Il sentiero dei nidi di ragno personaggi

1) Notizie bibliografiche:
Autore: Italo Calvino
Titolo del libro: “Il sentiero dei nidi di ragno”
Casa editrice: Oscar Mondadori
Anno di pubblicazione: 1947
Numero di pagine: 221

ITALO CALVINO
Nasce il 15 ottobre 1923 a Santiago de Las Vegas a Cuba. Il padre dirige una stazione sperimentale di agricoltura e una scuola agraria. La madre lavora come assistente di botanica all’ Università di Pavia. Dopo la sua nascita i genitori decidono di tornare in Italia a San Remo.
Il primo contatto con la letteratura avviene all’ età di dodici anni, quando gli capita fra le mani il primo e il secondo “Libro della giungla” di Kipling.
Dopo poco scoppia la guerra, un evento che segna la fine della sua giovinezza.
Nel 1941 si iscrive alla Facoltà di Agraria di Torino. Insieme al fratello si arruola e combatte uno dei più aspri scontri tra partigiani e nazifascisti.
Nel 1946 comincia a gravitare attorno alla casa editrice Einaudi. Il suo primo libro è stato "Il sentiero dei nidi di ragno", una ricognizione del periodo bellico e del mondo partigiano.
Nel 1948 lascia momentaneamente Einaudi per collaborare con l'Unità torinese. Nel 1949 torna da Einaudi ed esce la raccolta "Ultimo viene il corvo".
Nel 1951 finisce di scrivere un romanzo d'impianto realistico-sociale, "I giovani del Po", che viene pubblicato sulla rivista "Officina" solo negli anni 1957/1958.
Nel 1956 escono "Le fiabe italiane" che consolidano l'immagine di Italo Calvino come favolista. Il suo stile fiabesco-allegorico si esprime al meglio nel Barone rampante e nel Cavaliere inesistente, completando così la trilogia cominciata nel '52 con Il visconte dimezzato.
Nel 1964 si sposa con un'argentina e si trasferisce a Parigi.
Nel 1974 inizia a scrivere sul "Corriere della sera"; la collaborazione dura fino al 1979. Si trasferisce a Roma nel 1980.
Raccoglie nel volume "Una pietra sopra" gli scritti di "Discorsi di letteratura e società" la parte più significativa dei suoi interventi saggistici dal 1955 in poi.
Nel 1981 riceve la Legion d'onore.
Durante il 1984 in seguito alla crisi aziendale dell'Einaudi decide di passare alla Garzanti presso la quale appaiono "Collezione di sabbia" e "Cosmicomiche vecchie e nuove".
Il 6 settembre viene colto da ictus a Castiglione della Pescaia.
Ricoverato all'ospedale Santa Maria della Scala di Siena, Italo Calvino muore il 19 settembre 1985, all'età di 61 anni, colpito da un'emorragia celebrale.
Dopo la sua morte vengono pubblicate le “Lezioni americane” che Calvino avrebbe dovuto tenere di lì a pochi mesi all’ Università di Harward.

