Pensione di reversibilità a chi spetta e in che misura

Nel caso di decesso di un pensionato, a chi spetta la pensione di reversibilità? La risposta è: ai parenti superstiti, ma vanno tenute presenti anche delle limitazioni legate al reddito. Vediamo quando è previsto il taglio dell’assegno percepito dai beneficiari.

La pensione di reversibilità non spetta nella sua totalità, e quindi non ne può fare richiesta, il parente superstite che già percepisca un reddito da lavoro, infatti, non potrebbe ricevere l’assegno nella sua totalità. Addirittura, esistono diversi casi in cui i beneficiari superstiti decidono di lascare il lavoro o ricorrono a un part time per non subire tagli alla pensione di reversibilità.

Anche se i redditi cumulabili ai fini della pensione di reversibilità non sono esplicitati dalla legge, l’Inps ha tuttavia chiarito che rilevano tutti i redditi assoggettabili all’Irpef, al netto dei contributi previdenziali e assistenziali. Restano esclusi invece:

  • Tfr, trattamenti assimilati e relative anticipazioni;
  • reddito della casa di abitazione;
  • arretrati sottoposti a tassazione separata;
  • importo della pensione ai superstiti;
  • pensione e assegno sociale;
  • rendite Inail;
  • assegni di accompagnamento;
  • pensioni privilegiate;
  • pensioni e assegni per invalidi, non vedenti e non udenti non parlanti.

Il taglio della pensione di reversibilità, nel caso in cui il beneficiario superstite abbia altre fonti di reddito, subisce dei dagli in base a quanto dichiarato. Le decurtazioni seguono queste percentuali:

  • 25% se il reddito supera 3 volte il trattamento minimo annuale di pensione (20.087,73 euro);
  • 40% se il reddito supera di 4 volte il trattamento minimo (26.783,64 euro);
  • 50% se supera di 5 volte l’importo del trattamento minimo (33.479,55 euro).

In ogni caso, però, la pensione di reversibilità non viene riconosciuta nella sua totalità ai familiari superstiti, ma ripartita secondo alcune percentuali:

  • 60%, solo coniuge;
  • 70%, solo un figlio;
  • 80% coniuge e un figlio ovvero due figli senza coniuge;
  • 100% coniuge e due o più figli ovvero tre o più figli;
  • 15% per ogni altro familiare, avente diritto, diverso dal coniuge, figli e nipoti.

Mentre, nel caso i beneficiari siano molteplici, la percentuale cambia seguendo questo schema:

  • un figlio: 70%;
  • due figli: 80%;
  • tre o più figli: 100%;
  • un genitore: 15%;
  • due genitori: 30%;
  • un fratello o sorella: 15%;
  • due fratelli o sorelle: 30%;
  • tre fratelli o sorelle: 45%;
  • quattro fratelli o sorelle: 60%;
  • cinque fratelli o sorelle: 75%;
  • sei fratelli o sorelle: 90%;
  • sette fratelli o sorelle: 100%.

La pensione di reversibilità è una forma di sostegno pensionistico rivolto ai familiari di superstiti di un pensionato (o di un lavoratore) deceduto.

La pensione di reversibilità è un particolare trattamento previdenziale riservato ai superstiti in caso di decesso di un familiare prossimo titolare di pensione INPS (oppure lavoratore iscritto ad una delle gestioni previdenziali INPS, c.d. “reversibilità indiretta“). Questo tipo di trattamento previdenziale viene erogato in modo particolare al coniuge superstite, anche nel momento in cui questi risulti essere percettore di redditi.

La cifra spettante ai superstiti è molto variabile, anche in base alla situazione reddituale degli stessi. La pensione di reversibilità può essere rivolta ai coniugi, ai figli minorenni o maggiorenni, e ad altri particolari eredi del deceduto. Si tratta in pratica di una pensione che viene erogata in base ad una percentuale di quella spettante al soggetto deceduto. Vediamo in questo articolo come funziona in linea generale la pensione di reversibilità, e quali sono le ultime notizie in merito al funzionamento di questa misura.

