non autenticata di un documento di riconoscimento (nel caso di invio
per posta o per via telematica); RequisitiPosson avvalersi dell'autocertificazione i Cittadini italiani, Cittadini dell’Unione Europea, Cittadini di paesi extracomunitari in possesso di regolare permesso di soggiorno, limitatamente ai dati attestabili dalle pubbliche amministrazioni italiane.CostiNon ci sono costiNormativaDPR 28.12.2000, n. 445. Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa. Circolare MI.A.C.E.L. n. 15/92 del 12.8.1992. Rilascio certificati anagrafici. DPR 26.10.1972, n. 642. Disciplina dell'imposta di bollo. Direttiva n.14/ 2011 - Adempimenti urgenti per l'applicazione delle nuove disposizioni in materia di certificati e dichiarazioni sostitutive di cui all'articolo 15, della legge 12 novembre 2011, n. 183 IncaricatoServizi competentiTempi complessiviIn tempo realeDove si richiede il certificato di regime patrimoniale?Il documento che attesta il regime patrimoniale della famiglia è il certificato di matrimonio, di cui è possibile chiedere un estratto al comune presso il quale sono state celebrate le nozze. Se sull'atto si legge «nessuna annotazione» significa che i coniugi sono sposati in regime di comunione legale dei beni.
Come fare autocertificazione di matrimonio?L'autocertificazione di matrimonio deve essere firmata dall'interessato; la firma non va autenticata né deve essere apposta in presenza di un impiegato dell'Ente che richiede la certificazione. In luogo dell'autenticazione della firma si allega copia fotostatica del documento di identità.
Quale certificato per la comunione dei beni?Il certificato di matrimonio è il documento necessario e sufficiente a provare il regime patrimoniale di comunione dei beni fra coniugi. È su questo documento che, dopo le nozze, viene trascritto il regime patrimoniale prescelto dai coniugi.
Come si può sapere se i coniugi sono in regime di comunione o di separazione dei beni?Per verificare se si è in comunione o in separazione dei beni basta, dunque, leggere il certificato di matrimonio ed è possibile chiederne un estratto al Comune presso il quale è stato celebrato il matrimonio.
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