Come sono le eruzioni cutanee da hiv

Salve dottore le vorrei chiedere alcune informazioni circa i sintomi di un eventuale contagio da hiv.
Le spiego in aprile 2010 ho avuto un rapporto a rischio non protetto. Verso fine giugno dello stesso anno mi sono comparse delle macchie rosee prima sul tronco e poi progressivamente sulle braccia e sulle gambe. Non ho invece avvertito altri sintomi tipici, quali ingrossamento dei linfonodi, stanchezza, febbre, irritazioni in bocca e cose di questo tipo.
Spaventato per l'accaduto mi sono rivolto ad un dermatologo della mia città e spiegandogli la situazione mi è stato consigliato di fare il test VDRL ed HIV. Entrambi i test condotti nella prima settimana di luglio, e quindi a tre mesi dall'evento a rischio sono risultati negativi. Successivamente ho notato che tali macchie progressivamente si attenuavano e si riduceva la porzione di epidermide interessata da tale sfogo.
Assieme ai due test precedenti mi sono state assegnate altre analisi, tipo citomegalovirus, toxoplasmosi, alle quali sono risultato negativo. Gli unici test che diede qualche sospetto al mio medico furono i seguenti:
ANTICORPI ANTI-EBV (EBNA-1)IgG risultato positivo in quanto, superiore a 20, e pari a 369
ANTICORPI ANTI-EBV(VCA)IgG risultato positivo in quanto, superiore a 20, e pari a 260
ANTICORPI ANTI EBV (VCA)IgM, risultato negativo in quanto inferiore a venti e precisamente minore di 10.
A seguito di due mesi, a fine settembre mi sono accorto che il rash cutaneo si è ripresentato, interessando sempre tronco, braccia e gambe, e il dorso dei piedi.
Il mio dermatologo mi ha detto di ripetere i test VDRL ed HIV adesso, infatti il preiodo è a circa 6 mesi dall'evento a rischio, per stare tranquilli completamente.
I miei dubbi sono i seguenti.
1) La compardsa di un rash cutaneo mi sembra di capire che sia indicativa del processo di sieroconversione in atto, o comunque sia correlata alla infezione primaria da hiv. Dunque è possibile che a seguito della comparsa del rash cutaneo un test, ripeto fatto a circa 100 giorni dall'evento a rischio, possa comunque risultare negativo?
2) Che grado di affidabilità ha un test di screening virologico condotto a tre mesi dall'evento a rischio? è affidabile?
3)Premetto che non ho assunto farmaci di alcun tipo che possano spiegarlo come reazione allergica. Quali possono essere le cause di un rash cuitaneo maculo papulare? Tra queste possono esservi stati di ansia e di stress?
Grazie per la cortese attenzione.

Esistono tre fasi dell'infezione da HIV

FASE 1: infezione primaria acuta

Circa 1-4  settimane dopo essere stati infettati dal virus HIV, oltre l'80% delle persone avvertono alcuni sintomi che possono includere:

  • febbre
  • eruzione cutanea o rash
  • gola infiammata e/o candidosi orale
  • ghiandole gonfie (linfoadenopatie)
  • mal di testa
  • dolori articolari
  • dolori muscolari.

Considerati singolarmente i sintomi sono aspecifici, ma la loro combinazione deve far porre il sospetto clinico, se presenti in persone con comportamenti a rischio per HIV.

 La presenza di questi sintomi, in assenza di un test specifico per HIV, non è sufficiente per diagnosticare un'infezione acuta.

Esistono casi in cui l'infezione primaria acuta decorre in maniera completamente asintomatica.

La durata dell'infezione primaria acuta varia da 1 a 4 settimane e abitualmente i sintomi si risolvono spontaneamente.

Durante questa fase dell'infezione, il sistema immunitario presente nell'intestino subisce il danno maggiore. Questo danno sarà responsabile del fenomeno definito "traslocazione batterica intestinale" responsabile dello stato infiammatorio cronico che caratterizza la malattia da HIV.

Le persone con infezione primaria acuta sono quelle che maggiormente trasmettono l'infezione da HIV, sia perché spesso ignare della propria infezione, sia perché in questa fase della malattia la carica virale, ossia il numero di particelle virali circolanti nel sangue, è spesso molto elevata.

In risposta all'infezione acuta, il sistema immunitario, cerca di reagire alla replicazione del virus producendo anticorpi anti-HIV; questo processo è chiamato sieroconversione. Questi anticorpi sono quelli rilevati dal test HIV con metodica ELISA.