2) Genere letterario o sottogenere narrativo:
“Il sentiero dei nidi di ragno” è un romanzo neorealista.
3) Trama e intreccio:
Il romanzo “Il sentiero dei nodi di ragno” è ambientato negli anni della Resistenza partigiana a Carrugio Lungo, un vicolo di un paesino in provincia di Genova.
E’ la storia di Pin, un bambino di dieci anni, orfano di entrambi i genitori, che vive con sua sorella, La Nera di Carrugio Lungo, una prostituta molto conosciuta in tutto il paese.
Frequenta un’osteria dove ci sono sempre gli stessi uomini che discutono di politica e di donne. Li studia attentamente con occhi ingenui e innocenti e pur di farsi accettare dice cose oscene e canta canzoni di cui non conosce il significato.
Lui vorrebbe stare con i ragazzi della sua età, ma questi lo escludono e lo prendono in giro per via di sua sorella. Per questo non gli resta che rifugiarsi nel mondo dei grandi di cui non capisce i ragionamenti né il loro costante desiderio di donna, grandi che solo lui sa far ridere e irritare con battute spesso volgari. Alcune volte, però, li fa arrabbiare e si ritrova solo a girare nei vicoli, con tutti che lo cacciano via. Così si rifugia nel bosco, in un posto che solo lui conosce dove i ragni fanno il nido, un luogo magico che vorrebbe condividere con un amico che non ha ancora trovato e di cui sarà alla ricerca per tutta la storia.
Dopo poco, però, torna all’ osteria e ricomincia a bere, fumare e cantare in compagnia di quegli uomini così incomprensibili per lui.
Un giorno quest’ultimi gli ordinano di rubare la pistola ad un soldato tedesco, Frick, cliente di sua sorella.
Per conquistare la loro fiducia Pin fa come gli hanno detto ma dopo aver compiuto il furto decide di scappare portando con sé il suo nuovo “tesoro” e lo nasconde nel sentiero dei nidi di ragno.
Per questo, però, viene arrestato e portato in prigione. Lì conosce Lupo Rosso, un ragazzo di sedici anni molto famoso; era lui che organizzava la maggior parte degli attacchi e Pin aveva sempre sognato di incontrarlo ritenendolo un esempio da seguire. Pin gli descrive la sua pistola e il ragazzo gli dice che è una P38.
In carcere rincontra anche Pietromagro, il calzolaio proprietario della bottega in cui lavorava.
Riesce a scappare insieme a Lupo Rosso ma durante la fuga si perdono e non si ritrovano più.
Ora non sa dove deve andare e vaga per il bosco fin quando non incontra Cugino, un omone che lo porta con sé in un distaccamento di partigiani con a capo il comandante Diritto. Lì ci sono tanti uomini, ognuno con una storia diversa che Pin si appassiona ad ascoltare. Ci sono studenti, operai, dottori, ognuno combatte per un motivo, hanno una ferita segreta da riscattare e per la quale sono pronti a rischiare la vita.
Pin canta anche a loro le canzoni che cantava all’ osteria, ma sta lì in un modo più colorato e più selvatico, con quelle notti passate sul fieno e quei discorsi sulla guerra, la guerra vera combattuta con il sangue, di cui cominciava a capire qualcosa.
Fa amicizia con tutti, Mancino il cuoco, la Giglia moglie di Mancino, Giacinto, Pelle, Carabiniere, Zena il lungo detto Berretta-di-legno, e i cognati calabresi: Duca, Marchese, Conte e Barone; in più ritrova Lupo Rosso.
In seguito ad un litigio con il Diritto, Pelle, un ragazzo a cui Pin ha rivelato di avere una P38 nascosta nel sentiero dei nidi di ragno, scappa consegnandosi ai tedeschi.
Una sera il Diritto appicca inavvertitamente il fuoco e per questo devono scappare tutti rifugiandosi in un fienile. Il giorno seguente arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim che annunciano una nuova battaglia molto importante e rimproverano Diritto per l‘ incendio.
Il giorno della battaglia tutti partono tranne il Diritto che dice di non sentirsi in forma, la Giglia e Pin che ritengono sia troppo piccolo per combattere.
Quella mattina Pin scopre la storia amorosa tra la moglie del cuoco e il comandante Diritto.
Improvvisamente tutti scappano: stanno arrivando i tedeschi; Pin perde di vista la Giglia e il suo amante ma poi li ritrova insieme agli altri.
La battaglia si conclude con una ritirata strategica e ci sono un ferito, Conte e un morto, Giacinto lo stagnino. Ora sono sfollati tra i sentieri delle montagne e Pin incontra Gian l’Autista, uno degli uomini dell’osteria il quale gli dice che sua sorella è andata a vivere con il soldato tedesco Frick e che conduce una vita agiata. Inoltre Lupo Rosso comunica a tutti che Pelle il traditore è stato fucilato.
Sono tutti riuniti quando, con una canzone, Pin rivela la storia amorosa tra la Giglia e il Diritto che, sentendo quelle parole lo pesta fino a farlo piangere.
A Pin non resta che scappare; corre fino al sentiero dei nidi di ragno ma rimane sconvolto vedendo che è tutto distrutto e che la pistola non c’è più; Pin è quasi sicuro che è stato Pelle.
Intanto al nuovo accampamento arrivano il comandante Ferriera e il commissario Kim che portano via il Diritto per fucilarlo.
Pin non sa dove andare e non gli resta che recarsi da sua sorella; la trova in casa e lì vede anche la sua pistola che un soldato, probabilmente Pelle, le ha regalato. La prende e, poiché non gliela vuole restituire, scappa anche da lei portando con sé l’arma. Fuori è già notte e sulla via del torrente comincia a piangere fin quando non intravede nell’ oscurità una grande sagoma nera, è Cugino. Cominciano a parlare della sorella di Pin e sembra essere interessato al punto che si fa indicare la via per andare a casa della Nera di Carrugio Lungo. Pin comincia a pensare male di lui credendo che fosse come tutti gli altri, ossessionato dalle donne, ma Cugino torna indietro e va in contro a Pin. Così il ragazzo si rende conto di aver trovato il vero amico tanto cercato con cui condividere il segreto del sentiero dei nidi di ragno.
Dopo avergli svelato e mostrato il luogo dove i ragni fanno il nido anche se era ormai distrutto, continuano a camminare, l’omone e il bambino, nella notte, in mezzo alle lucciole, tenendosi per mano.

