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Fonte: Wikipedia. Pagine: 40. Capitoli: Ispettore del lavoro, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elenco dei ministri del Lavoro della Repubblica Italiana, Ministero della Salute, Servizio civile, Direzione Provinciale del Lavoro, Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, Direzione regionale del lavoro, Comunicazioni obbligatorie, Sistema di collocamento pubblico, Istituto Superiore di Sanità, Nucleo anti-sofisticazione, Istituti Zooprofilattici Sperimentali, Centro per l'impiego, Agenzia per il lavoro, Consiglio Superiore di Sanità, Ufficio di collocamento della gente di mare, Comando carabinieri per la tutela del lavoro, Istituto Superiore per la Prevenzione e la Sicurezza del Lavoro, Elenco dei Ministri della Solidarietà Sociale, Agenzia italiana del farmaco, Ministero della Solidarietà Sociale, Istituto G. Caporale, Elenco dei ministri del Lavoro, Salute e Politiche Sociali, USMAF, SASN, UVAC, Posti di Ispezione Frontaliera, Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia "Adelmo Mirri", Italia Lavoro. Estratto: Per ispettore del lavoro in Italia, si intende un funzionario della direzione provinciale del lavoro o direzione regionale del lavoro con la qualifica di ufficiale di Polizia Giudiziaria che si occupa della repressione delle violazioni in materia del lavoro, ma anche di favorire la conciliazione tra datore di lavoro e lavoratore laddove questa sia possibile. Il primo esempio di ispettori del lavoro lo dobbiamo alla legge 3 aprile 1879 n. 4828, del Governo Depretis III che istituisce nell'allora Ministero dell'Agricoltura, Industria e Commercio due posti di Ispettori dell'Industria e dell'insegnamento industriale. A tali Ispettori non vennero assegnati compiti specifici, ma si dovette aspettare la legge 11 febbraio 1886 n. 3657, sul lavoro dei fanciulli. Nel 1893, con la legge del 30 marzo, la n. 184 viene istituito il Corpo degli Ispettori e Ingegneri delle miniere, cave e torbiere. Visti i risultati non molto brillanti con la ... Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali[3] è un dicastero del governo italiano. Si occupa delle funzioni spettanti allo Stato in materia di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del sistema previdenziale e di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone e delle famiglie. L'attuale ministro è Andrea Orlando, in carica dal 13 febbraio 2021. Il ministero ha sede nel palazzo Balestra di via Veneto[4], costruito da Gaetano Koch nel 1891 e dal 2009 ribattezzato palazzo Marco Biagi, in memoria del giuslavorista assassinato dalle Brigate Rosse nel 2002.[5] Storia[modifica | modifica wikitesto]L'antesignano del dicastero del lavoro era nel governo Boselli il Ministero per l'industria, il commercio ed il lavoro, istituito il 22 giugno 1916. Poco dopo, con r.d. 3 giugno 1920, n. 700, il governo Nitti II provvide alla costituzione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, scorporandolo da tale dicastero. Successivamente il governo Mussolini, con r.d. 27 apr. 1923, n. 915, provvide alla costituzione del Ministero dell'economia nazionale, destinato a riaccorpare i due predetti dicasteri e il Ministero dell'agricoltura. Con RD 27 settembre 1929, n. 1663, tuttavia, questo nuovo ministero fu soppresso e le sue attribuzioni furono ripartite tra il Ministero dell'agricoltura e delle foreste e il Ministero delle Corporazioni, già istituito nel 1926. Con RD 9 agosto 1943, n. 718 il Ministero delle Corporazioni viene soppresso e sostituito dal Ministero dell'industria, del commercio e del lavoro il quale, a sua volta, sotto il governo Parri, con d.lgt. 21 giugno 1945 n. 377, venne ripartito in due distinti dicasteri: nel Ministero del lavoro e della previdenza sociale e il Ministero dell'industria e del commercio (dal 1966 Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato, divenuto nel 2001 Ministero delle attività produttive e nel 2006 Ministero dello sviluppo economico). Con D.Lgt. 10 