È una condizione caratterizzata da un innalzamento stabile dei valori della pressione del sangue. Nell'adulto si considera ottimale una pressione di 80-120 mmHg. Si parla di ipertensione quando i valori sono uguali o maggiori di 90-140 mmHg. Show
Cos'è l'ipertensione?È una condizione caratterizzata da un innalzamento stabile dei valori della pressione del sangue. Nell'adulto si considera ottimale una pressione di 80-120 mmHg. Si parla di ipertensione quando i valori sono uguali o maggiori di 90-140 mmHg. Dai dati raccolti negli ultimi anni pare che siano oltre un miliardo nel mondo le persone ipertese e che, di esse, solo un quarto abbia una pressione arteriosa ben controllata. In certi paesi, addirittura, gli ipertesi assistiti terapeuticamente stanno diminuendo: in Inghilterra solo il 6% è trattato correttamente. Questa situazione è in parte legata alla natura asintomatica della malattia che per questo si può definire un perfetto 'silent-killer'. L'iperteso non si sente ammalato. È solo cosciente di un rischio, motivazione spesso non sufficiente per indurlo a sottoporsi ad una terapiaper tutta la vita e fare una dieta adeguata. Pressione massima e minima: cosa sono?La pressione sistolica (massima) è la forza che il Sangue esercita sui vasi quando il Cuore si contrae e pompa. La pressione diastolica (minima), invece, è registrata quando il cuore si rilascia per riempirsi nuovamente di sangue. Quale delle due pressioni è più pericolosa?Sorprese dalla ricerca clinica: è la massima da tenere principalmente sotto controllo. Rispetto alle convinzioni del passato, che indicavano nei parametri della pressione diastolica (la minima) il principale fattore di rischio, è emerso con forza che l'attenzione che bisogna prestare alla massima viene dall'importanza che si annette, tra i fattori di rischio, alla pressione differenziale (i millimetri di mercurio che intercorrono tra la sistolica e la diastolica). Infatti, man mano che aumenta l'età - spiegano gli ipertensiologi, come intendono oggi definirsi quei medici che, oltre a far ricerca, abbiano anche grande esperienza clinica nel campo dell'ipertensione - la pressione sistolica continua a salire, mentre al contrario quella diastolica a ridursi. Quanto è diffusa e quali sono le cause e i sintomi dell'ipertensione?Secondo le statistiche, in Italia soffrono di ipertensione dieci milioni di persone, ma secondo gli esperti ne esistono altre cinquemila che, senza saperlo, sono colpite dalla malattia. Nella maggior parte dei casi la causa dell'insorgenza dell'ipertensione arteriosa è sconosciuta (ipertensione essenziale o primaria). A volte può dipendere da altre patologie, per esempio un'insufficienza renale o alcuni tipi di tumori che producono quantità eccessive di ormoni che alzano la pressione (ipertensione secondaria). Di solito l'ipertensione non dà sintomi, e viene scoperta in occasione di un controllo. A volte può dare: lieve dolore alla nuca, soprattutto al mattino, affaticamento, sangue dal naso (epistassi), disturbi della vista, palpitazioni, vertigini, stimolo frequente a urinare. Quali sono i fattoripredisponenti?
Quali sono le conseguenze dell'ipertensione?La responsabilità dell'ipertensione arteriosa nell'incidenza d'eventi cardiovascolari è nota da molti anni, a seguito di approfondimenti epidemiologici su popolazioni. Si calcola, infatti, che il rischio di essere colpiti da una malattia coronarica sarebbe doppio negli ipertesi rispetto ai normotesi, e che il rischio di accidenti vascolari cerebrali sarebbe addirittura otto volte maggiore. L'ipertensione induce insufficienza cardiaca più spesso nelle donne, negli obesi e nelle popolazioni di colore. Alla conclusione sono giunti ricercatori dell'università dell'Illinois, Chicago, dopo aver esaminato le cartelle di 680 pazienti con insufficienza cardiaca. Nei soggetti monitorati, il 25% delle insufficienze cardiache avevano avuto come prima causa l'ipertensione. Tra le donne, però, questa causalità ricorreva nel 34% dei casi (contro il 21% degli uomini); il divario era ancora più netto tra afro - americani e bianchi (40% contro 7%) e tra obesi e non (45% contro 18%). Ad ogni modo, sicuramente l'alta pressione arteriosa è responsabile, da sola o in concorso con altri fattori, di un diffuso danno delle pareti dei vasi e del cuore stesso (l'ipertrofia del ventricolo sinistro) e di un'accelerazione del processo aterosclerotico. Attraverso questi meccanismi, essa è in grado di determinare o favorire le malattie