4) Personaggi:

Personaggi principali:

PIN: E’ il protagonista della storia ed è un bambino di dieci anni, orfano di entrambi i genitori e che vive con la sorella a Carrugio Lungo, un vicolo di un piccolo paese, in Liguria. E’ un bambino di bassa estrazione sociale e lavorava nella bottega di un calzolaio prima della guerra, ma ci andava poche volte perché preferiva girovagare per il paese. Frequenta un’osteria piena di uomini che intrattiene cantando canzoni di cui non conosce bene il significato ma che fanno divertire gli adulti.
Li osserva attentamente ma non riesce a comprendere i loro discorsi e cerca in ogni modo di attirare l’attenzione risultando talvolta fastidioso. E’ molto influenzato da loro e poiché non ha una guida che lo educhi, si sente libero di fare ciò che vuole e molto spesso è scontroso e ostile.
Conosce bene la radura del bosco e ha un posto segreto dove nessuno può trovarlo e dove può rifugiarsi: il sentiero dei nidi di ragno.
Durante la guerra incontrerà nuovi amici e si ritroverà a fare il partigiano inconsapevolmente.
Del suo aspetto fisico si sa ben poco: è di corporatura molto esile e “le lentiggini gli divorano la faccia come uno sciame di vespe”.

Personaggi secondari:

RINA, LA NERA DI CARRUGIO LUNGO: E’ la sorella di Pin ed è una prostituta molto conosciuta in paese. Vive da sola con il fratello da quando i genitori sono morti. Ha i capelli neri, la faccia allungata e molti peli, tanto che il fratello la definisce una scimmia. E’ molto sciatta nelle faccende domestiche e non ha alcuna attenzione nei confronti di Pin, anzi molte volte lo pesta e risulta molto antipatica e opportunista verso tutti. Durante la guerra andrà a vivere con un capitano tedesco, al sicuro da ogni pericolo e per condurre una vita tra locali di lusso e vestiti di seta.

CUGINO: E’ un grande omone che Pin incontra quando scappa di prigione e che lo porta con sé al distaccamento dei partigiani. Ha una faccia un po’ schiacciata, un paio di baffi spioventi rossicci, gli occhi azzurri, il naso camuso e una bocca maldentata. La grande mano che continuamente tende a Pin è soffice e calda e ricorda il pane.
E’ vestito in borghese e armato di mitra, con una mantellina arrotolata a tracolla e indossa un berrettino di lana col bordo ricamato e il pon-pon in cima.
E’ convinto che al principio di tutte le storie finite male ci sia una donna; questo perché sua moglie lo ha tradito mentre era via e lo ha denunciato ai tedeschi per toglierselo di torno, obbligandolo a darsi alla macchia.
Quando Pin lo incontra, egli è appena tornato dopo aver ucciso delle persone e, in fondo, ha un po’paura di lui ma con Pin è buono e lo protegge, inoltre subito si legano l’uno all’ altro.
Alla fine della storia Pin scoprirà che Cugino è l’amico che ha tanto sperato di trovare.