Indice degli Argomenti

  • Pensione di reversibilità: di cosa si tratta
  • Quali sono i requisiti richiesti?
  • Pensione di reversibilità: a chi spetta
    • La durata del matrimonio ed il regime patrimoniale possono influire?
    • Coniuge separato e divorziato
  • Pensione di reversibilità: come viene calcolata
  • Quando viene erogata la pensione?
  • Come chiedere la pensione di reversibilità?
  • Casistiche frequenti

Pensione di reversibilità: di cosa si tratta

La pensione di reversibilità è una misura previdenziale erogata da parte dell’INPS a favore dei familiari dei cittadini deceduti. Si tratta di una misura presente in Italia già da diversi anni, come trattamento riservato ai superstiti.

La pensione ai superstiti è un trattamento pensionistico riconosciuto in caso di decesso del pensionato (pensione di reversibilità) o dell’assicurato (pensione indiretta) in favore dei familiari superstiti. La pensione di reversibilità è pari ad una quota percentuale della pensione del dante causa .

La pensione indiretta è riconosciuta nel caso in cui l’assicurato abbia perfezionato 15 anni di anzianità assicurativa e contributiva ovvero 5 anni di anzianità assicurativa e contributiva di cui almeno 3 anni nel quinquennio precedente la data del decesso.

La pensione di reversibilità è collegata alla pensione diretta ricevuta dal pensionato prima del suo decesso. Possono accedere i familiari della persona deceduta a questo particolare trattamento quando il defunto era titolare di una pensione di vecchiaia, di anzianità, di invalidità o similari.

Questo tipo di misura si differenzia dalla pensione indiretta in quanto quest’ultima è riservata ad un soggetto assicurato a favore dei familiari più vicini, purché questo soggetto non era titolare di una pensione di tipo diretto. La pensione di reversibilità invece corrisponde ad una certa percentuale rispetto alla pensione normalmente ricevuta da soggetto defunto che viene erogata al coniuge superstite, oppure ai figli o ai nipoti se il caso specifico lo richiede.

Diversi soggetti quindi hanno diritto a questo particolare trattamento pensionistico, purché si tratti di familiari diretti del soggetto deceduto e venga presentata un’apposita domanda di accesso alla misura all’INPS. Si tratta infatti di un tipo di pensione che non viene erogata direttamente in modo automatico, ma solamente successivamente ad una precisa richiesta.

Ricapitolando, i familiari superstiti hanno diritto:

  • alla pensione di reversibilità, se il dante causa è già titolare di pensione diretta (pensione di vecchiaia o anticipata);
  • alla pensione indiretta, se il lavoratore deceduto non ha ancora maturato una pensione diretta. In tal caso, l’INPS eroga la pensione ai familiari superstiti allorquando l’assicurato abbia versato almeno 15 anni di contributi in tutta la vita assicurativa oppure, in alternativa, almeno 5 anni di contributi (260 contributi settimanali), di cui 3 (156 contributi settimanali) nei 5 anni precedenti al decesso.
PENSIONE DI REVERSIBILITA’PENSIONE INDIRETTA
Spetta al coniuge (o agli eredi) del soggetto deceduto già titolare di pensione diretta (di vecchiaia o anticipata) Spetta al coniuge (o agli eredi) se il soggetto deceduto non aveva ancora maturato i requisiti della pensione diretta. Spetta solo se il soggetto deceduto aveva:
– maturato almeno 15 anni di contributi
– maturato almeno 5 anni di contributi di cui 3 negli 5 anni precedenti il decesso

Quali sono i requisiti richiesti?

Per maturare il diritto alla reversibilità per i superstiti nell’arco della vita lavorativa il lavoratore deceduto deve aver accumulato, in alternativa, almeno:

  • 780 contributi settimanali, requisiti richiesti per la pensione di vecchiaia prima del D.Lgs. n. 503/92;
  • 260 contributi settimanali, dei quali almeno 156 nei 5 anni precedenti la data del decesso, requisiti richiesti per l’assegno di invalidità.