coronariche, come l'angina e l'infarto, l'ictus cerebrale, lo scompenso cardiaco, le aritmie, l'insufficienza renale, la patologia ostruttiva dei vasi degli arti inferiori, la patologia vascolare dell'occhio. Dagli studi di popolazioni appare verificata anche la relazione inversa: più è bassa la pressione, più aumenta la durata della vita e migliora la sua qualità. Quali sono i farmaci in grado di controllare la pressione alta?I diuretici: abbassano la pressione diminuendo la quantità di liquidi in circolo. Sono però sconsigliati a chi soffre di diabete e gotta, perché tendono a far aumentare la glicemia e l'uricemia, e a chi soffre di incontinenza urinaria, perché aumentano la quantità di urina che viene prodotta. Betabloccanti: agiscono direttamente sulle terminazioni nervose, diminuendo la forza con cui il cuore si contrae e dilatando le pareti delle arterie. Sono controindicati se si soffre di asma, perché favoriscono un restringimento dei bronchi. Calcioantagonisti: diminuiscono la pressione sia riducendo la forza con cui il cuore si contrae sia dilatando le arterie. Sono indicati in chi soffre di angina. ACE inibitori: bloccano la produzione da parte del rene di una sostanza che fa alzare la pressione. Sono indicati nei diabetici. Possono provocare una tosse stizzosa. Sta al medico scegliere per ciascuno la cura più appropriata o eventualmente un'associazione. Quali sono i consigli per gli ipertesi?Il 1999 è stato l'anno in cui l'Organizzazione Mondiale della Sanità, d'intesa con l'International Society of Hypertension, ha reso note le nuove linee-guida per il trattamento dell'ipertensione. Le linee consigliano di iniziare la terapia antipertensiva attraverso modificazioni dello stile di vita (riduzione del peso corporeo, riduzione dell'eccesso di sale nella dieta, maggior consumo di cibi di natura vegetale, abolizione del fumo, correzione delle abitudini alcoliche, incremento dell'attività fisica), prima di passare ad un trattamento farmacologico. Le linee-guida apportano anche un "ritocco" verso il basso dei valori pressori massimi consentiti nella norma: 130/85 e non più 140/90 mmHg. Ciò significa allontanarsi quanto è più possibile dai rischi di complicanze. Si pensi solo che, passando da una minima di 90 a una di 105, aumenta di 2,5 volte il rischio di eventi coronarici e di 4 volte quello di eventi cerebrovascolari. Ai reduci da un infarto recente va sottolineato che generalmente i livelli di pressione, anche se erano elevati o molto elevati prima dell'infarto, tendono a normalizzarsi durante la degenza e per un periodo più o meno lungo anche dopo la dimissione. Ciò è dovuto ad una serie di fattori, che vanno dalla stessa lesione del muscolo cardiaco alla immobilità assoluta o riduzione dell'attività fisica, alle terapie effettuate. È inevitabile che la pressione, se era alta prima, presto o tardi dopo l'evento infartuale tornerà a crescere. È molto importante, quindi, che dopo l'infarto la pressione sia tenuta costantemente sotto controllo, poiché l'ipertensione è un importante fattore favorente un ulteriore evento coronarico. I dieci comandamenti della pressione alta
Per approfondire guarda anche: “Ipertensione e stili di vita” Leggi anche: Il cortisolo è un ormone prodotto dalle ghiandole surrenali in grado di condizionare le situazioni di stress. Per ridurlo basta seguire questi consigli. Cosa succede se la pressione minima è alta?A livello cerebrale, la prolungata presenza di pressione minima alta aumenta sensibilmente il rischio di ictus emorragico e induce la stenosi (cioè il restringimento) dei vasi arteriosi del cervello, fenomeno, quest'ultimo, che favorisce lo sviluppo di una forma di demenza nota come demenza vascolare.
Quando i valori della pressione sono preoccupanti?Se si ha una pressione arteriosa compresa tra 120/80 e 140/90, si può essere a rischio di sviluppare in futuro l'ipertensione, a meno che non si intervenga per riportare questi valori sotto controllo. Questa condizione è detta pre-ipertensione. Una pressione arteriosa superiore a 180/120 è pericolosamente alta.
Quando la pressione minima supera i 90?Questo valore normalmente è compreso fra 60 - 80 mmHg con variazioni individuali. Quando supera i 90 mmHg in maniera costante, allora si profila una situazione potenzialmente rischiosa per la parete arteriosa. Le arterie infatti sono manicotti molto robusti progettati per resistere alle alte pressioni.
Quale è la pressione giusta in base all'età?Pressione arteriosa: valori di riferimento. |