LUPO ROSSO: E’ un ragazzo grande e grosso che Pin incontra in prigione. Ha sedici anni ed è molto famoso poiché era lui che organizzava la maggior parte degli attacchi ai fascisti. Prima della guerra lavorava alla “Todt” come meccanico. Portava il berretto alla russa e parla sempre di Lenin, tanto che lo hanno soprannominato “Ghepeù”. Ha la mania della dinamite e delle bombe a orologeria e sembra che si fosse messo nella “Todt” per imparare come si fanno le mine. Un giorno decise di fare il partigiano e combattere i fascisti; stava sui monti e calava in città la notte con una stella bianca, rossa e verde sul berretto russo, una grossa pistola e si faceva chiamare Lupo Rosso (per ricordare che era di idee comuniste, infatti il rosso è il colore del comunismo); inoltre si era fatto crescere i capelli lunghi. Quando Pin lo incontra indossa il berretto russo ma senza più la stella, con la testa rasa, gli occhi pesti e sputa sangue poiché è stato pestato violentemente dai tedeschi. Il bambino lo stima molto, non solo per i suoi atti eroici ma anche perché non è interessato alle donne.
Riesce a scappare di prigione portando con sé anche Pin.

DIRITTO: E’ il comandante del distaccamento di partigiani in cui va Pin.
E’ un giovane magro, con uno strano movimento alle narici e lo sguardo incorniciato dalle ciglia nere. E’ figlio di meridionali emigrati e lavorava come cameriere. Un giorno appicca il fuoco senza rendersene conto provocando la distruzione dell’accampamento, attirando anche i tedeschi verso di loro. Il commissario Kim gli dice che se vuole riscattarsi dovrà essere in prima fila durante la battaglia, ma egli rifiuta di andarci per restare al distaccamento con la Giglia, la moglie del cuoco, con la quale ha una storia amorosa che Pin scopre e che sarà oggetto di confusione. A causa del-
l’incendio, saranno presi gravi provvedimenti contro di lui.

KIM: E’ un commissario dei partigiani ma prima era uno studente di medicina. E’ molto magro e ha i capelli e i baffi rossi. E’ interessato al genere umano e dopo la guerra sogna di diventare uno psicologo. Ha un desiderio enorme di logica e la sua mente è piena di interrogativi irrisolti. Non è simpatico agli uomini perché li guarda sempre fissi negli occhi, come se volesse scoprire la natura dei loro pensieri. Il commissario Kim gira ogni giorno per i distaccamenti e scompone i problemi secondo una logica ben precisa.
E’ il protagonista di un intero capitolo nel quale, riflettendo tra sé e sé, spiega la natura della guerra, i motivi per cui si combatte e gli effetti che essa ha sugli uomini.
Questo è il personaggio in cui Calvino si immedesima, infatti, è come se il commissario Kim fosse lo specchio del suo pensiero.

FERRIERA: E’ un comandante dei partigiani. E’ un operaio nato in montagna, sempre freddo e limpido: ascolta tutti con un lieve sorriso d’ assenso e intanto ha già deciso da solo. Ha una lunga barba bionda, due grandi occhi chiari e indossa un cappellino.
La guerra partigiana è una cosa esatta, perfetta per lui come una macchina, è l’aspirazione rivoluzionaria maturatagli nelle officine, portata sullo scenario delle sue montagne dove può giocare d’ astuzia.
Entra in scena insieme al commissario Kim per annunciare la battaglia imminente e rimproverare il diritto per l’incendio.

PELLE: E’ un ragazzo gracile, sempre raffreddato e con dei baffetti appena nati sopra le labbra sbavate dall’ arsura. Pin lo incontra al distaccamento dei partigiani e a lui rivela di avere una P38 nascosta nel sentiero dei nidi di ragno. Ha due passioni che lo "divorano": le armi e le donne. E' un giovane che ha girato tutta l'Italia con i campeggi e le marce degli avanguardisti ed ha sempre maneggiato le armi. Molto speso va in città e con grande abilità ruba un gran numero di armi e le porta ai suoi compagni.
In seguito ad un litigio con il Diritto tradirà i suoi compagni e si consegnerà ai tedeschi unendosi alle Brigate nere, ma verrà fucilato.