agosto 1945 n. 474 si è provveduto a distribuire le attribuzioni fra i due citati Ministeri. Successivamente, l'organizzazione interna del dicastero viene profondamente rivista col DPR 19 marzo 1955 n. 520 e con la successiva legge n. 628/1961. Con la legge n. 537/1993 viene previsto l'accorpamento degli uffici periferici, effettuato con DM nel 1996. Nel 1997 parte delle funzioni sono investite dal processo di decentramento di poteri alle Regioni di cui al D. Lgs. n. 467/1997. Con il D. Lgs. 30 luglio 1999, n. 300, la cosiddetta riforma Bassanini durante il Governo D'Alema II, l'ordinamento del Governo viene modificato accorpando vari ministeri. Proprio in tale occasione, viene prevista la costituzione di un nuovo dicastero che sarebbe entrata in vigore con la nuova legislatura nel 2001: tale dicastero viene denominato Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, che avrebbe accorpato le funzioni del lavoro e della previdenza precedentemente attribuite al Ministero del lavoro e della previdenza sociale, quelle inerenti alle politiche sociali del Dipartimento per la solidarietà sociale della Presidenza del Consiglio, nonché la materia della salute del Ministero della sanità. Tuttavia, nel 2001 il Governo Berlusconi II col D.L. 12 giugno 2001, n. 217 conv. nella legge 3 agosto 2001 n. 317, decise la separazione della componente afferente alla salute, con la reistituzione del dicastero che se ne occupava col nuovo nome Ministero della salute, ed erigendo le competenze residue nel Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Col Governo Prodi II, nel 2006 il Ministero fu nuovamente diviso dando luogo a tre ministeri: Ministero del lavoro e della previdenza sociale, il Ministero della solidarietà sociale e il Dipartimento per le politiche della famiglia. La proliferazione dei dicasteri portò ben presto il Gabinetto Prodi a prevederne un accorpamento in 12 ministeri secondo quanto previsto dalla versione originaria del D. Lgs. n. 300/1999, la Riforma Bassanini, disponendolo con la Finanziaria per il 2008, la legge n. 244/2007, all'art. 1, comma 376, e pertanto viene prevista la reistituzione del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, a far data dalla nuova legislatura. E proprio nel 2008, con la caduta del Governo Prodi II e la vittoria del PDL il Governo Berlusconi IV istituì nuovamente il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, nella sua versione originale. Per dare coerenza alla stratificazione normativa che era intervenuta dal 1999 al 2008, con il D.L. 16 maggio 2008 n. 85, conv. in Legge 14 luglio 2008 n. 121, recante Disposizioni urgenti per l'adeguamento delle strutture di Governo in applicazione dell'articolo 1, commi 376 e 377, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, il Governo adeguando le strutture di Governo mediante accorpamenti: il Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali accorpò le funzioni del Ministero del lavoro e della previdenza sociale, del Ministero della solidarietà sociale e del Ministero della salute. Il Dipartimento per le politiche della famiglia venne riassorbito presso Presidenza del Consiglio dei ministri come Dipartimento. Ben presto ci si rese conto della difficoltà nel fondere competenze così dissimili quali lavoro, previdenza, politiche sociali e salute, pur facenti tutte parti del settore definito welfare, e nel 2009 il Governo Berlusconi IV presentò un disegno di legge per la reistituzione del dicastero della salute. Con la legge 13 novembre 2009 n. 172, recante Istituzione del Ministero della Salute e incremento del numero complessivo dei Sottosegretari di Stato, il Ministero della salute viene reistituito scorporandolo dal predetto Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali e pertanto, dal 13 dicembre 2009, opera anche il Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Con l'ampia riforma del lavoro detta "Jobs Act", del Governo Renzi, il Ministero del lavoro in seguito soprattutto ai D. Lgs. n. 149/2015 e n. 150/2015 ha profondamente