DescrizioneCon Filastrocche in cielo e in terra Gianni Rodari ha portato nelle case di milioni di bambini versi indimenticabili, capaci, a un tempo, di far riflettere e divertire: personaggi bizzarri, sorridenti filastrocche sulla punteggiatura, “favole a rovescio” capaci di sorprendere per le straordinarie conclusioni, versi di serio, ma non drammatico impegno sociale. Le filastrocche del libro aprono molte strade alla fantasia dei lettori e invitano a non separare mai il potere dell’immaginazione dalla voglia di conoscere il mondo per cambiarlo e renderlo migliore. Filastrocche in cielo e in terra Filastrocche in cielo e in terra di Gianni Rodari è un classico della letteratura, a mio avviso non è necessario nemmeno specificare con “dell’infanzia”, proprio perché facciamo nostra la definizione di classico di Calvino, che disse che “un classico è un libro che non ha mai finito di dire quel che ha da dire”. Per questo invito tutti a leggere questo libro, senza distinzioni di età, e credo che anche adulti e adolescenti possano emozionarsi lasciandosi trasportare da questa lettura. Innanzitutto una piccola riflessione sul titolo, di una efficacia disarmante. Notiamo che ricalca il detto popolare “non sta né in cielo né in terra”, che indica qualcosa di inconcepibile (lo usano anche i genitori con le proposte dei bambini), e ricalca anche la preghiera del Padre Nostro (imparata dai bambini a catechismo): il titolo può quindi risultare famigliare a chiunque. E’ovviamente però ironico, da un lato perché indica qualcosa che c’è in cielo e pure in terra, e dall’altro perché ad essere in cielo e in terra non c’è la volontà del Signore, ma le filastrocche. E, come vedremo, filastrocca quasi equivale a dire “bambino”, quindi in cielo e in terra ci sono i bambini, metafora che dà in definitiva ai bambini e al loro linguaggio immensa dignità, quasi biblica, e importanza. Ma non solo, il titolo in realtà ci introduce anche al contenuto del libro visto che le filastrocche parlano del cielo (con gli astri, stelle, astronavi ecc. ecc.), ma anche della terra (con i lavoratori, le città, la povertà, l’ingiustizia ecc. ecc.), e non si stancano di comunicare che in entrambi gli elementi, cielo e terra, c’è posto per la speranza.Questo libro di Rodari fu pubblicato per la prima volta nel 1960 ma raggiunse la sua versione definitiva con la seconda edizione Einaudi del 1972. In questa edizione Rodari ha approntato alcune modifiche addolcendo il carattere di alcuni versi molto “impegnati” a favore di una maggiore ironia e una maggiore leggerezza. E’ del resto coerente questo spostamento di atteggiamento: dalle prime filastrocche pubblicate sull’Unità in gioventù e rivolte ai bambini degli operai, alla svolta del 1960 con la pubblicazione presso Einaudi per rivolgersi a tutti i bambini, e infine all’edizione del 1972 con le correzioni che hanno portato questa raccolta anche a resistere nel tempo e a diventare un classico. Ho portato questa edizione cartonata con le illustrazioni di Bruno Munari, presenti ad ogni pagina, particolarmente adatte ad accompagnare la lettura. Questi disegni richiamano il modo di disegnare dei bambini, sono molto colorate e apparentemente semplici, a volte al limite dello “scarabocchio” , a volte sembrano fare i “dispetti” alle parole (pag. 26, 125, 79). A volte assumono inaspettatamente una connotazione figurativa suggerita dalla filastrocca (frontespizio, pag.147, 141, 111). Da un punto di vista comunicativo, si può notare quanto questi disegni si comportino proprio come le filastrocche: usano il linguaggio dei bambini: anche la filastrocca infatti è un genere letterario amato e conosciuto dai bambini. Fin nella culla hanno sempre sentito ninna nanne e canzoncine, ovvero poesie con una metrica libera, (seppure con una prevalenza dei parisillabi) scandita da rime baciate o alternate, e spesso accostate ad una melodia intuitiva. Il bambino sente una filastrocca e subito la riconosce come un linguaggio che gli appartiene (forse è per questo che nei ragazzi delle scuole medie c’è spesso un rifiuto di questo genere e la filastrocca è solo una poesia “da bambini”). La filastrocca è quindi legata per sua natura al mondo dell’infanzia con la sua selezione lessicale che la rende comprensibile a chiunque e con “la giusta musichetta” che lo stesso Rodari, in una splendida presentazione dell’edizione del 1960 apparsa su Noi Donne, considerava assolutamente necessaria (interessante è notare che è giusto chiamare “musichetta” questa melodia intuitiva che la filastrocca evoca, per quanto non sia indispensabile né sentirla né suonarla né tantomeno scriverla per percepirla; ed in un laboratorio musicale con i ragazzi si potrebbe lavorare… Rodari fu anche violinista prima della guerra…). Moltissimi libri usano questo linguaggio, molte sono le filastrocche all’interno di libri narrativi o illustrati e la rima viene usata spessissimo. Ma con Rodari abbiamo una grande innovazione per quanto riguarda i temi e l’atteggiamento nei confronti di essi. Rodari è diventato un punto imprescindibile nella letteratura per l’infanzia (c’è un prima Rodari e un dopo Rodari) complice anche il fatto che fu una grande personalità ed un autore prolifico, versatile, coerente e perfettamente consapevole di quello che stava facendo, accompagnato come fu da una grande riflessione sulle tecniche con cui scriveva ed inventava, compendiate nello splendido Grammatica della fantasia. In questo Rodari si dimostra come uomo del Novecento e lo si può accostare a tanti grandi scrittori soprattutto di area postmodernista, scrittori per esempio come il già citato Calvino (Se una notte d’Inverno un viaggiatore, Il castello dei destini incrociati, Le città invisibili, Il Barone Rampante) o Eco (Il nome della Rosa) o anche alcuni autori della neo-avanguardia (Sanguineti…) dove l’esibizione della tecnica letteraria o la citazione e l’autocitazione (nonché l’implicita costante promozione alla lettura!) erano parti integrante |