Altri personaggi (comparse):

PIETROMAGRO: E’ un calzolaio proprietario della bottega in cui lavorava Pin. Lo arrestano continuamente perché è un truffatore e infatti Pin lo incontra in prigione. Quando lavoravano insieme, Pietromagro pestava e sgridava continuamente il bambino perché non lo aiutava mai, preferendo stare per i vicoli del paese. Invece quando lo vede in prigione gli sembra molto cambiato: è pelle e ossa, una pelle gialla che gli pende sul collo e anche la voce è diversa, infatti ha una voce rauca, lamentosa e senza più imprecazioni. E’ molto contento di averlo incontrato, ma anche dispiaciuto per lui a causa delle condizioni in cui era.

MISCEL IL FRANCESE, GIAN L’ AUTISTA, IL GIRAFFA, BATTISTINO, COMITATO: Sono gli uomini dell’osteria che frequenta Pin. Si riuniscono per bere, fumare e fare pettegolezzi sulle donne del paese. Si divertono ad ascoltare Pin che canta canzoni volgari e un giorno gli ordinano di rubare la pistola al soldato tedesco Frick che qualche volta era entrato nell’ osteria.
Finiranno a combattere chi per le brigate ere chi per i partigiani.

FRICK: E’ un marinaio tedesco cliente abituale della sorella di Pin, originario di Amburgo dove vivono sua moglie e i suoi figli. Ha una faccia non ben delineata e i capelli rasi. Inizialmente ha un rapporto di simpatia ed è giocoso con Pin, fin quando quest’ ultimo non gli ruba la pistola; dopo il furto farà arrestare il bambino e lo manderà in prigione.

MANCINO: E’ il cuoco del distaccamento dei partigiani in cui va Pin. E’ calvo e indossa un giubbotto da marinaio con un cappuccio di pelo di coniglio. E’ di idee profondamente comuniste, fino a risultare un vero estremista. Ha sempre con sé un falchetto, Babeuf, che ucciderà poiché con il suo starnazzare continuamente potrebbe attirare i tedeschi verso l’accampamento.

GIGLIA: E’ la moglie del cuoco. E’ una donna giovane e bella, sebbene un po’ sfiorita e indossa dei pantaloni lunghi e una camicia da uomo. Vive anche lei al distaccamento perché, in città, le brigate nere le davano la caccia. Svolge un ruolo negativo nella storia poiché è l’amante del Diritto e tradisce suo marito ogni volta che egli va in battaglia.

DUCA, MARCHESE, CONTE, BARONE: Sono quattro cognati calabresi che hanno sposato quattro sorelle emigrate in Liguria. Duca è il più anziano, indossa un berretto tondo di pelo e ha dei baffetti dritti sulla faccia quadrata e fiera. Faceva il macellatore clandestino e porta una pistola austriaca infilata nella cintura. Parla il dialetto calabrese e Pin lo prende in giro ma a lui non piace. Marchese ha la faccia spugnosa e i capelli lunghi che gli coprono la fronte. Conte è allampanato e melanconico e Barone, il più giovane, indossa un grande cappello nero da contadino, ha un occhio strabico e porta al collo una medaglietta della Madonna. Molto spesso scendono a valle per incontrare le loro mogli, ma ogni volta si imbattono con le Brigate nere e in una di queste uscite, uno di loro, Marchese, viene ucciso dai tedeschi.

ZENA IL LUNGO DETTO BERRETTA DI LEGNO: E’ un altro partigiano che incontra Pin. E’ un genovese con la faccia pallida, con due labbra enormi e indossa un berretto di cuoio che sembra legno. E’ il più pigro della brigata e passa intere giornate sdraiato sulla paglia a leggere il suo libro “Super giallo” al chiarore di un lumino ad olio. E’ capace di portarsi il libro dietro anche durante le battaglie e ogni sera è l’ultimo ad addormentarsi: chiude il volume, soffia sul lumino e si addormenta con la guancia posata sulla copertina.

CARABINIERE: E’ chiamato così perché prima era un carabiniere. E' considerato più ignorante di Duca e più pigro di Zena il Lungo. Suo padre, vedendolo incapace come contadino, lo fa arruolare nei carabinieri. Dopo l'inizio della guerra il suo compito era diventato quello di arrestare i genitori dei disertori, finché un giorno, quando venne a sapere che lo dovevano portare in Germania, lui scappò.

GIACINTO: E’ un commissario dei partigiani che lotta costantemente con i pidocchi che non lo lasciano in pace e molte volte chiede a Pin di aiutarlo a toglierli.