Pensione di reversibilità: a chi spetta

La pensione di reversibilità generalmente è rivolta ai superstiti del soggetto deceduto, che possono essere:

EREDEDESCRIZIONE
IL CONIUGE – Il coniuge superstite o il soggetto unito civilmente;
– Il coniuge divorziato purché risulti titolare di un assegno divorzile, che non abbia contratto nuove nozze e che il defunto abbia iniziato un rapporto assicurativo prima dello scioglimento del matrimonio;
I FIGLI DI MAGGIORE ETA’ – I figli minorenni al momento del decesso del soggetto;
– I figli non abili al lavoro, che si trovavano a carico del soggetto defunto, indipendentemente dall’età;
– I figli di maggiore età che sono studenti, e che erano a carico del soggetto defunto. In questo caso si tratta di soggetti che non sono impegnati in un’attività lavorativa, ma che frequentano scuole o corsi di formazione con un limite di età di 21 anni;
– I figli di maggiore età che sono studenti, che risultavano a carico del genitore defunto e che non sono impegnati in attività lavorativa, ma che frequentano l’università, con i limiti temporali del corso di studi e che non abbiano un’età superiore a 26 anni;
GENITORI – Nel caso di assenza di coniuge o figli possono accedere alla pensione di reversibilità i genitori dell’assicurato o pensionato che abbiano compiuto 65 anni di età, e che erano a carico del soggetto defunto. In questo caso non devono però essere titolari a loro volta di pensione;
FRATELLI – Nel caso di assenza di coniuge o figli possono accedere a pensione di reversibilità anche i fratelli celibi e le sorelle nubili inabili al lavoro, sprovvisti di pensione e che risultavano carico del soggetto deceduto.

Tutti questi soggetti possono richiedere l’accesso alla pensione di reversibilità nel caso di un famigliare convivente defunto, in quanto questi soggetti risultavano a carico del pensionato deceduto, e pertanto si trovano in una situazione di non sufficienza economica e di impossibilità al proprio mantenimento. Come sottolinea l’INPS è particolarmente importante che questi soggetti risultassero conviventi con il soggetto defunto. È possibile anche per i soggetti studenti ricevere questa pensione di reversibilità nonostante l’attività lavorativa, se con un basso reddito derivato da piccole attività.

La durata del matrimonio ed il regime patrimoniale possono influire?

La durata del matrimonio non influisce minimamente sul diritto a ricevere la pensione di reversibilità. Questo significa, infatti, che chi è sposato anche da un solo giorno ha la possibilità di vantare lo stesso diritto di chi è stato sposato per più anni. Il coniuge, infatti, ha diritto in automatico alla pensione di reversibilità senza che incida il regime patrimoniale adottato di separazione o comunione dei beni.

Coniuge separato e divorziato

Questa tipologia di pensione può essere usufruita anche al coniuge separato qualora l’iscrizione all’INPS da parte del pensionato o del lavoratore sia avvenuta prima della separazione legale con sentenza. Il coniuge separato con addebito, inoltre, avrà diritto alla pensione solo se è titolare di un assegno di mantenimento stabilito dal Tribunale competente.

Se il coniuge defunto non si è risposato, il coniuge divorziato ha diritto alla pensione (se anche lui non si è risposato ed è titolare di un assegno di divorzio). Si precisa, comunque, che se il coniuge superstite si sposa con un altro individuo, perde il diritto alla pensione ma può ricevere comunque un assegno una tantum. Quest’ultimo è pari a due annualità della quota di pensione in pagamento compresa la tredicesima mensilità nella misura spettante alla data del nuovo matrimonio.

Se invece il coniuge defunto, dopo il divorzio si è risposato, il Tribunale si occuperà di dividere il trattamento di reversibilità tra coniuge superstite e coniuge divorziato.

Pensione di reversibilità: come viene calcolata

La pensione di reversibilità non è sempre uguale per tutti, perché viene calcolata in base ad una certa percentuale che fa riferimento alla pensione corrisposta in vita dal soggetto deceduto. Per poter erogare la pensione di reversibilità quindi è fondamentale che il soggetto deceduto avesse in vita una pensione diretta.

SOGGETTI SUPERSTITIPERCENTUALE
coniuge solo 60%
coniuge e un figlio 80%
coniuge e due o più figli 100%

Qualora abbiano diritto a pensione soltanto i figli, ovvero i genitori o i fratelli o sorelle, le aliquote di reversibilità sono le seguenti:

FIGLI SUPERSTITIPERCENTUALE
un figlio 70%
due figli 80%
tre o più figli 100%
un genitore 15%
due genitori 30%
un fratello o sorella 15%
due fratelli o sorelle 30%

L’importo ricevuto dai superstiti va ad accumularsi con i redditi del soggetto beneficiario, per questo motivo all’aumentare del reddito dei superstiti può venire diminuita l’erogazione della pensione di reversibilità. Ogni anno vengono stabilite delle percentuale di riduzione per i redditi cumulati dai soggetti superstiti che ricevono la pensione di reversibilità. Gli importi dei trattamenti pensionistici ai superstiti sono cumulabili con i redditi del beneficiario (coniuge, genitori fratelli e sorelle), nei limiti di cui alla tabella F, legge 8 agosto 1995, n. 335.