modificato la sua organizzazione perdendo due Direzioni Generali e tutto l'articolazione periferica, oltre ad aver in parte mutato la propria presenza sul territorio nazionale. Descrizione[modifica | modifica wikitesto]Competenze[modifica | modifica wikitesto]Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali è competente per tutte le funzioni spettanti allo Stato in materia di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e dell'adeguatezza del sistema previdenziale e di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e disagio delle persone delle famiglie, la solidarietà, i flussi di immigrazione insieme alle Prefetture o con lo Sportello dell'immigrazione. In particolare, il dicastero determina in materia di politiche sociali e previdenziali:
In materia di politiche del lavoro e dell'occupazione e tutela dei lavoratori:
In materia di Fondi pensione bisogna ricordare l'attività dell'autorità amministrativa indipendente di settore, la Commissione di Vigilanza sui fondi Pensione - COVIP, istituita ai sensi del D. Lgs. 21 aprile 1993 n. 124, e completamente autonoma dal Ministero, che ha il compito di garantire ed assicurare la trasparenza e la correttezza nella gestione e nell'amministrazione dei fondi pensione. In materia di sciopero è presente la Commissione di garanzia dell'attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, che è un'autorità amministrativa indipendente, istituita dall'art. 12 della L. 12 giugno 1990, n. 146, quale garante dei servizi pubblici nei periodi in cui sono proclamati gli scioperi. Organizzazione[modifica | modifica wikitesto]Sede di Roma, Via Fornovo, 8 Il dicastero è organizzato su uffici di staff dipendenti direttamente dal vertice politico e uffici propri del ministero. A seguito del Decreto del Presidente della Repubblica 7 aprile 2011, n. 144, recante "Regolamento recante la riorganizzazione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali", in vigore dal 9-9-2011, l'organizzazione è stata riformata. Questi gli uffici di staff:
Sono strutture proprie del Ministero, le 10 Direzioni Generali in cui è diviso:
Uffici periferici[modifica | modifica wikitesto]Allo stato il Ministero non ha alcun ufficio periferico diretto, fatta eccezione per gli Uffici di Collocamento della Gente di Mare - UCGM, in numero di 29, incardinati presso le Capitanerie di Porto - Uffici della Guardia Costiera del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti suddivisi in 14 Direzioni Marittime, presso cui operano gli Uffici di collocamento, che dipendono funzionalmente, appunto, dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali ex DPR 18 aprile 2006, n. 231. Si ricorda che il dicastero a livello territoriale, prima dell'istituzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro, era organizzato nei seguenti uffici:
Comando carabinieri per la tutela del lavoro[modifica | modifica wikitesto]Dal Ministero del Lavoro dipende funzionalmente anche il Comando carabinieri per la tutela del lavoro, con una presenza capillare in tutte le Direzioni regionali e terriroriali del lavoro, ed esattamente 101 Nuclei ispettorato del lavoro presso le Direzioni territoriali del lavoro - Servizio Ispezione del Lavoro, in ogni capoluogo di provincia. In Sicilia, non essendo presenti le DTL o la DRL, è presente un Nucleo di Coordinamento Regionale della Regione Siciliana, che sovrintende all'attività dei 9 Nuclei presenti nell'isola, mentre non vi è alcun alcuna sezione in Trentino-Alto Adige. Tale assetto lo si deve alle forme di ampia autonomia di cui godono le predette Regioni a statuto speciale. Ufficio della consigliera nazionale di parità[modifica | modifica wikitesto]Presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali è ubicato l'Ufficio della consigliera nazionale di parità, regolato dal Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, di cui al d.lgs. 11 aprile 2006, n. 198. L'Ufficio è funzionalmente autonomo nonché dotato del personale e delle strutture necessarie per lo svolgimento dei suoi compiti. La Consigliera viene nominata d'intesa tra il Ministro del lavoro e delle politiche sociali con il Ministro per le pari opportunità. Enti vigilati[modifica | modifica wikitesto]L'ISTAT ogni anno compila l'elenco delle pubbliche amministrazioni.