5) Stile:
Le parole che usa l’autore sono perlopiù semplici ma ci sono anche parole vivaci, ironiche, talvolta anche un po’ volgari.

6) Lessico:

Camuso: riferito al naso, corto e schiacciato.

Fuligginoso: coperto di fuliggine; affumicato, annerito.

Basto: sella grossa e rozza, usata per cavalcare asini e muli o per assicurarvi i carichi.

Remissivo: che si rimette di buon grado, per naturale inclinazione o per motivi contingenti, al volere o al parere altrui.

Sfiorito: che ha perso la freschezza giovanile, che è visibilmente in declino.

Smania: stato di grande agitazione, di irrequietezza, d'insoddisfazione.

Mogio: che è o si mostra abbattuto, avvilito.

Umettare: bagnare leggermente, inumidire.

Riverbero: riflesso di luce abbagliante o di calore particolarmente intenso o, più raramente, di suono.
Spaiato: separato dall'altro elemento con il quale normalmente fa il paio.

Inibizione: divieto, proibizione.

Arsura: calore opprimente, bruciore tormentoso, che si traduce per lo più in un ansioso desiderio di fresco e spec. d'acqua.

Lugubre: che denota o suscita un senso di oppressione, angoscia o tristezza.

Ruminare: masticare in modo lento, svogliato.

Zazzera: capigliatura, soprattutto maschile, portata lunga fino a ricadere sul collo; a volte con un'idea di incuria o di eccentricità di cattivo gusto.

- Sintassi

Il romanzo non segue uno schema sintattico ben preciso, bensì è libero; inoltre è presente il discorso diretto in molte occasioni.

7) Luogo della narrazione:

La storia non si svolge in un solo ambiente ma in diversi luoghi tutti reali:

- Carrugio lungo: è il vicolo dove abita Pin e si trova in un paesino in provincia di Genova.
E’ un tipico viottolo ligure, stretto e mal ridotto, con le finestre delle abitazioni che affacciano sulla strada, le pinte di basilico e origano che decorano i davanzali e i vestiti lavati appesi alle corde. Lì c’è la casa di Pin, la bottega in cui lavora e anche l’osteria che frequenta tutti i giorni.

- Il sentiero dei nidi di ragno: si trova nel bosco ed è un scorciatoia sassosa che arriva fino al torrente tra due pareti di terra e erba. Lì, secondo il bambino, i ragni fanno delle tane, dei tunnel coperti da un cemento di erba secca. Con uno stecco lungo si può arrivare fino infondo alla tana e prendere dei piccoli ragni neri che hanno dei disegnini grigi sul dorso. Per Pin questo è un posto magico dove può rifugiarsi quando è arrabbiato e non vuole farsi trovare. Lì nasconde la pistola che ha ruba al tedesco e, per tutto il romanzo sarà alla ricerca di un amico vero con cui condividere quel luogo, ma anche se lo troverà, il sentiero dei nidi di ragno verrà distrutto da un ragazzo che vuole rubare la pistola del bambino.

- Distaccamento dei partigiani: questo si trova in montagna, è un casolare, uno di quelli in cui si affumicano le castagne. Però, a causa di un incendio, i partigiani si trasferiranno in un nuovo accampamento, un fienile dove dovranno stare pigiati, dormire sulla paglia e dove, inoltre, il tetto è sfondato lasciando passare la pioggia.

Non è specificata la durata della vicenda.

8) Contatto:

In questo libro, lo scrittore non si rivolge mai al lettore e quindi non c’ è nessun contatto.

9) Messaggio:
Secondo te qual è il messaggio o che vuole esprimere l’ autore di questo libro?