I limiti di cumulabilità non si applicano nel caso in cui il beneficiario faccia parte di un nucleo familiare con figli minori, studenti o inabili, individuati secondo la disciplina dell’Assicurazione Generale Obbligatoria.

Quando viene erogata la pensione?

A prescindere dalla presentazione della domanda, la pensione di reversibilità viene erogata a partire dal primo giorno del mese successivo a quello della morte del pensionato o del lavoratore.

È possibile presentare domanda online per la richiesta della pensione utilizzando la modalità telematica attraverso il cassetto previdenziale dal sito INPS, oppure con il supporto di professionisti. La richiesta di questa pensione può essere effettuata in qualsiasi momento dopo la morte del lavoratore o pensionato, purché entro dieci anni dalla data del decesso, dato che, in caso contrario, i ratei di pensione non riscossi cadrebbero in prescrizione (articolo 2946 del Codice civile).

La domanda deve essere presentata online all’INPS attraverso il servizio dedicato. In alternativa, si può fare domanda tramite:

  • Contact center al numero 803 164 (gratuito da rete fissa) oppure 06 164 164 da rete mobile;
  • Enti di patronato e intermediari dell’Istituto, attraverso i servizi telematici offerti dagli stessi.

Casistiche frequenti

Le casistiche concrete di applicazione di questo contributo pensionistico sono varie, tuttavia, vi sono alcune casistiche che si presentano con maggiore frequenza e che riepiloghiamo:

CASISTICADESCRIZIONE
CONIUGE SEPARATO La pensione di reversibilità spetta anche in questo caso, laddove l’iscrizione all’Inps da parte del lavoratore o del pensionato avviene prima della emissione della sentenza con separazione legale. Il diritto alla pensione, spetta anche nel caso in cui il titolare deceduto era tenuto ad un assegno di mantenimento al coniuge.
CONIUGE DIVORZIATO Le pensioni reversibilità spettano anche in questo particolare caso, ossia quando il coniuge in vita è titolare di un assegno di mantenimento e non ha ancora contratto un nuovo matrimonio.
UNIONE CIVILE Nelle pensioni di reversibilità novità importanti per tali categorie e che, in base ad una recente legge del 2016, hanno diritto a tale assegno al pari di un coniuge.
FIGLI MINORI Se la persona deceduta aveva dei figli minori a carico, questi ultimi fino al compimento della maggiore età maturano il diritto alla pensione.
FIGLI STUDENTI Il diritto alla pensione permane, anche nel caso in cui gli stessi erano a carico del genitore deceduto. L’assegno, spetta fino al compimento dei 21 anni, se studenti di scuola media superiore e non oltre i 26 anni, se studenti universitari
FIGLI INABILI Confermato il requisito di essere a carico del genitore deceduto e con una inabilità del lavoro, in questo caso non è previsto una età massima per mantenere il diritto all’assegno.

Quanto spetta di pensione alla moglie in caso di morte del marito?

Quindi quanto spetta alla moglie della pensione del marito? La pensione di reversibilità per la moglie del deceduto o per il marito della deceduta ammonterà al 60% del trattamento pensionistico.

Quali sono i limiti di reddito per la pensione di reversibilità?

La soglia limite per non subire alcuna riduzione della pensione di reversibilità nel 2022, è di 20.498,82 euro. Nel momento in cui il reddito del coniuge superstite è superiore a tale soglia, l'assegno subirà un ulteriore decurtazione del 25%.

In che misura spetta la pensione di reversibilità?

QUANTO SPETTA.

Quando il coniuge superstite ha diritto alla pensione di reversibilità?

Il diritto alla pensione, spetta anche nel caso in cui il titolare deceduto era tenuto ad un assegno di mantenimento al coniuge. Le pensioni reversibilità spettano anche in questo particolare caso, ossia quando il coniuge in vita è titolare di un assegno di mantenimento e non ha ancora contratto un nuovo matrimonio.