Tuttavia durante questa fase iniziale dell'infezione, per le prime 3-4 settimane dopo il contagio, il test di screening per la sola ricerca di anticorpi anti-HIV potrebbe non risultare ancora positivo. Per tale motivo è utile ricorrere a test combinati che rilevano contemporaneamente la presenza  sia di anticorpi anti-HIV sia dell'antigene virale, denominato p24.

Poiché potrebbero essere necessarie alcune settimane prima che gli anticorpi del virus HIV siano rilevabili dai test, occorre ripetere il test ad almeno 4 settimane dal contatto a rischio e, dopo un primo esito negativo, ancora dopo 3 mesi, per aver la certezza della negatività.

Questo periodo, in cui non sono rilevabili gli anticorpi, viene denominato "finestra immunologica" e per poter procedere con la diagnosi di HIV occorre utilizzare altri test quali la PCR qualitativa o quantitativa di HIV su plasma o su linfociti.

FASE 2: la fase asintomatica

Una volta terminata la fase acuta, o di sieroconversione, molte persone iniziano spontaneamente a sentirsi meglio.
Infatti,il virus HIV potrebbe non causare grossi problemi per un periodo ditempo anche lungo (fino a 8 o 10 anni).
Tuttavia, il virus in questa fase è sempre attivo, continua a replicare nel sangue e nell'organismo, danneggiando progressivamente il sistema immunitario.

FASE 3: infezione sintomatica da HIV, AIDS

Nella terza fase dell'infezione da HIV il sistema immunitario diventa estremamente compromesso.
Diventa quindi probabile che si verifichino gravi infezioni o malattie batteriche e fungine che normalmente sarebbe possibile combattere.
Queste infezioni sono indicate come " infezioni opportunistiche ".

  • perdita di peso
  • diarrea cronica
  • sudorazioni notturne
  • febbre
  • tosse persistente
  • problemi alla bocca e alla pelle
  • infezioni ricorrenti
  • malattie gravi

AIDS
È importante capire che l'HIV e l'AIDS non sono la stessa cosa. L'AIDS non è un virus o una malattia a sé stante: è un insieme di quadri clinici definiti da infezioni o tumori conseguenti a un grave danno immunitario acquisto a causa del virus HIV.

Le infezioni opportunistiche più comuni definenti l'AIDS sono:

  • Polmonite da Pneumocistis girovecii (in passato chiamata Pneumocistis carinii o PCP)
  • Toxoplasmosi cerebrale
  • Candidosi esofagea
  • Citomegalovirosi
  • Leishmaniosi viscerale

Le neoplasie più comune definenti l'AIDS sono:

  • Linfoma primitivo cerebrale
  • Linfoma di Burkit
  • Sarcoma di Kaposi
  • Carcinoma della cervice
  • Carcinoma dell'ano

Se una persona, con infezione da HIV sviluppa alcune malattie opportunistiche (a causa di un danno al sistema immunitario), si dice che ha l'AIDS.
Mentre in passato questa condizione di danno immunologico era irreversibile, oggi sappiamo che anche una persona con AIDS può beneficare delle terapie antiretrovirali e può ottenere un efficace recupero del sistema immunitario. Pertanto un paziente che ha avuto una diagnosi di AIDS può comunque ritornare ad  avere un efficiente sistema immunitario.

Quanto prima si giunge alla diagnosi di l'HIV e si inizia il trattamento, tanto migliore sarà l'aspettativa di vita e la salute a lungo termine.

Quanto dura eruzione cutanea HIV?

Appena contratta l'infezione, i sintomi di febbre, eruzione cutanea, gonfiore dei linfonodi e affaticamento possono durare da alcuni giorni a diverse settimane.

Quando sospettare di avere HIV?

Circa 1-4 settimane dopo essere stati infettati dal virus HIV, oltre l'80% delle persone avvertono alcuni sintomi che possono includere: febbre. eruzione cutanea o rash. gola infiammata e/o candidosi orale.

Quali sono i sintomi dell'HIV?

Quando presenti, i sintomi caratteristici dell'HIV dopo il contagio sono:.
febbre,.
linfoadenopatia (ingrossamento dei linfonodi),.
faringite (mal di gola),.
rash (manifestazioni cutanee),.
mialgia (dolore muscolare),.
stanchezza e malessere,.
comparsa di piccole piaghe in bocca e nell'esofageo..

Quanto è facile contrarre l'HIV?

Complessivamente, dopo una esposizione accidentale con sangue contaminato il rischio di contrarre l'infezione è di circa lo 0,2-0,3%.