Secondo me Calvino vuole mostrarci, attraverso questo libro, com’ era la realtà negli anni della lotta partigiana, basandosi su esperienze che lui ha vissuto realmente in quegli anni.
In particolare racconta quello che accadeva attraverso la storia, abbastanza triste, di un bambino, Pin, e ci mostra gli effetti della guerra sugli uomini.
Ci vuole far capire che essa stravolge la vita di tutti, grandi e piccoli e ci mostra come, con occhi innocenti e ingenui, i bambini e i giovani interpretano e vivono la lotta.
Per il protagonista, stare con i partigiani, non rappresenta un pericolo come in realtà è, ma è una specie di avventura che vive con entusiasmo, anche perché a casa sua non sta bene, sua sorella non gli dà importanza e gli altri ragazzi lo evitano.
Pin, come tutti i ragazzi della sua età, ha tanta voglia di combattere e la guerra ha suscitato in lui tanta rabbia che egli vorrebbe sfogare uccidendo i nemici. Lo stesso fenomeno riguarda anche alcuni altri personaggi che l’autore mette in risalto, ovvero Lupo Rosso che è addirittura considerato un mito per i suoi attacchi ai tedeschi e ha solo sedici anni e Pelle che è molto irascibile a causa di essa ma che uccidendo i nemici si sente meglio.
Così facendo, Calvino ci fa capire molto bene che la guerra ostruisce e non fa vivere la giovinezza ai ragazzi, costringendoli a comportarsi da adulti o che influenzati da essa, si comportano in modo ostinato, sono iracondi e violenti. Dovrebbero giocare e divertirsi in modo sano, invece maneggiano armi pericolose, uccidono e vanno in battaglia come i grandi.
Calvino si immedesima in loro, poiché anche per lui la guerra ha rappresentato la fine della sua innocente giovinezza.

10) Giudizio personale:

Leggendo questo libro penso di aver imparato moltissimo e, come penso sia stato lo scopo di Calvino, mi sono resa conto della realtà che erano costrette a vivere le persone, adulti, adolescenti e bambini durante la guerra partigiana.
Questo libro mi è piaciuto tantissimo perché l’autore è riuscito ad esprimere concetti importanti e anche un po’ tragici, non in modo pesante come si potrebbe pensare, ma intrecciandoli con la storia, non solo dovuta alla guerra ma anche di amicizia, di un bambino con una vita particolare, Pin, costretto a fare l’adulto anche se dentro si sentiva ancora piccolo. Però lui supera tutto con un’impressionante leggerezza tipica dei fanciulli; in qualche modo ha descritto la guerra con gli occhi di un bambino e così facendo egli ha reso il romanzo appassionante e piacevole da leggere.
Mentre lo leggevo mi catapultavo con la fantasia in quella realtà, immaginando di essere Pin e mi porgevo domande del tipo: “Cosa avrei fatto se fossi stata al suo posto? Sarei riuscita ad essere coraggiosa come lui?”. Mi sono risposta pensando che nonostante avessi provato ad immedesimarmi in lui, non avrei mai potuto sapere di preciso quello che provava, le sue sensazioni, perché io non ho mai vissuto episodi come i suoi.
Inoltre questo libro ha suscitato in me nuovi interessi riguardo il mondo dei partigiani e sfogliandolo mi sono molto appassionata a questo argomento.
Secondo me Calvino non poteva scrivere questo romanzo meglio di così e credo che meriti una grande stima.

Come si chiama la sorella di Pin?

Rina detta la nera del Carruggio Lungo: sorella di Pin, prostituta, personaggio molto egoista, non si interessa assolutamente del fratello che vede solo come una bocca in più da sfamare. Lupo rosso: giovane partigiano di 16 anni, famoso per diverse missioni portate a termine.

Cosa rappresenta la pistola per Pin?

Questo è il posto che per Pin incarna la sua necessità di vivere la fanciullezza, il luogo segreto dove il bambino può sentirsi al sicuro il luogo magico e incorrotto dove nascondere la pistola “magica”, il luogo dove Pin riesce ad essere a tutti gli effetti bambino.

Chi è Pietromagro?

Pietromagro è il padrone di Pin, che fa il garzone per la sua bottega di ciabattino. Appare crudele in quanto spesso picchia Pin, ma in fondo gli vuole bene. Lupo Rosso è di fondamentale importanza per Pin. È lui che gli dà la spinta maggiore verso la lotta antifascista, per quanto sia limitata.

Chi è Cugino nel sentiero dei nidi di ragno?

Il Sentiero dei Nidi di Ragno: l'arresto di Pin I due riescono a evadere, ma Lupo Rosso non si presenterà all'appuntamento con Pin che, deluso, inizia a vagare nel bosco. Proprio in questo suo girovagare incontra Cugino, un partigiano mite facente parte della banda del Dritto.