[6] Tale elenco individua le pubbliche amministrazioni ai sensi dell'art. 5 c. 7 del D.L. 12/2012 che sostituisce il c. 2 dell'art. 1 della L. 196/2009.[7] In applicazione del Sistema europeo dei conti nazionali e regionali (Sec95) per l'ISTAT, indipendentemente dal regime giuridico (pubblico o privato) che la regola, una Unità istituzionale è classificata nel settore delle Amministrazioni Pubbliche (Settore S13) se:
Anche le casse di previdenza dei liberi professionisti ai sensi del d.lgs. 509/1994 e 103/1996, ancorché con personalità giuridica privata quali sono le associazioni o le fondazioni, sono quindi pubbliche amministrazioni. Enti di diritto pubblico ovvero enti pubblici[modifica | modifica wikitesto]Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali pone sotto la propria vigilanza le seguenti agenzie, istituite nel 2015:
Inoltre, il dicastero del lavoro vigila gli enti previdenziali, nei cui organi di governo nomina componenti, revisori o eventualmente commissari. Essi sono:
Sino al 2011, vi erano inoltre l'INPDAP, l'istituto di previdenza dei lavoratori del settore pubblico e l'ENPALS, l'ente di previdenza per i soli lavoratori dello spettacolo, entrambi soppressi ed accorpati all'INPS ex art. 21 d.l. 201/2011, convertito nella l. 214/2011. Pubbliche amministrazioni con personalità giuridica di diritto privato[modifica | modifica wikitesto]Il Ministero vigila sugli enti e sulle fondazioni previdenziali di professionisti o lavoratori autonomi, riordinate ai sensi della legge delega 24 dicembre 1993 n. 537 e del D. Lgs. 30 giugno 1994 n. 509 di attuazione, relativi alla privatizzazione della loro organizzazione, mediante trasformazione in associazione o fondazione quindi con persona giuridica di diritto privato, ma comunque pubblica amministrazione e su quelli di nuova istituzione ai sensi del D.Lgs.10 febbraio 1996, n. 103. Essi sono: Le casse trasformate con il d.lgs. 509/1994, indicate nell'Elenco A[8] dello stesso decreto legislativo (v. all. A):
Le casse nate con il D.Lgs. 103/1996[9] indicate nel Primo Rapporto ADEPP:[10]
Sede ISFOL a Roma, Corso d'Italia, 33 Il Ministero del lavoro vigila anche su ulteriori organismi. Essi sono:
Commissioni e organi consultivi[modifica | modifica wikitesto]Presso il Ministero avevano la sede alcuni organi consultivi, comitati e gruppi di lavoro:
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
Che ruolo svolge il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali?Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali progetta, realizza e coordina interventi di politica del lavoro e sviluppo dell'occupazione, di tutela del lavoro e adeguatezza del sistema previdenziale, di politiche sociali, con particolare riferimento alla prevenzione e riduzione delle condizioni di bisogno e ...
Come accedere al ministero del Lavoro?Dal 15 novembre 2020 i cittadini in possesso di codice fiscale italiano (non provvisorio) potranno accedere al sistema dei servizi digitali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali esclusivamente tramite il proprio SPID personale di secondo livello e/o tramite CIE.
Chi è il ministro del Welfare?Andrea Orlando è nato a La Spezia l'8 febbraio 1969. È stato eletto alla Camera dei Deputati, dalla XV all'attuale XVIII legislatura, e dal 27 marzo 2018 è iscritto al Gruppo Parlamentare del Partito Democratico. Dal 17 aprile 2019, è Vicesegretario del Partito Democratico.
Come comunicare con il ministro del lavoro?Parte oggi il numero verde per il Lavoro, grazie ad un accordo fra il Ministero del Lavoro ed il Dipartimento della funzione pubblica. Basterà digitare il numero 800.000.039 per avere informazioni o fare segnalazioni inerenti il mondo del lavoro.
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