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Introducendo il discorso delle misure di protezione antincendio, e prima di parlare di protezione attiva e protezione passiva, è sempre utile ricordare la terminologia corretta delle attività antincendio: La prevenzione incendio è costituita da tutti quegli accorgimenti tecnici e gestionali che si possono mettere in atto per ridurre la probabilità di innesco di un incendio e/o contenerne la propagazione. Le misure che hanno lo scopo di diminuire il danno sono invece dette misure di protezione antincendio. Le due modalità di protezione antincendio[ torna al menu ]Esistono, come detto, due metodologie di protezione antincendio: protezione attiva e protezione passiva antincendio. Vediamo cosa significa. La protezione attiva antincendio[ torna al menu ]Per protezione attiva si intendono tutti quei dispositivi – sistemi o impianti – che svolgono un ruolo di tipo attivo nella rilevazione ed estinzione degli incendi. La protezione attiva, per definizione, presuppone l’azione dell’uomo o l’intervento di un impianto. Questi impianti intervengono nella prima fase dell’incendio, rallentando la pericolosità dell’incendio, per ritardare il più possibile la fase di flashover dell’incendio. Le misure di protezione attiva devono:
E quindi, le principali misure di protezione attiva sono:
(Estintori, Idranti);
(Impianti di spegnimento a gas inerte, a gas FK5-1-12, Impianti Sprinkler, Impianti ad aerosol condensato),
(SEFC)
La protezione passiva antincendio[ torna al menu ]Le misure di protezione passiva, invece, non richiedono l’azione di un uomo o l’azionamento di un impianto ed hanno come obiettivo la limitazione degli effetti dell’incendio, nello spazio e nel tempo, al fine di garantire l’incolumità degli occupanti e dei soccorritori. Questi impianti, infatti, intervengono nella seconda parte dell’incendio, quella dopo il verificarsi del flashover dell’incendio. Rientrano in questa categoria tutti i sistemi di protezione antincendio che possiedono una di queste 3 caratteristiche:
La Reazione al fuoco[ torna al menu ]La reazione al fuoco indica il grado comportamento di un materiale nel caso in cui esso venga esposto al fuoco. Esistono 4 diverse classificazioni in base alla prestazione del materiale. Durante queste fasi di prova intervengono anche altri due fattori connessi alla reazione al fuoco: il gocciolamento e la produzione di fumo. Questi sono comportamenti che variano di materiale in materiale. Quindi, ogni materiale utilizzato in una struttura di una attività soggetta alle normative dei VVF deve essere analizzata e deve possedere una certificazione. La Resistenza al fuoco[ torna al menu ]Come abbiamo già avuto modo di notare, per resistenza al fuoco si intende “l’intervallo di tempo, espresso in minuti di esposizione dell’elemento strutturale ad un incendio, durante il quale l’elemento costruttivo considerato conserva i requisiti progettuali di stabilità meccanica, tenuta ai prodotti della combustione e isolamento termico”. (Allegato A del D.M. del 30 Novembre 1983.) La capacità di resistenza al fuoco si misura mediante il REI, acronimo che sta ad indicare i parametri di riferimento citati nel decreto:
Il valore REI viene espresso attraverso un numero (45, 60, 90, 120 ecc.) che esprime i minuti per i quali la struttura è in grado di garantire queste caratteristiche di resistenza al fuoco: ad esempio REI 120, indica che una determinata struttura è in grado di resistere al fuoco senza bruciare per 120 minuti dall’inizio della manifestazione dell’incendio, senza collassare.
La Compartimentazione dal fuoco[ torna al menu ]La compartimentazione antincendio è quella misura adottata al fine di limitare la propagazione dell’incendio verso altre attività e/o verso altre porzioni dell’attività stessa I dispositivi che rendono possibile una corretta compartimentazione sono:
Ricordate sempre di rivolgervi a professionisti qualificati[ torna al menu ]Noi di FIAMMA gestiamo entrambi i tipi di protezioni, che, ricordiamolo, sono complementari e vanno implementate in sinergia, in modo da garantire il massimo livello di sicurezza possibile. Contattateci per una consulenza personalizzata gratuita! Quali sono le misure di protezione passiva?Tra le misure di protezione passiva si elencano: Reazione al fuoco. Resistenza al fuoco.. la protezione nei confronti di un principio di incendio;. la protezione manuale o automatica, finalizzata all'inibizione o al controllo dell'incendio;. la protezione mediante completa estinzione di un incendio.. Che tipo di misura sono le vie di esodo?c) dove è prevista più di una via di uscita, la lunghezza del percorso per raggiungere la più vicina uscita di piano non dovrebbe essere superiore ai valori sottoriportati: - 15 - 30 metri (tempo max. di evacuazione 1 minuto) per aree a rischio di incendio elevato; - 30 - 45 metri (tempo max.
Quali sono le misure di protezione attiva?La protezione attiva antincendio presuppone perciò che, a seguito della rivelazione di un incendio, ci sia un intervento o un'azione, con o senza l'interazione umana, che provveda ad estinguerlo. Rientrano in questa categoria quindi: Estintori, Idranti.
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